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“Loss&Damage”: 76% degli italiani favorevole a compensazioni

L’indagine della BEI, pubblicata alla viglia della COP28, evidenzia che la maggioranza dei cittadini nelle più importanti economie mondiali è cosciente  delle sfide legate ai cambiamenti climatici, è convinta che le misure per combattere i cambiamenti climatici miglioreranno la vita quotidiana delle persone, è consapevole che i costi per la transizione inciderà sui bilanci personali, riconosce la responsabilità storica dei paesi sviluppati e concorda sul fatto che i propri paesi debbano compensare finanziariamente i paesi colpiti (“Loss&Damage), in particolare gli italiani sono favorevoli per il 64% contro la media UE del 60%.

Gli impatti dei cambiamenti climatici e il degrado ambientale sono in cima alla lista delle sfide percepite in India e Cina, mentre sono secondi solo al costo della vita nell’Unione Europea, negli Stati Uniti e in Giappone

È quanto emerge dalla VI edizione dell’Indagine sul clima, pubblicata dalla Banca Europea degli Investimenti (BEI) alla vigilia della COP28 (Dubai, 30 novembre – 12 dicembre 2023) e condotta dalla società di ricerca e consulenza BVA Group tra agosto e settembre 2023, che offre approfondimenti sulle opinioni delle persone in relazione ai cambiamenti climatici con più di 30 000 intervistati nelle principali economie di tutto il mondo (UE, Stati Uniti, in Cina, India, Giappone, Regno Unito, Emirati Arabi Uniti, Canada e Corea del Sud).

Una netta maggioranza di tutti gli intervistati, ad eccezione di quelli giapponesi, ritiene che le misure per combattere i cambiamenti climatici miglioreranno la vita quotidiana delle persone, compresa la qualità del cibo e della salute (UE 61%; Stati Uniti: 66%; Cina: 69%; India: 65% e Giappone: 47%).

Gli intervistati europei e giapponesi sono divisi sulla questione se la transizione verde creerà o eliminerà posti di lavoro (51% e 49%, rispettivamente), mentre le loro controparti americane, cinesi e indiane sono più ottimiste (57%, 70% e 63%, rispettivamente) e credono che verranno creati posti di lavoro aggiuntivi netti.

Gli intervistati riconoscono che il costo finanziario della transizione verde probabilmente inciderà sui bilanci personali – soprattutto quelli delle famiglie a basso reddito – e sostengono politiche che tengano conto delle disuguaglianze sociali ed economiche per affrontare l’emergenza climatica. La maggior parte afferma che per avere successo, la transizione verso un’economia climaticamente neutra deve anche affrontare le disuguaglianze (UE 68%; Stati Uniti: 56%; Cina: 59%; India: 59%; e Giappone: 62%).

Tuttavia, alcuni intervistati non hanno fiducia nella capacità del governo di portare avanti una transizione così equa. La maggior parte degli intervistati nell’UE (62%) e in Giappone (60%) afferma di non essere fiduciosa che i propri governi possano affrontare entrambe le sfide contemporaneamente, mentre gli intervistati di Stati Uniti, Cina e India sono più ottimisti, con il 57%, rispettivamente il 93% e l’88% degli intervistati confida nel proprio governo in questo duplice compito.

Sulla questione del risarcimento ai paesi in via di sviluppo per aiutarli ad affrontare gli impatti del cambiamento climatico (Loss&Damage, tema cruciale alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici di Dubai), l’indagine mostra che la domanda globale di equità si estende oltre i confini nazionali.

Consapevoli di una responsabilità storica, la maggior parte degli intervistati dell’UE (60%), degli Stati Uniti (63%), della Cina (74%) e del Giappone (72%) concordano sul fatto che i loro paesi dovrebbero compensare finanziariamente i paesi colpiti per aiutarli a combattere il clima.

I risultati dell’indagine mostrano che la maggior parte degli intervistati sarebbe disposta a pagare imposte sul reddito più elevate per aiutare le famiglie a basso reddito a far fronte ai costi della transizione verde (UE: 59%; Stati Uniti: 67%; Cina: 90%; India: 89% ; e Giappone: 58%).
Più specificamente, il 46% degli intervistati europei ha dichiarato che sarebbe d’accordo a pagare l’1-2% in più (Stati Uniti: 40%; Cina: 59%; India: 45%; e Giappone: 45%), mentre il 13% degli intervistati europei accettano di pagare fino al 5-10% in più (Stati Uniti: 27%; Cina: 31%; India: 44%; e Giappone: 13%).

La stragrande maggioranza degli intervistati ha affermato che sarebbe favorevole anche ad altri tipi di tasse legate all’ambiente. Ad esempio, il 74% degli intervistati dell’UE ha affermato che sarebbe favorevole a una riforma fiscale sui combustibili fossili (Stati Uniti: 78%; Cina: 94%; India: 92%; e Giappone: 71%) per eliminare sussidi e agevolazioni fiscali per il settore dell’aviazione e altre industrie che dipendono fortemente dai combustibili fossili.

L’ultima indagine della BEI sul clima sottolinea la profonda consapevolezza delle persone riguardo ai cambiamenti climatici e l’impegno ad affrontarlo direttamente – ha dichiarato Ambroise Fayolle, Vicepresidente della BEI – Riconoscono che una transizione di successo verso un mondo climaticamente neutro va di pari passo con la risoluzione delle disuguaglianze sociali ed economiche a livello nazionale e globale. Alla BEI siamo pienamente impegnati a sostenere una transizione giusta che non lasci indietro nessuno. La solidarietà e le misure attuabili sono ora più importanti che mai”.

L’indagine contiene anche le schede dedicate ai singoli Paesi membri dell’UE. Da quella dell’Italia emerge che:
-l’aumento del costo della vita e le preoccupazioni climatiche e ambientali sono in cima alla lista delle sfide che gli intervistati italiani vedono per il loro Paese;
– oltre i due terzi ritengono che il passaggio a un’economia climaticamente neutra possa avvenire solo se allo stesso tempo si affrontano le disuguaglianze;
– l’80% degli intervistati italiani è favorevole all’eliminazione dei sussidi e delle agevolazioni fiscali per il settore dell’aviazione e per tutte le aziende che fanno molto affidamento sui combustibili fossili;
– la maggioranza afferma che accetterebbe un aumento dell’imposta sul reddito per aiutare le persone con i redditi più bassi ad adattarsi alle politiche legate al clima;
– gli intervistati sarebbero perlopiù d’accordo con l’introduzione di un aumento dell’imposta sul reddito per dare una mano a coloro che si adeguano alle politiche correlate al clima e appartengono alle fasce più basse di reddito;
– la maggior parte degli intervistati (64% contro il 60% della media UE) considera che il Governo debba compensare finanziariamente i paesi colpiti dagli effetti dei cambiamenti climatici (Loss&Damage), di cui non sono responsabili.

Sono molto lieta di osservare che gli italiani sono sempre più consapevoli e impegnati nella lotta ai cambiamenti climatici – ha osservato al riguardo Gelsomina Vigliotti, la Vicepresidente italiana della BEI – Affrontare la crisi climatica mondiale è essenziale per garantire stabilità, prosperità e sicurezza. Come Banca del Clima dell’UE, siamo orgogliosi che nel 2022 più della metà dei finanziamenti del Gruppo BEI nel Paese sono stati dedicati alla sostenibilità ambientale e alla sicurezza energetica. Si tratta di un volume eccezionale che vogliamo ripetere negli anni a venire“.

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