Il 2° Rapporto sullo stato di avanzamento dell’Impegno Globale per la Nuova Economia della Plastica di EMF e UNEP indica che, nonostante alcuni progressi, i sottoscrittori devono fare maggiori e più veloci sforzi per conseguire gli obiettivi al 2025 di eliminazione degli imballaggi in plastica o di uso di materiale riciclato.
Il 5 novembre 2020, la Ellen MacArthur Foundation (EMF), in collaborazione con il Programma Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) e i Governi e le imprese che hanno aderito all’Impegno Globale per la Nuova Economia della Plastica (New Plastics Economy Global Commitment) per affrontare il problema dei rifiuti e dell’inquinamento delle plastiche alla fonte, ha pubblicato il 2° Rapporto sullo stato di avanzamento degli impegni assunti che evidenzia come, nonostante alcuni progressi, si debba fare ben di più e con maggiore velocità per conseguire gli obiettivi al 2025 di contrasto all’inquinamento della plastica, eliminando gli imballaggi in plastica e aumentando l’uso di plastica riciclata negli imballaggi di almeno cinque volte.
Lanciato nel 2018 l’Impegno Globale conta ad oggi oltre 450 Imprese, Governi e Istituzioni finanziarie che hanno aderito all’iniziativa (tra ii sottoscrittori Novamont, Ferrero, Barilla, Gruppo Hera, Nuceria, Serioplast, Ecopixel, Sidel, Brandart Image Packaging Srl, Coster e tra i sostenitori accademici l’Università di Pavia, l’Università Bocconi e Politecnico di Milano), con aziende che rappresentano il 20% di tutti gli imballaggi in plastica prodotti a livello globale.
Alla rete idealmente si unisce anche l’European Plastic Pact, sottoscritto il 6 marzo 2020 da 15 Paesi (tra cui l’Italia) e 66 Aziende e Organizzazioni, una coalizione pubblico-privata che vuole realizzare un’economia europea delle materie plastiche veramente circolare, evitando i rifiuti di plastica e riunendo tutti gli attori della catena del valore.
Secondo
Il Rapporto 2020 sono stati compiuti progressi significativi in 2 aree chiave:
l’inclusione di contenuto riciclato
negli imballaggi in plastica e l’eliminazione
graduale delle categorie problematiche più comunemente identificate di
imballaggi in plastica, come PS,
PVC, nerofumo non rilevabile, sacchetti
di plastica monouso e cannucce.
Tuttavia, sono stati fatti limitati progressi nella riciclabilità degli imballaggi in plastica e nella riduzione della necessità di imballaggi monouso: i progressi nel passaggio agli imballaggi riutilizzabili sono limitati e gli sforzi di eliminazione rimangono concentrati su un insieme relativamente piccolo di materiali e formati.
Esistono anche differenze significative nel tasso di progresso tra i firmatari: mentre alcuni hanno compiuto grandi passi in avanti, altri hanno mostrato progressi minimi o nulli rispetto agli obiettivi quantificati.
Di seguito i risultati chiave del Rapporto.
– Il contenuto riciclato negli imballaggi in plastica è cresciuto del 22% su base annua, raggiungendo il 6,2% in media per i prodotti confezionati e del commercio al dettaglio dei sottoscrittori dell’Impegno Globale.
– Il 31% dei prodotti confezionati e del commercio al dettaglio dei sottoscrittori hanno in atto obiettivi per ridurre la plastica vergine negli imballaggi o di ridurre del tutto gli imballaggi in plastica.
– Gli sforzi di eliminazione rimangono concentrati su un insieme relativamente piccolo di materiali e formati e vengono consegnati principalmente attraverso la sostituzione con altra plastica o carta o alleggerimento (spesso riducendo lo spessore, ad esempio), piuttosto che la completa riduzione dell’uso di imballaggi monouso.
– Gli imballaggi riutilizzabili sono aumentati marginalmente rispetto all’anno precedente (0,1%) e rimangono bassi all’1,9% per i prodotti confezionati e di vendita al dettaglio, mentre si assiste ad un ulteriore aumento delle iniziative pilota per il riutilizzo.
– Sono stati segnalati investimenti sostanziali per il raggiungimento degli obiettivi per il 2025, portando l’importo totale pubblicamente impegnato dai firmatari del Global Commitment per oltre 10 miliardi di dollari.
In risposta a questi risultati e all’ultima scienza sottoposta a revisione paritaria, EMF e UNEP rivolgono 4 inviti all’azione, fondamentali per raggiungere gli obiettivi al 2025 e raggiungere la più ampia transizione di sistema.
Alle aziende
firmatarie si chiede di:
– agire con convinzione sui tipi di imballaggio che oggi non sono riciclabili,
sviluppando e mettendo in atto una tabella di marcia per far funzionare il
riciclaggio o per innovare in modo decisivo per non averne necessità;
– fissare ambiziosi obiettivi di riduzione.
Ai Governi si chiede di:
– definire politiche e meccanismi che forniscano finanziamenti dedicati e
stabili per la raccolta e lo smaltimento, attraverso contributi equi al settore,
come la responsabilità estesa al produttore (EPR), in assenza dei quali è
improbabile l’EPR, senza i quali è improbabile che il riciclaggio funzioni;
– stabilire un percorso globale e creare un quadro d’azione internazionale,
attraverso l’Assemblea delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEA), basandosi
sulla visione di un’economia circolare per la plastica.
“Nel momento in cui la pandemia di Covid-19 ha ulteriormente mostrato gli inconvenienti della nostra economia lineare, sottolineando l’urgente necessità di ripensare al modo in cui produciamo, utilizziamo e riutilizziamo la plastica – hanno sottolineato congiuntamente Andrew Morlet, Amministratore delegato di EMF, e Inger Andersen, Direttrice esecutiva dell’UNEP – Abbiamo, ad esempio, assistito a una domanda in aumento per contenitori di cibo da asporto e in plastica alveolare – la maggior parte non riciclabile – e la battuta di arresto o l’inversione di politiche volte a ridurre i prodotti di plastica monouso. Un’economia circolare non offre solo l’opportunità per affrontare l’inquinamento della plastica alla fonte, ma anche per costruire un’economia più resiliente e rigenerativa, aiutandoci a ripristinare l’ambiente, creare posti di lavoro e giovare alla società”.
“Questa crisi ha anche dimostrato la velocità con cui il mondo può mobilitare il cambiamento e dopo il COVID-19 i piani di ripresa economica rappresentano un’opportunità per intraprendere le azioni necessarie contro l’inquinamento da plastica – concludono Morlet e Andersen – Stiamo sollecitando l’industria ad intensificare gli sforzi per ridurre gli imballaggi e i prodotti monouso, eliminare quelli che non hanno un percorso credibile per essere riciclati nella pratica e su larga scala. L’industria non può realizzare questo cambiamento da sola, quindi chiediamo anche ai responsabili politici di mettere in atto le condizioni favorevoli, gli incentivi e le strutture per accelerare la transizione verso un’economia circolare per la plastica”.
Lo scorso ottobre la Fondazione Ellen MacAthur ha pubblicato il Rapporto “Circular economy and the Covid-19 recovery” che indica ai policy maker come imboccare la strada di una transizione verso un futuro sostenibile, tramite 10 opportunità di investimenti circolare in 5 settori chiave: Ambiente edificato, Mobilità, Imballaggi in plastica, Moda e tessile e Alimentare.