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Eurobarometro: Europei sensibili ai temi della sicurezza alimentare

Il sondaggio di Eurobarometro sulla sicurezza alimentare, curato dall’EFSA, conferma a distanza di 9 anni dal precedente che non c’è una singola preoccupazione che predomina in tutti i Paesi dell’UE, ma 3 questioni emergono con maggiore frequenza in 20 o più Stati membri dell’UE: uso improprio degli antibiotici, ormoni e steroidi negli animali da allevamento, residui di pesticidi negli alimenti e additivi alimentari.

Nella prima Giornata Mondiale per la Sicurezza Alimentare (WFSD)  le Agenzie dell’ONU (OMS, FAO e Codex Alimentarius) hanno sottolineato l’importanza della fiducia che i cittadini ripongono in Governi e Produttori nel garantire la sicurezza degli alimenti.

Per l’occasione, Eurobarometro ha pubblicato i risultati di un nuovo sondaggio curato dall’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) da cui emerge, tra l’altro, che 2 europei su 5 s’interessano attivamente alla sicurezza degli alimenti e solo 1 su 5 afferma di ritenerla la preoccupazione principale nello scegliere il cibo, e che per la maggior parte degli europei è solo uno dei tanti fattori che, insieme al prezzo, al gusto, alla componente nutrizionale e all’origine dell’alimento, influenzano le abitudini e scelte alimentari.

Il Rapporto specialeFull Safety in the EU” è stato condotto tra 9 e il 26 aprile 2019, intervistando nella loro lingua madre 27.655 cittadini europei dei 28 Paesi membri, di differenti classi sociali ed età, a distanza di 9 anni dal precedente sondaggio (2010).

In UE, gli scienziati (l’82%, con un aumento rispetto al 73% del 2010), le organizzazioni dei consumatori (il 79%) e gli agricoltori (il 69%) godono tra gli europei dei più alti livelli di credito per quanto riguarda l’informazione sui rischi da alimenti.
Il fatto che ci sia un’elevata fiducia negli scienziati è incoraggiante – ha commentato Bernhard Url, Direttore esecutivo dell’EFSA – Potremo aumentare ulteriormente la fiducia degli europei nei prodotti alimentari, se ascoltiamo meglio le loro preoccupazioni e incrementiamo le opportunità di dialogo, in modo che essi possano comprendere meglio il contributo che la scienza apporta al sistema UE“.

Il sondaggio del 2019 è stato sviluppato in collaborazione con gli Stati membri dell’UE per recepire nuovi punti di vista e garantire un contatto più ravvicinato con i cittadini. Permette tuttora alcuni utili raffronti con i sondaggi precedenti.

La fiducia nelle autorità nazionali (60%) e nelle istituzioni dell’Unione europea (58%) è piuttosto elevata, in linea con i risultati del 2010, anche se dal Rapporto si evidenzia che gli europei hanno una comprensione piuttosto limitata del funzionamento del sistema di sicurezza alimentare dell’UE.

Come nel 2010 è la televisione la principale fonte di informazioni sui rischi da alimenti per 7 europei su 10 europei. Tuttavia, mentre un maggior numero di giovani si rivolge ai social media dopo la televisione (45% di quelli tra i 15 e i 24 anni), gli anziani scelgono fonti tradizionali come i giornali (46%) e la radio (30%).

I risultati di questo studio dimostrano che gli europei hanno un alto livello di conoscenze sui temi di sicurezza alimentare e ci tengono a ciò che mangiano – ha dichiarato il Commissario UE per la Salute e la Sicurezza alimentare, Vytenis AndriukaitisCiò ci motiva ancora di più a proseguire nella nostra opera di garantire che i nostri elevati standard siano mantenuti e cercare di raggiungere modelli produttivi e di consumo più sostenibili“.

