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Foresta Mediterranea: aumenta la superficie, ma anche l’area degradata

Il Rapporto della FAO e Plan Bleu sullo stato della foresta mediterranea, realizzato a distanza di 5 anni dal precedente, indica la necessità di una gestione integrata del patrimonio boschivo per ridurre gli impatti delle attività umane.

La foresta mediterranea è aumentata del 2% tra il 2010 e il 2015, con un aumento di 1,8 milioni di ettari, una superficie pari a quella della Slovenia, ma al contempo è aumentata anche l’area forestale degradata e a rischio a causa dei cambiamenti climatici, dell’aumento della popolazione, degli incendi boschivi e della scarsità d’acqua.

A testimoniarlo è i nuovo RapportoThe State of Mediterranean Forest 2018” realizzato da FAO e Plan Bleu, Centro di Attività Regionale per l’ Ambiente e lo Sviluppo del Piano d’Azione del Mediterraneo (MAP), ha analizzato la situazione di 27 Paesi dell’area, a distanza di 5 anni dal precedente 1° Rapporto realizzato nel 2013.

Le foreste del Mediterraneo si sono adattate da tempo alle pressioni causate dallo sviluppo umano, ma il livello di queste pressioni non è mai stato così elevato come adesso – ha dichiarato Hiroto Mitsugi, Assistente alla direzione generale della FAO, Dipartimento forestale – A meno che non facciamo di più per combattere il degrado delle foreste, oltre 500 milioni di persone in 31 Paesi di tre continenti dovranno presto affrontare una vasta gamma di problemi economici, sociali e ambientali“.

Di seguito vengono indicati alcuni aspetti chiave del Rapporto in merito alle foreste mediterranee.
– La superficie forestale dei Paesi mediterranei è di circa 88 milioni di ettari, le dimensioni della Francia e dell’Italia, pari al 2% dell’area forestale globale.
– Complessivamente, l’aumento della superficie forestale è stato leggermente superiore nel Mediterraneo settentrionale, rispetto al Mediterraneo meridionale, ma su base nazionale, la maggiore perdita di aree forestali si è verificata nei Paesi europei (la più grande perdita di aree forestali tra il 1990 e il 2015 si è verificata in Portogallo, Bosnia-Erzegovina e Albania).
– Nel Mediterraneo ci sono 80 milioni di ettari di terre degradate, comprese le foreste.
– Le aree protette sono aumentate, in particolare nelle regioni con piccole aree forestali: il Nord Africa ospita il 4% delle foreste mediterranee, ma le foreste rappresentano quasi un quarto delle aree protette.
– Le foreste stanno immagazzinando oltre 5 miliardi di tonnellate di carbonio (circa il 2% del carbonio globale delle foreste), con un aumento di 1,65 miliardi (2% all’anno) tra il 1990 e il 2015.
– Almeno 339 (16%) delle specie animali e vegetali della foresta mediterranea sono a rischio di estinzione.
Ogni anno vengono bruciati oltre 400.000 ettari di foreste.

Il dato si riferisce al 2015, ma il Centro Comune di Ricerca (JRC) della Commissione UE nel suo ultimo RapportoIncendi boschivi in Europa, Asia minore e Nord-Africa” ha rilevato che nel 2017 in tutta l’area monitorata solo nel 2017 sono andati in fumo 1,2 milioni di ettari di boschi, pari all’intera superficie di Cipro.

I driver del degrado forestale della regione mediterranea
Il degrado delle foreste nel nord del Mediterraneo è guidato principalmente dall’abbandono della terra e dagli incendi, mentre le foreste nel sud-est soffrono di uno sfruttamento eccessivo per usare il legno come combustibile, del sovraccarico dei pascoli e della pressione demografica.

I cambiamenti climatici rimangono la minaccia più significativa per tutte le foreste del Mediterraneo. L’aumento delle temperature, i modelli pluviometrici irregolari e le prolungate siccità modificheranno significativamente la copertura e la distribuzione di foreste e alberi nei prossimi anni. Quando gli alberi cercano di resistere alla siccità, esauriscono le loro riserve di carbonio e producono meno carboidrati e resine, che sono essenziali per la loro salute. Questo ha già portato al declino di querce, abeti, abeti, faggi e pini in Spagna, Francia, Italia e Grecia e di cedri dell’Atlante in Algeria.

