La Giornata Mondiale della Fauna Selvatica viene celebrata quest’anno con il tema “Foreste e mezzi di sussistenza: sostegno delle persone e del Pianeta”, in linea con alcuni OSS dell’Agenda ONU al 2030, e gli impegni per ridurre la povertà, garantire un uso sostenibile delle risorse e preservare la vita sulla terra.
L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 3 marzo, giorno della firma della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES), la Giornata mondiale della fauna selvatica (World Wordlife Day) per celebrare e aumentare la consapevolezza dell’importanza degli animali selvatici e delle piante spontanee del mondo.
Quest’anno la Giornata Mondiale della Fauna Selvatica sarà celebrata sotto il tema “Foreste e mezzi di sussistenza: sostenere le persone e il pianeta” (Forests and Livelihoods: Sustaining People and Planet), in linea con gli Obiettivi 1 (Sconfiggere la povertà),12 (Consumo e produzione responsabili), 13 (Lotta contro i cambiamenti climatici) e 15 (Vita sulla terra) dell’Agenda ONU al 2030.
Le foreste con i servizi ecosistemici sostengono l’economia di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, e in particolar modo delle comunità indigene con legami storici con le aree forestali. Tali comunità trovano sostentamento dalle specie forestali e tramite queste soddisfano i loro bisogni più elementari, inclusi cibo, riparo, energia e medicinali.
Tra i 200 e i 350 milioni di persone vivono all’interno o vicino alle aree boschive in tutto il mondo, contando sui vari servizi ecosistemici forniti dalle specie forestali per il loro sostentamento e per coprire i loro bisogni più basilari, inclusi cibo, riparo, energia e medicinali.
Le popolazioni indigene e le comunità locali sono in prima linea nella relazione simbiotica tra l’uomo e la foresta, tra le specie selvatiche che vi vivono e i servizi ecosistemici che forniscono. Circa il 28% della superficie terrestre del mondo è attualmente gestita da popolazioni indigene, comprese alcune delle foreste più intatte dal punto di vista ecologico del pianeta. Questi spazi non sono solo centrali per il loro benessere economico e personale, ma anche per le loro identità culturali.
Le foreste, le specie forestali e i mezzi di sussistenza che dipendono da loro si trovano attualmente al crocevia delle molteplici crisi planetarie che stiamo affrontando attualmente, dai cambiamenti climatico, alla perdita di biodiversità e agli impatti sanitari, sociali ed economici della pandemia COVID-19. Per non parlare della deforestazione e dei molteplici interessi economici che minacciano i polmoni verdi del mondo.
“Le foreste e i boschi hanno un ruolo ambientale importante e forniscono servizi essenziali a centinaia di milioni di persone – ha dichiarato Ivonne Higuero, Segretaria generale della CITES, il cui segretariato è stato designato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite come facilitatore globale per le celebrazioni annuali della Giornata mondiale della fauna selvatica, in collaborazione con le altre organizzazioni del sistema delle Nazioni Unite – Sostengono le risorse su cui molte comunità in tutto il mondo fanno affidamento per il proprio sostentamento, nonché il cibo in generale sicurezza, regolazione del clima e stabilità economica per il mondo intero. Celebrare questi mezzi di sussistenza e cercare di imparare da coloro che vivono direttamente da e all’interno delle foreste ci consentirà non solo di evidenziare l’importanza critica delle foreste per l’umanità e per il pianeta, ma anche di discutere di come possiamo rendere più sostenibile il nostro rapporto con loro e con tutte le specie selvatiche che ospitano” .
Secondo il recente Studio “Fronti di deforestazione: cause e risposte in un mondo che cambia” del WWF, tra il 2004 e il 2017 oltre il 10% della superficie forestale entro i confini dei 24 fronti di deforestazione è andato perduto: circa 43 milioni di ettari, mentre quasi la metà della foresta ancora in piedi ha subito frammentazioni.
La Conferenza delle Parti Parti (COP15) della Convenzione ONU sulla Diversità Biologica (CBD) in Cina, rinviata l’anno scorso a causa della pandemia di Covid-19 e riprogrammata per la primavera di quest’anno (Kunming,(17-30 maggio 2021), dovrà adottare la Strategia per il prossimo decennio (Post- 2020 Global Biodiversity Framework), dopo che la pubblicazione del “Global Biodiversity Outlook 5” (GBO-5) ha rivelato che dei 20 obiettivi previsti dalla Strategia 2011-2020 (Aichi targets) solo sei sono stati parzialmente raggiunti.
S.G.