Quando la sicurezza alimentare è un dato di fatto, non vi è una singola preoccupazione che predomina in tutti i Paesi dell’UE. Tuttavia vi sono 3 questioni che emergono con maggiore frequenza in 20 o più Stati membri dell’UE:
– l’uso improprio degli antibiotici, ormoni e steroidi negli animali da allevamento (44%);
residui di pesticidi negli alimenti (39%);
additivi alimentari (36%).

Queste erano anche tra le principali preoccupazioni segnalate dall’Eurobarometro del 2010 sulla sicurezza alimentare. Tuttavia gli europei sembrano meno preoccupati di prima su questioni come gli OGM, mentre questioni nuove come le microplastiche appaiono per la prima volta sul radar della sicurezza alimentare.

Le principali questioni emerse dal Sondaggio di Eurobarometro.

– I fattori più importanti per gli europei nell’acquisto degli alimenti sono la provenienza (53%), il costo (51%), la sicurezza alimentare (50%) e il gusto (49%). Il contenuto nutrizionale è leggermente meno importante (44%), mentre etica e convinzioni personali sono al posto più basso (19%). Nel complesso il 41% degli intervistati dichiara di essere “interessato in prima persona al tema della sicurezza alimentare“. Solo il 22% degli europei afferma che la sicurezza è la sua principale preoccupazione nella scelta degli alimenti.

– Il 66% degli europei ha cambiato le proprie abitudini di consumo dopo aver ricevuto informazioni su un rischio alimentare, e per il 33% la variazione è stata permanente; per il restante 33% solo per un po’ di tempo.

– I cambiamenti nelle abitudini di consumo sono più comuni tra le donne, nelle fasce di mezza età e nei soggetti con livelli di istruzione più elevati.

– Le preoccupazioni più frequentemente citate sono “residui di antibiotici, ormoni o steroidi nelle carni” (44%), “residui di pesticidi negli alimenti” (39%), “inquinanti ambientali nel pesce, nella carne o nei latticini” (37%) e “additivi come coloranti, conservanti o aromi utilizzati in alimenti o bevande” (36%).

– La fiducia è risposta in massimo grado negli scienziati (82%) e nelle organizzazioni dei consumatori (79%) per le informazioni sui rischi legati agli alimenti, seguiti dagli agricoltori (69%), dalle autorità nazionali (60%), dalle istituzioni dell’UE (58%), dalle ONG (56%) e dai giornalisti (50%). Meno persone hanno fiducia in supermercati e ristoranti (43%), industrie alimentari (36%) e celebrità, blogger e influencer (19%).

Il 43% degli intervistati afferma che “ci sono regolamenti in vigore per garantire che il cibo che mangiamo sia sicuro”, il 28% sa che per decidere quanto possa essere rischioso mangiare un determinato alimento, l’UE si affida alla consulenza di esperti scientifici“.

Lo Studio ha rivelato tuttavia notevoli differenze tra i Paesi dell’UE, che sono state evidenziate in dettaglio nel Rapporto e riassunte per tutti i 28 Stati membri dell’UE in mappe sulla base di un elenco di 15  argomenti collegati alla sicurezza alimentare e in apposite schede informative per i singoli Stati membri.

In quella dedicata all’Italia si può osservare che rispetto alla media UE i nostri concittadini danno più importanza:
– alla provenienza degli alimenti (62% contro il 53% dell’UE);
– alla sicurezza alimentare (61% contro il 50%);
– alle informazioni fornite da personaggi famosi, blogger e influencer (29% contro il 19%).

Gli Italiani danno minor importanza rispetto agli altri cittadini dell’UE:
– al costo (37% contro il 51% dell’UE));
– alle informazioni fornite dalla radio (12% contro il 25%);
– alle normative in vigore (32% contro il 43%);
– ai residui di antiparassitari negli alimenti (25% contro il 39%).

Al contempo, gli Italiani risultano aver sentito parlare meno su tutte le voci e argomenti correlati alla sicurezza alimentare proposte nella survey (una media del 40% contro il 60%).

 

 

 

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