Infrastrutture e mobilità

Green mobility: il futuro dei trasporti è, necessariamente, eco

futuro dei trasporti

di Nicoletta Canapa

Mobilità a emissioni zerosalvaguardia dell’ambiente controllo dei cambiamenti climatici: questi sono solo alcuni degli aspetti positivi di un fenomeno in timida crescita come quello della diffusione di auto ibride o elettriche.

A Roma, in occasione del Gran Premio di Formula E e nell’ambito di un incontro pensato in previsione degli Stati Generali della mobilità elettrica e sicura, organizzato dal Forum QualeMobilità, è stato presentato il volume Green Mobility – Come cambiare la città e la vita, frutto di piani di lettura diversi, ma convergenti, verso una mobilità sostenibile.

In un Paese con 38 milioni di auto private, neanche 100 mila autobus e 6 mila auto in car sharing, la notizia è la crescita della sharing mobility – ha dichiarato Andrea Poggio, curatore del volume – Qualsiasi ulteriore riduzione dell’inquinamento obbliga a un salto tecnologico e a cambiamenti importanti negli stili di mobilità: una quota crescente di veicoli (dal monoruota all’autobus) a zero emissioni, veicoli elettrici o a idrogeno, generati da fonti rinnovabili. Anche l’Europa dovrebbe introdurre ‘quote obbligatorie’ di mercato di veicoli elettrici, come fanno la Cina, la California e altri dieci stati USA. Legambiente sta chiedendo all’Europa e all’Italia quote progressivamente crescenti di ZEV, sino al 100% dopo il 2030”.

Nonostante il 4° Osservatorio Nazionale sullo stile di vita sostenibile abbia evidenziato che gli italiani sono sempre più sensibili nei riguardi della sostenibilità ambientale, dalla terza rilevazione semestrale dell’Osservatorio sulla mobilità nuova sostenibile, condotta da Lorien Consulting, in collaborazione con Legambiente, è emerso che tuttora sono divisi riguardo alle misure da attuare per far fronte al problema dell’inquinamento atmosferico:
– il 46% sarebbe preoccupato al punto di chiedere maggiori limitazioni alla vendita e alla circolazione di mezzi inquinanti;
– il 48%, al contrario, considera inutili ulteriori limitazioni.
Inoltre, il 17% degli italiani ha dichiarato di aver tenuto in forte considerazione il tema ambientale prima di esprimere la propria preferenza politica alle ultime elezioni politiche.

Si fa sempre più ricorso alla sharing mobility, nonostante la scarsità dell’offerta sull’intero territorio nazionale, anche se continua a prevalere l’abitudine ad usare il mezzo proprio che viene utilizzato quotidianamente da 4 italiani su 10. Addirittura sarebbe calato dell’8% il numero degli italiani che hanno utilizzo i mezzi pubblici.

È innegabile che le emissioni dei gas di scarico delle automobili a combustione interna contribuiscano al riscaldamento del Pianeta, per arginare il quale 196 Paesi di tutto il mondo hanno stipulato gli Accordi di Parigi. Secondo quanto deciso nel 2015, entro 20 anni le emissioni di gas delle auto a benzina o diesel dovrebbero arrestarsi del tutto.

Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), per mantenere il target del riscaldamento globale entro i +2 °C, nel corso del prossimo ventennio le auto elettriche in circolazione nel mondo dovrebbero arrivare a circa 600 milioni, mentre ad oggi siamo ad appena 2 milioni.

Un mercato, quello delle eco car, in timida crescita: la Cina è il Paese dove ne vengono vendute di più, mentre non sono stati da meno gli USA, nonostante la fuoriuscita dagli Accordi di Parigi decisa dal Presidente Donald Trump. Gli Stati Uniti costituiscono infatti il secondo mercato al mondo per vendita di auto elettriche, frutto degli ecoincentivi promulgati durante il mandato di Barack Obama, tanto che nel 2017 le eco immatricolazioni sono state poco meno di 200.000 su un totale di 17,2 milioni di nuovi mezzi in circolazione.

Anche nel Vecchio Continente le automobili ecosostenibili hanno registrato un incremento, ma non superano comunque ad oggi l’1% dei veicoli totali in circolazione: le auto elettriche sono state 149.086 su 15,3 milioni.

E in Italia? Nel Bel Paese, come spesso accade, tendiamo ad arrivare un po’ più tardi. Le auto a benzina e diesel continuano ad essere le più richieste. Secondo il focus dell’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, nel 2017 ne sono state vendute 1.907.962, con un aumento del 7,9%.

Le auto ibride e elettriche presentano tuttora alcune limitazioni che non ne favoriscono l’acquisto, tra cui:
– ridotta autonomia chilometrica;
– scarsi punti e lunghi tempi di ricarica. Mentre in Norvegia , c’è una colonnina di ricarica ogni 671 persone, a Roma, ad esempio, ci sono poco più di 300 punti di ricarica pubblici: 158 per le automobili e 175 per moto e quadricicli. Nel complesso, l’Italia dispone di appena 4 mila punti di ricarica pubblici, quanti ne conta la sola città di Amsterdam.

E se, alla luce agli Accordi di Parigi del 2015, i Paesi Bassi vieteranno la vendita delle auto convenzionali nel 2025 e ne proibiranno definitivamente la circolazione nel 2035, in Italia una risoluzione del Senato ha fatto slittare il tutto al 2040: solo fra 22 anni, infatti, ne verrebbe vietata la vendita.

Manca un programma ben definito per preparare il nostro Paese a questo cambiamento epocale, che senza ecoincentivi adeguati non decollerà.

L’auto elettrica, peraltro, è solo una delle variabili della trasformazione, perché a cambiare sarà l’intero sistema della mobilità urbana che sarà connessa, condivisa e intermodale. É giunto il momento di prendere coscienza che la mobilità sostenibile non è solo un’utopia, ma una realtà più vicina di quanto abbiamo finora immaginato.

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