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Una nuova Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile

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La Legge n. 221/2015 “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali” (il cosiddetto “Collegato ambientale”) ha previsto che il Governo, con apposita delibera del Cipe, su proposta del Ministero dell’Ambiente (MATTM), sentita la Conferenza Stato-Regioni e acquisito il parere delle associazioni ambientali, provvede all’aggiornamento della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile, entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge e poi, successivamente, con cadenza triennale.

In vista della prossima scadenza, quindi, il MATTM ha dato il via alle Consultazioni, ospitando il 31 marzo 2016 presso il Ministero stesso un incontro con le organizzazioni che hanno aderito all’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), presentata ufficialmente alla Camera dei Deputati l’11 marzo 2016 e nata per iniziativa della Fondazione Unipolis e dell’Università di Roma “Tor Vergata”, allo scopo di far crescere nella società, nei soggetti economici e nelle istituzioni la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda globale adottata dall’ONU e di mobilitare tutti i diversi soggetti per realizzarne gli obiettivi.

Credo che mai come oggi l’aggiornamento della Strategia nazionale per lo Sviluppo Sostenibile non possa essere annoverato tra quegli obblighi solo ed esclusivamente formali di cui è piena la nostra legislazione – ha affermato il Ministro Gian Luca Galletti nel suo intervento d’apertura – Se il mondo della comunicazione non andasse spesso a rovescio rispetto alle effettive priorità del Paese, direi che un passaggio del genere dovrebbe attrarre i media e il dibattito pubblico molto più di quanto sia in grado di farlo oggi”.

Effettivamente si deve riconoscere che la copertura mediatica dell’evento è risultata assai scarsa, ma c’è da aggiungere che altrettanto poco diffusi sono stati i comunicati che lo annunciavano.

L’Italia si era dotata di una Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile alla vigilia del Vertice Mondiale di Johannesburg (26 agosto – 4 settembre 2002) dove erano individuati i principali obiettivi ed azioni per il successivo decennio, relativamente a 4 aree prioritarieclimanatura e biodiversitàqualità dell’ambiente e della vita negli ambienti urbaniuso sostenibile e gestione delle risorse naturali e dei rifiuti.

Stante l’adozione nel settembre scorso da parte dell’Assemblea delle Nazioni Unite dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) che sono entrati in vigore dal 1° gennaio 2016 e che dovranno essere conseguiti entro il 2030, è necessario che venga quanto prima aggiornata.

Rispetto ai nuovi OSS, l’Italia presenta dei punti di forza, come l’alta aspettativa di vita in buona salute, una significativa quota di energie rinnovabili, ma anche molti aspetti di debolezza, tra cui l’alto livello di percezione della corruzione, l’elevato tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile, le scarse competenze in lettura, matematica e scienze, l’alto abbandono scolastico, significative disuguaglianze di genere, elevati rischi ambientali.

Il Ministro Galletti ha confermato l’impegno a cercare soluzioni finanziarie per dare sostanza allo Sviluppo Sostenibile, rimarcando il ruolo fondamentale che l’ASviS può svolgere per aiutare il Governo a delineare la Strategia nazionale.

Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile chiede alla statistica ufficiale di rendere disponibili subito gli indicatori per monitorare i punti di forza e di debolezza del nostro Paese sui 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile su cui il Governo si è impegnato – ha sottolineato li portavoce dell’ASviS, nonché ex-Presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, illustrando il documento predisposto dall’Associazione – Inoltre, il Governo dovrebbe avviare una campagna di comunicazione e informazione a livello nazionale per sensibilizzare la popolazione all’impegno per lo sviluppo sostenibile, mentre il Parlamento dovrebbe introdurre una valutazione ex ante ed ex post dei provvedimenti legislativi per misurare il loro contributo ai 17 Obiettivi concordati in sede ONU. La Strategia nazionale deve essere disegnata con le Regioni, gli enti locali e le città e va introdotta l’educazione allo sviluppo sostenibile nelle scuole e nelle università”.

Gli obiettivi specifici dell’Alleanza sono i seguenti:

– sensibilizzare gli operatori pubblici e privati, la pubblica opinione e i singoli cittadini sull’Agenda per lo sviluppo sostenibile, anche favorendo una conoscenza diffusa delle tendenze in atto rispetto agli OSS e di quelle attese per il futuro attraverso l’impiego di tutti i mezzi di comunicazione;

– analizzare implicazioni e opportunità per l’Italia che derivano dall’adozione dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile, nonché ridurre al massimo i costi della transizione alla sostenibilità, individuando, grazie allo sviluppo di strumenti analitici appropriati, i trade-off esistenti tra diverse politiche e proponendo interventi per renderli più favorevoli;

– stimolare la ricerca e l’innovazione per lo sviluppo sostenibile, promuovendo la diffusione di buone pratiche sviluppate all’estero e in Italia, nonché lo sviluppo di strumenti analitici utili per valutare l’impatto delle politiche economiche, sociali e ambientali;

– promuovere un programma di educazione allo sviluppo sostenibile, con particolare attenzione alle giovani generazioni;

– proporre politiche volte al raggiungimento degli OSS ed esprimere opinioni riguardo a possibili interventi legislativi, cercando di valutarne l’impatto ai fini del raggiungimento degli OSS, con particolare riferimento al superamento dei divari esistenti tra le diverse regioni del nostro Paese e delle disuguaglianze tra i diversi gruppi socio-economici;

– identificare le proposte innovative che vengono dal sistema della ricerca e promuoverne la sperimentazione su scala locale e nazionale, e l’adozione da parte delle imprese e della pubblica amministrazione;

– contribuire alla predisposizione di adeguati strumenti di monitoraggio per il conseguimento degli Obiettivi in Italia, con riferimento anche a gruppi di stakeholder specifici (imprese) e a contesti territoriali locali (comunità e città), valorizzando al massimo i sistemi esistenti, quali gli indicatori del Benessere Equo e Sostenibile (BES).

L’ASviS riunisce attualmente già 80 tra le principali organizzazioni della società civile italiana e possono aderirvi associazioni rappresentative delle parti sociali, reti di associazioni della società civile, associazioni di enti territoriali, università e centri di ricerca pubblici e privati e le relative reti, associazioni di soggetti attivi nei mondi della cultura e dell’informazione, fondazioni e reti di fondazioni, soggetti italiani appartenenti ad associazioni e reti internazionali attive sui temi dello sviluppo sostenibile.

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