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Energie rinnovabili: secondo l’AEA i progressi rallentano in UE

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Nel marzo 2017 l’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) aveva pubblicato il “Rapporto 2017 sulle Energie Rinnovabili in Europa”, ma i dati definitivi si riferivano al 2014, con stime sul 2015.

Ora, il Rapporto “Renewable Energy in Europe – 2017 Update: recent growth and knock-on effects”, pubblicato oggi contiene i dati definitivi del 2015 e le stime preliminari per il 2016, completando la serie di Rapporti che in questo mese di dicembre l’Agenzia ha pubblicato, nell’ambito dell’attività di monitoraggio sui progressi dell’UE e dei suoi Stati membri verso gli obiettivi energetici-climatici.

La relazione aggiornata conferma che l’UE e la maggior parte degli Stati membri rimangono sulla buona strada per raggiungere i rispettivi obiettivi in materia di energie rinnovabilisebbene i progressi stiano rallentando in tutta l’Unione.

L’obiettivo comune dell’UE è di raggiungere una quota del 20% di energia rinnovabile nei consumi finali di energia entro il 2020. Dal 16,1% del 2014 si è passati al 16,7 del 2015 e per il 2016 è previsto il 16,9%.

Nel periodo 2005-2014, la quota di fonti energetiche rinnovabili nel consumo finale lordo di energia dell’UE è aumentata, in media, del 6,7% all’anno. Tuttavia nel 2015, questo tasso di crescita è leggermente sceso al 6,4% e nel 2016 al 5,9%, per tutto il periodo.

Di certo non ci saranno problemi per conseguire il target al 2020, ma quello al 2030 che era stato fissato 3 anni fa al 27% potrebbe risultare in salita, soprattutto per le sollecitazioni che provengono sia dalle organizzazioni ambientaliste e del settore che da alcune grandi utility energetiche (anche  Enel), nonché da alcuni Paesi europei che in tal senso si sono esposti nel corso del Summit di Parigi del 13 dicembre 2017, di portarlo almeno al 35%, in considerazione della rapida riduzione dei prezzi di solare, eolico e storage.

Secondo i dati preliminari dell’AEA, le energie rinnovabili hanno rappresentato l’86% della nuova capacità di produzione di energia elettrica dell’UE nel 2016.

A livello mondiale, la cifra si aggira attorno al 62%. L’UE si trova attualmente ad essere leader mondiale nella capacità pro capite di energia rinnovabile, avendo superato il resto del mondo negli ultimi dieci anni nella trasformazione del suo sistema energetico.

I progressi nell’utilizzo delle energie rinnovabili, ha permesso all’UE di ridurre dal 2005 il consumo interno lordo di combustibili fossili del 10% e le emissioni di gas serra del 9%, rispetto a uno scenario senza crescita dell’uso di energie rinnovabili.

Il rapido sviluppo della tecnologia e le conseguenti riduzioni dei costi hanno già portato alcune tecnologie di energia rinnovabile a raggiungere quote di mercato elevate in Europa.

Secondo il Rapporto, il carbone è stato il combustibile più sostituito dalle energie rinnovabili in Europa, rappresentando circa la metà di tutti i combustibili fossili e delle emissioni di gas serra evitati.

Il gas naturale è stato il secondo combustibile più sostituito, rappresentando circa il 30% del totale. Il passaggio alle fonti rinnovabili ha anche migliorato l’efficienza nella trasformazione energetica, riducendo in tal modo il consumo di energia primaria dell’UE del 2%.

La quota delle energie rinnovabili nel consumo finale di energia varia ampiamente all’interno dell’UE. Si va da oltre il 30% in Austria, Danimarca, Finlandia, Lettonia e Svezia a meno del 9% in Belgio, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi e Regno Unito.

Il riscaldamento e il raffreddamento, sia in termini assoluti che relativi, rimangono il settore di mercato dominante per le energie rinnovabili in Europa, seguiti dalla produzione di elettricità.

Per quel che riguarda il settore dei trasporti nell’UE, le energie rinnovabili rappresentano solo circa il 7% di tutto il consumo di energia nel 2015 e nel 2016. La maggior parte del consumo di energia rinnovabile nel settore dei trasporti deriva dai biocarburanti.

La quota di posti di lavoro delle energie rinnovabili pro-capite nell’UE è risultata la quarta più alta al mondo nel 2016, dopo Brasile, Giappone e Stati Uniti. Le maggiori offerte di posti di lavoro nel settore delle energie rinnovabili nell’UE provengono dall’industria dell’energia eolica, del solare e delle biomasse solide.

La relazione dell’AEA rileva, tuttavia, che negli ultimi 5 anni sono stati persi posti di lavoro nel settore dell’energia solare ed eolica, a causa della crescente concorrenza di altri produttori, compresa la Cina.

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