La popolazione mediterranea è raddoppiata tra il 1960 e il 2015, raggiungendo 537 milioni, e si stima che salirà a 670 milioni entro il 2050. Mentre nel nord c’è stato un piccolo cambiamento demografico, la rapida crescita della popolazione nel sud-est ha portato a uno sfruttamento eccessivo di risorse naturali.

Gli incendi boschivi rimangono una minaccia significativa. Sebbene il numero di incendi sia diminuito nel nord e nel nord-est negli ultimi decenni, il numero di incendi di grandi dimensioni (che ha interessato oltre 500 ettari) è aumentato. Il Rapporto prevede che questa tendenza di generale diminuzione del numero di incendi, ma di aumento delle loro proporzioni, proseguirà.

Le carenze idriche e l’ erosione del suolo sono particolarmente dannosi per le foreste mediterranee, poiché i suoli sono più sottili e più poveri di altre regioni.

Oltre 300 specie animali e vegetali delle foreste mediterranee minacciate di estinzione
La regione del Mediterraneo è il secondo più grande hotspot di biodiversità al mondo, ma le foreste devono affrontare crescenti pressioni, così come i suoi animali e le sue piante.

Le foreste ospitano tre quarti delle specie di mammiferi terrestri del Mediterraneo, quasi la metà delle specie di vertebrati della regione e quasi i tre quarti degli insetti terrestri. Le foreste detengono anche più di un quarto delle specie vegetali più alte della regione.

Le foreste in Spagna, Italia, Grecia, Turchia e Marocco hanno il numero più alto di specie minacciate (26% in Spagna, 24% in Italia, 21% in Grecia, 17 in Turchia, 15 in Marocco).

Le foreste mediterranee sono anche ricche di funghi che, tuttavia, stanno gradualmente diminuendo a causa del taglio e della raccolta di legname.

Soluzioni per il degrado forestale
Il Rapporto sollecita i Paesi a potenziare il ripristino di foreste e paesaggi. In particolare, raccomanda di:
diradare e piantare specie di alberi misti per ridurre l’impatto della siccità;
adottare nuove politiche antincendio che prevedano oltre la repressione degli incendi la gestione preventiva della vegetazione, la preparazione e le attività di ripristino;
implementare una strategia forestale regionale e politiche comuni;
rafforzare le catene del valore forestale;
– massimizzare il contributo delle foreste mediterranee nelle strategie dell’economia verde;
aumentare la superficie di foreste, parchi ed orti nelle aree urbane;
dar vita a partenariati pubblici-privati più forti per la gestione delle foreste;
applicare le linee guida della FAO sul ripristino di foreste e paesaggi degradati.

Nonostante il patrimonio forestale sia inserito in modo diretto nell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 15. dell’Agenda ONU al 2030 e abbia già al 2020 il target (15.2) di “promuovere l’attuazione di una gestione sostenibile di tutti i tipi di foreste, fermare la deforestazione, promuovere il ripristino delle foreste degradate e aumentare notevolmente l’afforestazione e riforestazione”, non ha ancora l’attenzione che sarebbe necessario.

In un contesto di cambiamenti climatici, sociali e di stile di vita nel Mediterraneo il patrimonio forestale ed arboreo è fondamentale per la sostenibilità generale della regione, con un impatto positivo che va ben oltre le foreste – ha sottolineato Elen Lemaitre-Curri, Direttrice di Plan Bleu – Foreste, alberi e parchi urbani possono aiutare a preservare i servizi chiave dell’ecosistema, ridurre il degrado del suolo e la transizione verso un’economia circolare, efficiente in termini di risorse, bio-based e a basse emissioni di carbonio e socialmente equa. Tale obiettivo potrà essere conseguito tramite una gamma di opzioni, compresi approcci partecipativi, strumenti economici innovativi e partnership“.

 

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