Cibo e alimentazione

Insetti: da ENEA soluzioni ecosostenibili per l’allevamento

Una ricerca condotta dalCentro Ricerche Trisaia (Matera) dell’ENEA,ha dimostrato che è possibile rendere più ecosostenibile l’allevamento di insetti per realizzare prodotti da utilizzare in diversi settori, tra cui l’alimentazione sia animale (feed) che umana (food).

A seguito dell’autorizzazione da parte della Commissione UE della vendita di farina di Tenebrio molitor (tarma della farina), una nota stampa dell’ENEA ricorda che sulla rivista internazionale Agriculture con il titolo “Prickly Pear Cladodes as an Alternative Source of Water in Small- and Medium-Scale Yellow Mealworm Rearing” erano stati pubblicati i risultati di una ricerca, condotta dal Laboratorio di Bioprodotti e Bioprocessi del Centro Ricerche Trisaia (Matera) dell’ENEA, volta a valutare la possibilità di sostituire le consuete fonti vegetali di integrazione umida utilizzate nell’allevamento di Tenebrio molitor con alternative sostenibili, tra cui i cladodi di fico d’India ( Opuntias ficus indica).

“In generale, l’allevamento di insetti consente un risparmio di acqua rispetto agli allevamenti tradizionali e una minore emissione di gas serra, a parità di quantità di proteine prodotte – ha affermato Simona Errico, autrice corrispondente dello studio – Ma i risultati ottenuti si sono rivelati ancora più interessanti per la riduzione dei consumi di elettricità, grazie all’impiego delle pale di fico d’India (cladodi) al posto di carote, patate e mele come nuova fonte idrica della tarma della farina”.

La nuova matrice vegetale, infatti, deperisce più lentamente, non ammuffisce e, soprattutto, può essere conservata per lunghi periodi a temperatura ambiente, abbattendo così il dispendio di energia legato all’utilizzo del frigorifero, che invece risulta necessario per carote, patate e mele – ha aggiunto Errico – Ma i vantaggi non finiscono qui: infatti, le pale di fico d’India, sottoprodotto non destinato all’alimentazione umana,  sono largamente diffuse nell’area del Mediterraneo e le larve del Tenebrio molitor sembrano preferirle ad altre fonti idriche già in uso”.

Da quando nel 2021 la Commissione europea ha iniziato ad approvare l’utilizzo di quattro tipologie di insetti per il consumo umano, si erano accesi i riflettori sulle condizioni di allevamento e sulle potenzialità di altre specie ancora in attesa di approvazione.

Presso il Centro Ricerche Trisaia alleviamo da diverso tempo il Tenebrio molitor, che rappresenta un modello di studio molto interessante per produzioni sempre più innovative e sostenibili – ha sottolineato la ricercatrice – Nel nostro caso, ad esempio, cerchiamo di utilizzare, tutto quello che è possibile ottenere dal suo allevamento, come polveri proteichefrass (gli escrementi prodotti dagli insetti), larve essiccate ed esuvie (i resti dell’esoscheletro), ovviamente ciascuno nel settore più affine”.

Grazie all’esperienza maturata in questo ambito, la ricercatrice ENEA ha firmato anche l’editoriale di un numero speciale della rivista Agriculture, intitolato “Sustainability and Perspectives of Edible Insect Rearing and Utilization of Their Products and Byproducts”, che raccoglie otto contributi scientifici da diversi Paesi nel mondo che suggeriscono nuove prospettive sull’uso di prodotti e sottoprodotti dell’allevamento di insetti commestibili quali: il Bombyx mori, un lepidottero chiamato anche “bombice del gelso”  (il baco da seta) che in Europa non è stato proposto per l’alimentazione umana, ma viene normalmente utilizzato a questo scopo in Asia; l’Hermetia illucens, chiamata anche “mosca soldato” perché la testa dell’adulto somiglia all’elmetto di un soldato, che in Europa è stato proposto per l’alimentazione umana, ma non approvato dalla UE e il Tenebrio molitor.

L’interesse riscosso dal numero speciale della rivista evidenzia l’importanza e l’attualità del tema, offrendo spunti per nuove ricerche e risposte concrete alle sfide poste dal mondo produttivo e dai consumatori. L’obiettivo? Rendere l’allevamento di insetti non solo una realtà sostenibile, ma anche una possibilità per utilizzare i derivati della trasformazione di questi insetti nel feed, cioè nell’alimentazione animale, come sempre più allevatori richiedono”. In copertina: la larva della farina predilige le pale (cladide)

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