Per l’Italia l’OCSE prevede una crescita dell’1,2%, la migliore dell’area euro, ma l’elevata inflazione erode i redditi reali a causa della modesta crescita salariale e delle strette finanziarie. I risparmi accumulati dalle famiglie rimangono consistenti, il che potrebbe favorire una ripresa della domanda interna più rapida di quanto attualmente previsto. In contrapposizione, i ritardi nell’attuazione del PNRR potrebbero ridurre la crescita del PIL.
L’economia globale mostra segnali di miglioramento ma la ripresa rimane debole, tra significativi rischi al ribasso. I prezzi dell’energia più bassi stanno contribuendo a ridurre l’inflazione complessiva e ad allentare le tensioni sui bilanci delle famiglie, e la riapertura anticipata della Cina ha fornito una spinta all’attività globale. Tuttavia, l’inflazione di fondo si sta dimostrando persistente e l’impatto dei tassi di interesse più elevati si fa sentire sempre di più in tutta l’economia.
È in estrema sintesi .la versione preliminare dell’Economic Outlook dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) diffusa il 7 giugno 2023 nel corso di una conferenza stampa online.
Si prevede che l’inflazione complessiva nell’OCSE scenderà dal 9,4% nel 2022 al 6,6% nel 2023 e al 4,3% nel 2024. Il calo dell’inflazione è dovuto all’entrata in vigore di una politica monetaria più restrittiva, alla riduzione dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari e alla riduzione delle strozzature nell’offerta.
La crescita del PIL negli Stati Uniti dovrebbe essere dell’1,6% nel 2023, prima di rallentare all’1,0% nel 2024 in risposta alle condizioni monetarie e finanziarie restrittive. Nell’area dell’euro, il calo dell’inflazione complessiva contribuirà ad aumentare i redditi reali e contribuirà a una ripresa della crescita del PIL dallo 0,9% nel 2023 all’1,5% nel 2024. Si prevede che la Cina registrerà forti aumenti della crescita del PIL nel 2023 (con 5,4 %) e 2024 (con il 5,1%), a causa della revoca della politica zero-COVID del governo.

“Questa prevista ripresa, sebbene pressoché invariata rispetto alle nostre proiezioni intermedie di marzo, mantiene le prospettive leggermente più ottimistiche rispetto a quelle che erano state previste e che ora stiamo vedendo materializzarsi – ha affermato il Segretario generale dell’OCSE, Mathias Cormann – I responsabili politici devono ridurre durevolmente l’inflazione per raggiungere l’obiettivo e l’ampio sostegno fiscale mirando meglio alle correlate misure. Pur continuando a rispondere alle sfide economiche immediate, rimane importante dare la priorità alle riforme strutturali per aumentare la produttività, anche promuovendo la concorrenza, rilanciando gli investimenti, aumentando la partecipazione femminile alla forza lavoro e alleviando i vincoli di offerta, garantendo al contempo le trasformazioni verdi e digitali delle nostre economie”.
La ripresa rimane fragile e i rischi sono orientati verso il basso. L’incertezza sull’evoluzione della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e il suo impatto globale rimane una preoccupazione fondamentale. Alcune delle condizioni favorevoli che hanno contribuito a ridurre la domanda di energia quest’anno, come un inverno mite in Europa, potrebbero non ripetersi l’anno prossimo.
La persistenza dell’inflazione è un altro rischio chiave al ribasso. L’inflazione di fondo non dà tregua sulla scia dei forti aumenti dei prezzi dei servizi e dei maggiori profitti in alcuni settori. L’impatto dei tassi di interesse più elevati si fa sempre più sentire in tutta l’economia e una politica monetaria restrittiva, sebbene necessaria, rischia di esporre ulteriormente le vulnerabilità finanziarie, in particolare nei paesi con un debito elevato.
In questo contesto, l’Outlook delinea una serie di raccomandazioni politiche, sottolineando che la necessità di abbassare l’inflazione, adeguare la politica fiscale e promuovere una crescita sostenibile comporta sfide significative per i responsabili politici.
