Dal Rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente si evidenzia, comunque, che tra gli abitanti delle città europee, maggiormente esposti agli impatti sulla salute per effetto dell’inquinamento atmosferico, quelli della regione Padana sono primi in quella che non è un’invidiabile classifica.
Durante il Medioevo, in Europa coloro che vivevano in città erano esentati dagli obblighi verso i Signori e le Comunità: “Stadtluft macht frei” (L’aria della città rende liberi). Ora, la stragrande maggioranza di chi abita o lavora nelle città europee è esposta a livelli di inquinamento da polveri sottili considerati nocivi per la salute e superiori ai limiti suggeriti dall’OMS.
L’antitesi ci viene suggerita dal Rapporto “La qualità dell’aria in Europa – 2013” (Air quality in Europe – 2013), presentato oggi 15 ottobre 2013 dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA), che costituisce il contributo dell’Agenzia al riesame della politica per la qualità dell’aria effettuato dalla Commissione europea e all’ “Anno dell’Aria” dell’UE.
Secondo il Rapporto, il trasporto su strada, l’industria, l’agricoltura e il settore residenziale sono in settori che contribuiscono maggiormente all’inquinamento atmosferico in Europa. Nonostante la riduzione delle emissioni e delle concentrazioni di alcuni inquinanti in atmosfera osservata negli ultimi decenni, il Rapporto dimostra che il problema dell’inquinamento atmosferico è lungi dall’essere risolto. In particolare, due sostanze inquinanti, il particolato (PM) e l’ozono troposferico (O3) continuano a causare problemi respiratori, malattie cardiovascolari e una minore aspettativa di vita, come dimostrano i nuovi dati scientifici, quali emergono dai risultati finali del Progetto REVIHAAP (Review of evidence on health aspects of air pollution), coordinato dall’OMS e supportato dalla Commissione UE, con il compito di rispondere a precise domande su aspetti generali, relative alla gestione della qualità dell’aria, come pure sui livelli di pericolosità dei singoli inquinanti, la salute umana può essere compromessa da concentrazioni di sostanze inquinanti inferiori a quanto si pensava in passato.
“L’inquinamento atmosferico sta causando danni alla salute umana e agli ecosistemi – ha affermato Hans Bruyninckx, Direttore esecutivo dell’AEA, alla presentazione del Report – Un’ampia parte della popolazione non vive in un ambiente sano secondo gli standard attuali. Per avviare un percorso che porti alla sostenibilità, l’Europa deve essere ambiziosa e rendere più severa l’attuale normativa“.
Tra il 2009 e il 2011, fino al 96% degli abitanti delle città è stato esposto a concentrazioni di particolato fine (PM 2.5) superiori ai limiti delle linee guida dell’OMS e fino al 98% è stato esposto a livelli di ozono superiori alle linee guida dell’OMS, percentuale che si riduce qualora si considerino i limiti e gli obiettivi stabiliti dall’attuale legislazione dell’Unione europea che sono meno severi di quelli dell’OMS.
Sia per l’ozono che per il particolato, l’Italia si colloca tra i Paesi che hanno sforato i limiti previsti per il maggior numero di giorni. Se per il particolato ce la battiamo per il “primato negativo” con Polonia e Slovacchia, per l’ozono siamo indiscutibilmente primi in questa non invidiabile classifica, con ben 23 città italiane (quasi tutte della regione Padana) nelle ultime 30 posizioni. Tant’è che lo scorso mese di settembre si è svolta presso la sede della Regione Lombardia un incontro tra i Presidenti di Val d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e delle Province Autonome di Trento e Bolzano, richiesto dal Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Andrea Orlando, al fine di analizzare le problematiche dell’inquinamento atmosferico nel bacino padano e le possibili strategie per la sua soluzione, dal momento che l’Italia ha schivato, momentaneamente, la sanzione milionaria conseguente alla condanna da parte della Corte europea di Giustizia nello scorso dicembre per un vizio procedurale riscontrato nel ricorso presentato dalla Commissione UE. Tuttavia è in corso dall’aprile 2013 una nuova procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese per il superamento dei valori limite della qualità dell’aria, che potrebbe sfociare non solo nella sanzione di una somma forfettaria per il passato, ma anche in una penalità giornaliera, mensile e annuale per il futuro. Il problema, tuttavia, non può ridursi a come evitare le multe per il contenzioso in corso, bensì come attuare misure che possano limitare i danni ambientale e alla salute umana che si trascinano ormai da molti anni.
Inoltre, dal Rapporto risulta che il problema non riguarda solo le città, poiché anche alcune aree rurali in Europa sono caratterizzate da livelli significativi di inquinamento atmosferico, con preoccupanti aumenti delle concentrazioni di inquinanti nelle campagne dell’Italia, Austria, Repubblica Ceca, Germania, Olanda e Polonia.
“Gli studi dimostrano che un’ampia maggioranza dei cittadini è consapevole dell’impatto della qualità dell’aria sulla salute e chiede alle istituzioni di intervenire a livello europeo, nazionale e locale, anche in tempi di austerità e difficoltà – ha dichiarato il Commissario UE all’Ambiente, Janez Potočnik – Sono pronto a dare una risposta a queste preoccupazioni attraverso il prossimo Riesame della qualità dell’aria della Commissione”.