Dal Rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente risulta che i potenti gas serra che si sono rivelati più determinanti nel riscaldamento globale dei clorofluorocarburi, lesivi dell’ozono, che avevano sostituito, sono in decremento sia in termini di produzione che di consumi, secondo la traiettoria prevista dall’UE di riduzione di due terzi al 2030 rispetto al livello base del 2010.
I gas serra disciplinati dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) includono diversi gruppi di gas fluorurati (F-GAS): gli idrofluorocarburi (HFC), i perfluorocarburi (PFC), l’esafluoruro di zolfo (SF6) e trifluoruro di azoto (NF3) e sono contemplati nel Protocollo di Kyoto e inclusi nell’impegno dell’UE (INDC), per la loro alta potenzialità di influire sul riscaldamento globale.
I gas fluorurati sono potenti gas serra di breve durata che contribuiscono ai cambiamenti climatici, intrappolando fino a 15.000 volte più calore dell’anidride carbonica. Dopo l’Accordo del 1987 (Montreal Protocol) che ha permesso di eliminare quasi completamente, i clorofluorocarburi (CFC) che erodono l’ozono e che erano usati, tra l’altro, come refrigeranti per climatizzatori e frigoriferi, è cresciuto significativamente il consumo dei loro sostituti (HFC) con relativo aumento delle emissioni da loro provocate del 10% annuo.
Tant’è che dopo ben 7 anni di negoziati, il 14 ottobre 2016 nel corso della 28ma Conferenza delle Parti del Protocollo di Montreal è stato approvato un emendamento (Kigali Amendment) che prevede l’eliminazione progressiva entro il 2050 degli idrofluorocarburi (HFC), un’azione questa che contribuirebbe da sola a ridurre di 0,5 °C il riscaldamento globale alla fine del secolo.
Attualmente i gas fluorurati sono utilizzati soprattutto nei frigoriferi, nelle pompe di calore, negli impianti di condizionamento degli edifici e nelle auto.
Il 13 dicembre 2016, l’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) ha pubblicato il Rapporto “I gas fluorurati ad effetto serra 2015” che tiene traccia dei progressi compiuti verso l’obiettivo dell’UE di ridurne le emissioni di due terzi al 2030 rispetto ai livelli del 2010.
Secondo l’AEA la produzione, le importazioni ed esportazioni, nonché la fornitura dei gas fluorurati dell’UE sono diminuite nel 2015, sia in termini di quantità che in rapporto ponderato al potenziale di riscaldamento dei gas in questione misurato in CO2 tonnellate equivalenti (CO2 eq.), sulla traiettoria prevista con il nuovo Regolamento n. 517/2017, entrato in vigore dal 1° gennaio 2015.
Ulteriori grandi riduzioni dei consumi e delle emissioni di F-gas sono attese dalla progressiva riduzione delle vendite sul mercato comunitario di idrofluorocarburi (HFC) fino al 21% del livello base (2010) entro il 2030. Inoltre, il divieto di utilizzare di gas fluorurati che hanno un elevato potenziale di riscaldamento globale dovrebbero tradursi in ulteriori riduzioni.
Ecco in sintesi i principali risultati del Rapporto, stilato sulla base delle segnalazioni da parte delle imprese nell’UE.
– La produzione di gas fluorurati nell’UE è diminuita del 5% (in CO2 eq. ) nel 2015.
– Le importazioni di F-gas verso l’UE sono diminuite di circa il 40%, rispetto ai valori eccezionalmente elevati segnalati nel 2014 (sia in peso che in termini di CO2 eq. ).
– Le esportazioni dell’UE di gas fluorurati sono diminuite del 2% (in peso) o dell’1% (CO2 eq.) rispetto al 2014. Tuttavia, rispetto al 2013, le esportazioni nel 2015 sono aumentate del 18% (in peso) e del 23% (CO2 eq.).
– La fornitura di gas fluorurati dell’UE è diminuita di circa il 24% (in peso e in termini di CO2 eq) rispetto al 2014.