La politica monetaria dovrebbe rimanere restrittiva fino a quando non vi saranno chiari segnali di una riduzione duratura delle pressioni inflazionistiche correlate. Il sostegno fiscale, che ha svolto un ruolo fondamentale nell’aiutare l’economia globale durante la pandemia e la guerra in Ucraina, dovrebbe essere ridotto, diventando più mirato e calibrato sulle esigenze future. L’ampio sostegno legato all’energia dovrebbe essere ritirato poiché i prezzi dell’energia diminuiscono e i salari minimi e le prestazioni sociali vengono aumentati per tenere conto dell’inflazione passata in molti paesi.
“La politica fiscale dovrebbe dare la priorità agli investimenti pubblici che migliorano la produttività, compresi quelli che guidano la transizione verde e aumentano l’offerta di manodopera e le competenze“, ha affermato Clare Lombardelli, Capo economista dell’OCSE – I rinnovati sforzi di riforma per ridurre i vincoli nei mercati del lavoro e dei prodotti e per riaccendere gli investimenti privati e la crescita della produttività migliorerebbero gli standard di vita sostenibili e rafforzerebbero la ripresa dall’attuale prospettiva di bassa crescita“.
Le prospettive 2023 dell’OCSE includono un capitolo speciale dedicato all’emancipazione economica delle donne, che espone raccomandazioni politiche, tra cui l’ampliamento delle modalità di lavoro flessibili, la gestione dei disincentivi fiscali e previdenziali e il miglioramento dell’accesso all’assistenza all’infanzia. Si sottolinea che la rimozione delle barriere strutturali e della discriminazione per realizzare l’uguaglianza di genere deve essere una priorità assoluta per promuovere il benessere economico e la prosperità a lungo termine.
Ci sono poi le schede dedicate ai singoli Paesi, tra cui quella dell’Italia.
Secondo le proiezioni, la crescita del PIL dovrebbe diminuire e passare dal 3,8% registrato nel 2022 all’1,2% nel 2023 e all’1% nel 2024. L’inflazione elevata erode i redditi reali vista la moderata crescita dei salari, le condizioni finanziarie si inaspriscono e il sostegno fiscale eccezionale connesso alla crisi energetica è in fase di graduale ritiro, gravando sui consumi privati e sugli investimenti.

I rischi interni sono sostanzialmente bilanciati. I risparmi accumulati dalle famiglie rimangono consistenti, il che potrebbe favorire una ripresa della domanda interna più rapida di quanto attualmente previsto. In contrapposizione, i ritardi nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) potrebbero ridurre la crescita del PIL.
L’attuazione tempestiva di riforme strutturali e di piani di investimenti pubblici nell’ambito del PNRR saranno fondamentali per sostenere l’attività nel breve termine e per gettare le basi di una crescita sostenibile nel medio termine.
“Sebbene la politica di bilancio nel periodo 2023-2024 trovi un congruo equilibrio tra prudenza in materia di bilancio e sostegno alla crescita – vi si legge – nei prossimi anni sarà necessario un maggiore risanamento dei conti pubblici per reindirizzare il rapporto debito/PIL su un percorso più sostenibile. I piani di risanamento dovrebbero includere misure ambiziose per contrastare l’evasione fiscale e revisioni globali di spesa per accrescere l’efficienza della spesa pubblica. La piena attuazione degli ambiziosi piani di investimenti pubblici e delle riforme strutturali contenuti nel PNRR potrebbe determinare un aumento duraturo del PIL dell’Italia, il che comporterebbe il vantaggio aggiuntivo di esercitare un’ulteriore pressione al ribasso sul rapporto debito/PIL. Le riforme in corso della Pubblica Amministrazione, del sistema giudiziario e della concorrenza sono a buon punto e rimangono fondamentali per aumentare il PIL nel medo termine. Tuttavia, l’esborso dei fondi di Next Generation EU è decisamente in ritardo, con una spesa cumulata alla fine del 2022 pari a circa il 50% in meno rispetto ai piani di spesa iniziali, il che è principalmente dovuto ai ritardi nell’attuazione dei progetti di investimenti pubblici. Sarebbe opportuno sostituire rapidamente e in via prioritaria i progetti non sostenibili con progetti validi e rafforzare la capacità della Pubblica Amministrazione di gestire e attuare in modo efficiente i progetti di spesa pubblica previsti dal PNRR. Tali progetti comprendono, in misura fondamentale, la spesa infrastrutturale per agevolare le transizioni digitale e verde, nonché l’estensione dell’assistenza all’infanzia pubblica per l’età prescolare al fine di promuovere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro in un contesto di rapida contrazione della popolazione in età lavorativa”.