Fonti rinnovabili

IREX 2016: le aziende italiane delle rinnovabili crescono… all’estero!

IREX 2016

Nel 2015 l’Italia ha investito nel settore delle rinnovabili complessivamente 9,95 miliardi di euro, ma più dell’80% dei progetti per nuovi impianti sono stati effettuati all’estero, principalmente in Sud America e Africa.

Il dato emerge dall’IREX Annual Report 2016, realizzato da Althesys (Società di consulenza e ricerca nei settori ambiente, energia, utilities), che monitora le tendenze e le strategie del comparto, fornendo l’analisi degli investimenti e valutando l’apporto delle rinnovabili all’economia del Paese, e presentato il 21 aprile 2016  nel corso del Convegno tenutosi presso l’Auditorium del GSE dal titolo “L’energia cambia. Mercato elettrico, rinnovabili e tecnologie”.

Il mercato dell’energia è in continuo mutamento, grazie alle rinnovabili, che hanno svolto un ruolo centrale e competitivo anche rispetto alla generazione tradizionale – ha commentato l’economista Alessandro Marangoni, Amministratore delegato di Althesys e coodinatore della ricerca – Le imprese sono chiamate oggi ad affrontare una nuova sfida: quella della digitalizzazione delle reti elettriche che sta facendo nascere anche in Italia innovativi modelli di business, in grado di unire energie rinnovabili, efficienza energetica e nuovi servizi”.

Il Rapporto (“La trasformazione dell’industria italiana delle rinnovabili tra integrazione e internazionalizzazione”) indica che nel 2015 si sono registrate 140 operazioni che in totale hanno dato luogo ad investimenti per 9,95 miliardi di euro, pari a 6.231 MW (+31,5% rispetto al 2014), per la maggior parte dedicata alla realizzazione dei nuovi impianti e progetti all’estero.

Hanno trainato la crescita interna le operazioni legate all’eolico, che hanno inciso per il 67,6% della potenza autorizzata e installata nel 2015 (1.624 MW, +58% rispetto al 2014), con 2,4 miliardi di euro di investimenti. Di questi, solo il 25% sono avvenuti in Italia, con una taglia media degli impianti di 20 MW. Secondo il Rapporto, per l’eolico la diminuzione degli incentivi non ha cambiato in maniera significativa il quadro del settore che mostra tuttora buoni profitti nella maggior parte dei Paesi europei, anche se si deve sottolineare che rispetto alla media europea gli oneri fiscali in Italia superano la media europea di più del triplo, facendo salire del 17% il costo del chilowatt.

È cresciuto anche l’idroelettrico passato dai 105MW del 2014 ai 401MW del 2015, sviluppati, anche questi, quasi esclusivamente all’estero.
Sono risultate in calo, invece, le operazioni nel fotovoltaico (-35% rispetto al 2014), che contribuiscono solo per il 19% alla crescita interna, per un totale di 359 MW, tutte localizzate all’estero. Si conferma che per il mercato italiano il prossimo futuro è principalmente legato alla produzione diffusa con impianti di piccola taglia, il cui sviluppo è favorito dalla capacità innovativa della nostra filiera tecnologica.

Male anche gli investimenti in impianti a biomasse che hanno avuto un calo della potenza mappata del 56%, ed è scomparso di fatto il biogas, ormai limitato solo all’installazione di piccoli impianti, mentre il biometano non è riuscito a decollare per il sofferto e lungo iter legislativo.

Nonostante tutto, le aziende italiane crescono… soprattutto all’estero.
Questo perché in Italia il mercato è saturo e perchè gli incentivi sono terminati – ha proseguito Marangoni – La cosa interessante è che sta crescendo anche una filiera tecnologica italiana, da un lato nicchie come il mini idroelettrico e dall’altro quello delle smart grid, degli accumuli, dell’efficienza energetica,  è un tessuto di aziende italiane che sta venendo fuori, bisognerà vedere che sviluppo futuro avranno, oggi ci sono dei segnali interessanti”.

Il Rapporto evidenzia anche la crescita delle operazioni di efficienza energetica, che nel 2015 hanno coperto il 17% del totale, contro il 5% dell’anno precedente. Gli accordi di collaborazione pesano per il 38% e sono principalmente partnership strategiche, che vedono coinvolti player energetici e tecnologici per lo sviluppo di sistemi di accumulo da integrare con impianti a fonti rinnovabili, sistemi vehicle-to-grid e smart grid.

La digitalizzazione delle reti – si legge nel report – consentirà soluzioni smart, cambierà i modelli di produzione e quelli di consumo, facendo evolvere la filiera tecnologica italiana, con lo sviluppo di nuovi sistemi e modelli di business. La generazione distribuita continuerà a crescere con il fotovoltaico previsto nel 2025 fino a 29 GW contro i 19 scarsi attuali.

L’Italia ha ancora un forte potenziale non sfruttato nel rinnovamento degli impianti esistenti – ha concluso Marangoni – Per l’eolico e l’idroelettrico si potrebbe far crescere la produzione di quasi il 50% la produzione italiana, semplicemente riammodernando quelli esistenti e semplificando le procedure autorizzative, oggi scoraggianti per le imprese”.

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