Economia e finanza

OCSE all’Italia: garantire una crescita sostenibile

L’OCSE ha presentato l’indagine economica sull’Italia, che esamina le performance dell’Italia di fronte alle sfide globali e interne, comprese le raccomandazioni per garantire una crescita forte e sostenibile nel lungo termine, tra cui riforme fiscali e della spesa, maggiore decarbonizzazione del sistema energetico e dei trasporti.

L’Italia ha resistito bene alle crisi recenti. Una forte risposta di politica fiscale, una maggiore competitività e una migliore salute del settore bancario hanno sostenuto la crescita negli ultimi anni. Ma il debito pubblico è elevato e le pressioni sulla spesa stanno aumentando a causa dell’invecchiamento della popolazione, dell’aumento dei tassi di interesse e delle transizioni verde e digitale. È necessario un consolidamento fiscale costante nell’arco di diversi anni per riportare il debito su un percorso più prudente. La crescita della spesa deve essere contenuta, ma gli investimenti pubblici nel PNRR dovrebbero essere protetti per ridurre al minimo gli effetti negativi sulla crescita.

È la sintesi dello Studio economico sull’Italia dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), diffuso il 22 gennaio 2024, che esamina le principali sfide affrontate dal Paese, ne valuta le prospettive di breve periodo e formula raccomandazioni di politiche mirate.

L’OCSE stima una crescita economica pari, rispettivamente, allo 0,7% per quest’anno, dopo lo 0,7% registrato nel 2023 e l’1,2% previsto per il 2025. L’inflazione complessiva dovrebbe diminuire gradualmente dal 5,9% del 2023 al 2,6% nel 2024 e al 2,3% nel 2025, in linea con l’inflazione di fondo che dovrebbe raggiungere il 2,5% nel 2025. Gli investimenti pubblici hanno iniziato a risalire e si prevede che continueranno a sostenere l’economia nel corso dei prossimi anni.

Il debito pubblico dell’Italia, pari a circa il 140% del suo PIL, è il 3° più elevato dell’OCSE. La spesa pubblica derivante dai costi legati all’invecchiamento della popolazione e al servizio del debito in percentuale del PIL dovrebbe aumentare di circa il 4,5% nel periodo compreso tra il 2023 e il 2040. È necessario attuare riforme fiscali e della spesa per contribuire a portare il debito su un percorso più prudente. Al fine di ridurre il debito pubblico in maniera durevole, a partire dal 2025, la priorità assoluta per la politica fiscale italiana consiste nell’assicurare il risanamento dei conti pubblici portando avanti tale attività per svariati anni. È necessario, inoltre, contenere l’aumento della spesa salvaguardando al contempo gli investimenti pubblici al fine di ridurre al minimo gli effetti collaterali negativi sulla crescita.


È necessario riformare il sistema pensionistico, in particolare al fine di ridurre la pressione sulla spesa derivante dalle pensioni elevate. Per realizzare economie di spesa, inoltre, occorre rafforzare maggiormente l’efficienza amministrativa e, al contempo, attuare riforme volte a migliorare la qualità dei servizi pubblici incrementando il livello di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e dei sistemi di gestione degli appalti. Le revisioni della spesa attualmente in corso dovrebbero essere più ambiziose. Sul fronte delle entrate, lo spostamento dell’imposizione fiscale dal lavoro alla proprietà e ai consumi tutelerebbe il gettito fiscale del Paese e, al contempo, renderebbe il sistema più funzionale alla crescita.

Al fine di favorire la crescita nel lungo periodo, occorre rilanciare un aumento della produttività, rimasta stagnante nell’ultimo decennio. Le riforme in corso nel settore della giustizia civile e della Pubblica Amministrazione contribuiranno ad incrementare la produttività e gli investimenti delle imprese, nonché ad accelerare l’attuazione di piani di investimento pubblico assicurando una maggiore efficienza del sistema della giustizia. Al fine di agevolare l’ingresso sul mercato da parte di nuove imprese e incrementare la concorrenza, è inoltre necessario ridurre le barriere normative che ostacolano la concorrenza nel settore dei servizi.


Un aumento dei livelli di occupazione è essenziale per favorire una crescita proficua per tutti in Italia. Il tasso di occupazione nel Paese è tra i più bassi dell’OCSE, a causa dell’elevata disoccupazione giovanile e della scarsa partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Il potenziamento del comparto dell’istruzione tecnica e del sistema di formazione contribuirebbe ad agevolare un maggiore accesso delle persone vulnerabili e dei giovani al mercato del lavoro. È necessario incrementare la presenza delle donne nel mercato del lavoro potenziando l’accesso all’istruzione pubblica per la prima infanzia. Inoltre, sarebbe utile introdurre misure atte a incentivare maggiormente il congedo di paternità, anche attraverso l’introduzione di una “quota padre” nel diritto al congedo parentale per entrambi i genitori.

In virtù della bassa intensità energetica della sua economia e delle abbondanti risorse solari di cui dispone, l’Italia gode di condizioni idonee per realizzare la transizione climatica. Tuttavia, il ritmo della riduzione delle emissioni inquinanti ha subito un rallentamento nel corso dell’ultimo decennio. Occorrono, pertanto, ulteriori sforzi programmatici volti ad accelerare la riduzione delle emissioni inquinanti e l’adattamento ai cambiamenti climatici: le accise applicate ai combustibili fossili dovrebbero essere aumentate, ove possibile, e maggiormente allineate al contenuto di emissioni effettivamente generate dai singoli combustibili fossili, come previsto dai recenti piani. Al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi annuali in termini di installazione, occorre assicurare lo snellimento dei complessi iter autorizzativi che attualmente frenano l’installazione di capacità rinnovabile. Si potrebbe, inoltre, procedere a una maggiore decarbonizzazione del settore dei trasporti investendo nella rete ferroviaria, riducendo il trattamento fiscale agevolato previsto per il gasolio rispetto alla benzina e promuovendo la diffusione dei veicoli elettrici, ad esempio aumentando il numero delle stazioni di ricarica attualmente disponibili.

Lo scorso dicembre era esta la Commissione UE che aveva formulato una serie di raccomandazioni sul PNIEC (Piano Energetico Integrato Clima Energia) per il periodo 2021-2030 dell’Italia, al fine di predisporre quello definitivo entro giugno 2024.

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