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L’attività di fracking all’origine dei terremoti a Youngstown (Ohio)

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Lo Studio pubblicato da un sismologo del Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia University ha, per la prima volta, messo in diretta correlazione le attività di fratturazione idraulica per lo sfruttamento del gas di scisto con le scosse sismiche avvenute in un’area dove non si erano mai avuti terremoti.

I cittadini di Youngstown nell’Ohio (USA) non avevano mai avvertito scosse di terremoto e non ne erano state mai registrate  prima del gennaio 2011, ma da allora e fino al febbraio 2012 ne hanno percepite altre 5, la più forte delle quali di magnitudo 3,9 si è verificato il 31 dicembre 2011, mentre i sismografi ne hanno testimoniate nell’area ben 109 (20 con magnitudo superiore a 1.8), tutte con ipocentro compreso tra i 3,4 e i 4 km.

Ora, uno Studio pubblicato sul “Journal of Geophysical Research” punta il dito sulla fratturazione idraulica (fracking), tecnica utilizzata per estrarre il gas dalle rocce, utilizzando la pressione dell’acqua. (Won-Young Kim, “Induced seismicity associated with fluid injection into a deep well in Youngstown, Ohio”, Journal of Geophysical Research: Solid Earth, Vol.Journal of Geophysical Research: Solid Earth, Vol. 118, Issue 7, pagg. 3506-3518, july 2013.

L’autore, sismologo  presso il Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia University, ha analizzato i terremoti presso Youngstown, trovando che la loro insorgenza, cessazione, e anche i cali momentanei di sismicità, erano tutti legati all’attività di Northstar 1, il profondo pozzo realizzato per pompare le acque reflue prodotte dalle attività di fracking.

Negli ultimi anni, i rifiuti fluidi generati durante la fratturazione idraulica per la produzione di gas da scisti sono stati in costante aumento negli Stati Uniti, tanto che sono attribuibili a questa attività di iniezione di liquidi di scarto nel pozzo profondo a Youngstown i terremoti che si sono verificati dal gennaio 2011 al febbraio 2012 – ha affermato Won-Young Kim – Abbiamo scoperto che la insorgenza e la cessazione di terremoti erano legate alle attività di iniezione nel pozzo profondo di Northstar 1. I terremoti hanno l’epicentro nelle faglie sotterranee vicino al pozzo di iniezione. Questi shock sono stati probabilmente indotti dall’aumento della pressione da iniezione in profondità delle acque di scarico che ha provocato lo scivolamento delle faglie esistenti. Per tutto il 2011, i terremoti sono migrati da est a ovest lungo la lunghezza della faglia a distanza dal pozzo, indicandone la causa nell’espansione del fronte di pressione”.  

Il primo terremoto registrato nella città avvenne 13 giorni dopo l’inizio del pompaggio e le scosse sono cessate poco dopo che il Dipartimento dell’Ohio delle Risorse Naturali ha chiuso il pozzo nel dicembre 2011. Come controprova, il sismologo ha rilevato che in occasione delle festività (Memorial Day, Festa del Lavoro, Giorno del Ringraziamento), come pure negli altri periodi in cui è stata arrestata temporaneamente l’attività di iniezione al Northstar 1, l’attività sismica si è contestualmente arrestata. Inoltre, dopo la chiusura del pozzo, a Youngstown non si sono più registrate scosse.

Lo Studio è destinato a suscitare polemiche e controversie, specie in Europa dove, dopo il boom statunitense, molti Stati si apprestano ad intraprendere sui loro territori un’attività di fratturazione idraulica per l’estrazione dello shale gas, anche se hanno posto, come in Germania dove è in corso un acceso dibattito, dei “paletti” per limitare il suo impatto ambientale. La Commissione UE, dopo aver avviato nei mesi scorsi una consultazione sull’utilizzo di fonti fossili non tradizionali, ha intrapreso un’iniziativa volta a regolamentare tale attività. ”Anche a livello di UE quest’anno ci si confronterà meglio sul tema del fracking e della difesa dell’ambiente – ha dichiarato Günther Oettinger, Commissario UE per l’Energia in un’intervista al quotidiano tedesco “Die Welt” – La protezione di aree dove ci sono bacini idrici, come nel caso del lago di Costanza, è assolutamente giusta”, tuttavia il Commissario tedesco ha messo in guardia dall’abbandonare troppo frettolosamente la possibilità di estrarre idrocarburi attraverso il fracking. “Se oggi concediamo permessi per trivellazioni di prova, in alcuni anni saremo molto più preparati e ne sapremo di più anche sui costi. Questa è una cosa assolutamente da consigliare per un Paese di ingegneri come la Germania”.

Non si capisce il riferimento specifico al know-how ingegneristico della Germania da parte del Commissario UE, giustificabile solo in parte dalla nazionalità dell’intervistato e dell’intervistatore, ma è opportuno ricordare che la Federazione Europea dei Geologi nella sua ultima Assemblea di giugno in Svezia, ha deciso di costituire un Gruppo di Lavoro sulle correlazioni tra terremoti e fracking, a cui di certo lo Studio sopra riportato offrirà un contributo non secondario.

La tecnica di sfruttamento del fracking ovvero la fratturazione idraulica delle rocce per migliorare la produzione di petrolio o di shale gas contenuti nel giacimento ed incrementarne la percentuale di recupero desta diverse perplessità, pur rappresentando una rilevante forma di produzione di energia – ha affermato nell’occasione Gian Vito Graziano Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi (CNG) – È importante quindi che tutte le associazioni nazionali dei geologi si confrontino tra loro e portino al tavolo di lavoro le esperienze dei propri Paesi. La capacità della comunità geologica italiana ed europea di interrogarsi su temi così delicati e strategici per lo sviluppo costituisce una rilevante matrice etica della categoria. Sarebbe il caso che queste esperienze di confronto tra i geologi del nostro continente possano confluire in un grande codice geoetico europeo”.

In particolare, in Italia gli studi sulla sismicità indotta, secondo il CNG, sono in ritardo rispetto al resto del mondo, in contrasto con il forte interesse registrato per attività quali la geotermia, lo stoccaggio di metano ed il sequestro sotterraneo di anidride carbonica. Per superare tale gap e per dare le giuste risposte ad un Paese che chiede di capire gli effetti che determinate attività possano avere con i naturali processi geo-dinamici nel sottosuolo, si è costituita in seno al Consiglio la Commissione “Pericolosità sismica naturale ed indotta nelle attività di sfruttamento industriale del sottosuolo” con l’obiettivo “di garantire la completezza dei dati utilizzati, la conformità delle elaborazioni, il rispetto degli standard di rappresentazione e di archiviazione informatica, che potrà consentire a breve di inserire i risultati delle microzonazioni in un database nazionale, fruibile dai cittadini e dai tecnici in via telematica, con una evidente forte ricaduta sociale, in termini innanzitutto di prevenzione del rischio sismico”, ha affermato Graziano.

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