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Nitrati: occorre fare di più contro l’inquinamento delle acque

La relazione della Commissione UE sull’attuazione della Direttiva Nitrati per il periodo 2016-2019 sottolinea che c’è stato un rallentamento da parte degli Stati membri nella protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole, nutrienti importanti per la crescita delle piante e delle colture, ma dannose per la salute delle persone e degli ecosistemi.

La Relazione della Commissione UE sull’attuazione della Direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole per il periodo 2016-2019, mette in guardia sull’eccesso di tali nutrienti nelle acque dell’UE.

L’azoto è una sostanza nutritiva d’importanza vitale per la crescita delle piante e delle colture, ma concentrazioni elevate di questa sostanza nell’acqua sono dannose per le persone e la natura. Da decenni, i nitrati provenienti dagli effluenti zootecnici e dai concimi minerali sono una delle principali fonti di inquinamento idrico in Europa. Circa la metà dell’azoto presente nei concimi e negli effluenti utilizzati in Europa si disperde nell’ambiente circostante, con danni per la salute umana e per gli ecosistemi, in quanto causa l’esaurimento dell’ossigeno e l’eutrofizzazione.

L’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) nello Studio condotto in collaborazione con l’Ufficio Federale Svizzero per l’Ambiente (UFAM), che si è concentrato sugli aspetti critici del sistema terrestre, tra cui il ciclo dell’azoto, per definire la quota dell’Europa all’interno dello spazio operativo sicuro globale, ha stimato che nel continente il limite relativo alle perdite di azoto sia superato di un fattore pari a 3,3.

Nella relazione si sottolinea che la Direttiva nitrati ha permesso di ridurre le concentrazioni di nitrati sia nelle acque superficiali che nelle acque sotterranee dell’UE, rispetto al periodo precedente il 1991, tuttavia nell’ultimo decennio sono stati compiuti pochi progressi e l’inquinamento da sostanze eutrofizzanti provenienti dall’agricoltura continua a destare serie preoccupazioni in molti Stati membri.

L’attuazione della direttiva sui nitrati nel corso degli ultimi 30 anni ha indubbiamente migliorato la qualità delle acque dell’UE ha dichiarato Il Commissario per l’Ambiente, gli oceani e la pesca, Virginijus Sinkevičius – Constatiamo inoltre che gli sforzi concreti per passare a metodi sostenibili stanno dando i loro frutti. Tuttavia, il cambiamento non avviene a ritmo sufficientemente sostenuto per evitare danni alla salute umana e proteggere gli ecosistemi più fragili. In linea con il Green Deal europeo, è ora necessaria un’azione più urgente per conseguire un’agricoltura sostenibile e proteggere il nostro prezioso approvvigionamento idrico“.

Concentrazioni medie annue di nitrati nelle acque sotterranee a livello di Unità Territoriali Statistiche (NUTS2) per il periodo di riferimento 2016-2019.

I nitrati mettono a rischio la salute umana, in particolare a causa dell’inquinamento dell’acqua potabile. Ciò ha ripercussioni economiche significative anche in termini di risanamento delle acque destinate al consumo umano e per le comunità che dipendono dalle acque inquinate, come il settore della pesca e del turismo. Si calcola che i costi ambientali complessivi di tutte le perdite di azoto reattivo in Europa possono variare da 70 a 320 miliardi di euro l’anno, mentre le perdite di introiti potenziali per gli agricoltori che varia da 13 a 65 miliardi di euro l’anno. Cifre che superano di gran lunga il costo della riduzione dell’inquinamento alla fonte.

Nel periodo 2016-2019, in tutti gli Stati membri il 14,1 % delle acque sotterranee superava ancora il limite di concentrazione di nitrati fissato per l’acqua potabile. Secondo i risultati, le acque dichiarate eutrofiche nell’UE comprendono l’81 % delle acque marine, il 31 % delle acque costiere, il 36 % dei fiumi e il 32 % dei laghi.

La Commissione UE ha annunciato che si adopererà per migliorare il rispetto della Direttiva sui nitrati, che è una condizione imprescindibile per raggiungere l’obiettivo di riduzione delle perdite di nutrienti di almeno il 50 % entro il 2030, fissato dal Green Deal europeo, che può essere conseguito solo con un rafforzamento delle misure nella maggior parte degli Stati membri, sia a livello nazionale che regionale.

Nel complesso la qualità dei Programmi d’azione nazionali è migliorata, ma in molti casi le misure in vigore non sono sufficientemente efficaci per lottare contro l’inquinamento nelle zone in cui la pressione agricola è aumentata. A livello nazionale nella lotta contro l’inquinamento provocato dai nitrati, si deve tener conto in misura maggiore delle ripercussioni dei cambiamenti climatici.

Il Belgio, la Repubblica ceca, la Danimarca, la Germania, la Finlandia, l’Ungheria, la Lettonia, il Lussemburgo, Malta, i Paesi Bassi, la Polonia e la Spagna si trovano ad affrontare le sfide più pressanti poste dall’inquinamento da sostanze eutrofizzanti provenienti dall’agricoltura. Anche Bulgaria, Cipro, Estonia, Francia, Italia (nel periodo di riferimento sono state avviate procedure di infrazione per: stabilità della rete di controllo; designazione delle zone vulnerabili ai nitrati; programmi d’azione), Portogallo e Romania presentano aree critiche dove il livello dell’inquinamento dovrebbe essere ridotto rapidamente.

La Strategia “Farm to Fork” (Dal produttore al Consumatore) e la Strategia sulla Biodiversità, iniziative chiave del Green Deal europeo, si sono prefisse di dimezzare le perdite di nutrienti entro il 2030. Ciò dovrebbe avvenire in particolare attuando e applicando pienamente la pertinente legislazione in materia di ambiente e di clima. Anche il Piano d’azione “Inquinamento zero”, che mira a ridurre l’inquinamento atmosferico, idrico e del suolo a livelli che non sono più considerati nocivi per la salute e per gli ecosistemi naturali entro il 2050, contribuirà a ridurre l’inquinamento da sostanze eutrofizzanti.

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