Circular economy

Moda: dal Greenwashing ai Green Claims

Un webinar di Erion Textiles, presentando i dati di 3 indagini condotte da IPSOS che evidenziano come gli italiani siano interessati al tema della sostenibilità della moda, sottolinea come attraverso una gestione circolare dei rifiuti tessili, il settore possa trasformare le sfide ambientali in opportunità di crescita e credibilità.

Il 54% degli italiani percepisce il greenwashing come pratica aziendale diffusa e un giovane su 3 dichiara di aver boicottato un’azienda sospettata di greenwashing.

Sono alcuni dei dati che emergono da 3 indagini condotte da Ipsos, che sono stati approfonditi nel corso del webinar “: regole e strumenti per una comunicazione trasparente nella moda”, organizzato il 23 gennaio 2024 da Erion Textiles, il Consorzio del Sistema Erion dedicato ai Rifiuti di Prodotti Tessili.

Questi dati, sottolinea il Consorzio, rappresentano una grande opportunità per il settore tessile di abbracciare una trasformazione radicale, senza cadere nelle pratiche di “greenwashing”. Infatti, questo fenomeno viene percepito dal 54% degli italiani come pratica diffusa nelle aziende. Inoltre, un italiano su 3 ritiene che le aziende virtuose in Italia siano meno del 30%. Non solo, il 15% ha dichiarato di aver boicottato un’azienda perché sospettata di greenwashing. Se si guarda solo ai giovani tra 18 e 24 anni la percentuale sale al 33%. Inoltre, sempre secondo le indagini di Ipsos, il 22% degli italiani ritiene che molte iniziative dei brand siano finalizzate al profitto piuttosto che a un vero e proprio cambiamento sostenibile. Mentre il 20% crede che queste attività siano mirate principalmente a conquistare un target giovane

Con l’entrata in vigore della Direttiva 2024/825/UE, denominata Direttiva Greenwashing  diverse pratiche sono vietate e, soprattutto, non è più possibile esibire un marchio di sostenibilità che non sia basato su un sistema di certificazione approvato.

Per quanto riguarda il settore della moda sostenibile, tra gli italiani che dichiarano il proprio interesse per tale settore, l’81% sono donne, sempre più consapevoli e sensibili verso quelli che sono i temi ambientali e principali promotrici del cambiamento verso una moda più circolare. Sempre da questo emerge l’interesse verso prodotti second hand e sostenibili, oltre ad una particolare attenzione alle pratiche di produzione e ai processi trasparenti.

Dal 1° gennaio 2025 la raccolta differenziata dei rifiuti tessili è diventata obbligatoria in tutti i Paesi membri dell’UE, mentre l’Italia aveva anticipato tale scadenza al 1° gennaio 2022 con il recepimento del “Pacchetto economia circolare rifiuti”, ma i risultati non sono incoraggianti dal momento che dall’ultimo Rapporto ISPRA sui Rifiuti Urbani, riferito ai dati del 2023, il tessile ha costituito lo 0,7% delle frazioni raccolte, nonostante l’Italia produca, secondo quanto riferisce riporta Erion, il maggior quantitativo di rifiuti tessili in UE (23kg per abitante). 

In questo contesto, Erion Textiles si pone come partner strategico per aiutare le aziende a navigare nel complesso panorama della sostenibilità, promuovendo un approccio concreto e orientato all’economia circolare – ha sottolineato Marta Macchi, Communications, Marketing & Sales Manager di Erion Attraverso soluzioni innovative per la gestione responsabile dei rifiuti tessili e la creazione di processi trasparenti e verificabili, vogliamo supportare il settore moda nel trasformare le sfide ambientali in opportunità di crescita e credibilità. Aiutiamo i nostri Soci non solo a rispettare le regole, ma anche a ispirare fiducia attraverso azioni tangibili, anche piccole, in grado di dimostrare un primo impegno per l’ambiente che ci circonda”.

In copertina: Foto di Waldemar su Unsplash

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