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Energia: le previsioni al 2050 di DNV GL per la decarbonizzazione

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Elisabeth Tørstad CEO di Oil & Gas di DNV GLuno dei principali Enti di certificazione a livello mondiale e Società di consulenza aziendale per i settori Energia, Petroli & Gas e Assicurazioni, ha presentato presso la sede della United States Energy Association (USEA) la prima edizione dell’Energy Transition Outlook 2017” (ETO), la ricerca realizzata dalla società norvegese con l’obiettivo di prevedere i mutamenti che interverranno nel sistema energetico del mondo fino a metà del XXI secolo.

In qualità di organizzazione indipendente impegnata in attività di garanzia della qualità e di gestione dei rischi, sia per le attività legate a energie rinnovabili sia per quelle del petrolio e del gas, DNV GL sarebbe, secondo la società, in una posizione unica per fornire un’analisi bilanciata del processo di transizione energetica in atto.

Come azienda, siamo profondamente coinvolti nei radicali cambiamenti che vedranno la luce nel settore energetico, ed è quindi fondamentale, per i nostri clienti e per noi stessi, riuscire a capire in anticipo la natura e il ritmo di questi cambiamenti – ha affermato Remi Eriksen, Presidente e CEO di DNV GL – Il profondo mutamento esposto nel nostro report ha implicazioni significative sia per aziende consolidate sia per imprese da poco entrate sul mercato. In definitiva, sarà la volontà di innovarsi e la capacità di muoversi velocemente che determinerà chi rimarrà competitivo in questo nuovo scenario energetico.

Secondo il Report , la domanda di energia si stabilizzerà a partire dal 2030, grazie ad una maggiore efficienza ed una più ampia applicazione dell’energia elettrica; il processo di “decarbonizzazione” delle fonti energetiche proseguirà, con le fonti rinnovabili destinate a costituire quasi la metà del mix energetico entro il 2050il gas rappresenterà, da solo, la più grande fonte di energia utilizzata; la domanda di petrolio raggiungerà il picco nel 2022.

Nonostante la maggiore efficienza energetica e la ridotta dipendenza dai combustibili fossili, la previsione di DNV GL indica che la temperatura media della Terra aumenterà di 2,5 °C, facendo fallire quindi l’obiettivo concordato nell’Accordo di Parigi del 2015.

Questo dovrebbe rappresentare un campanello d’allarme per i governi e i responsabili delle decisioni nel settore dell’energia – ha proseguito Eriksen – L’industria ha già preso iniziative coraggiose in precedenza, ma ora deve compiere passi ancora più decisi ed audaci”.

La crescita mondiale di energia e delle emissioni è andata storicamente di pari passo con la crescita economica e della popolazione, ma nei prossimi decenni, si afferma nel report, assisteremo a un cambio di tendenza. Il trend è legato all’accelerazione dell’efficientamento energetico su scala globale, guidato da fenomeni come la maggiore quota di energia elettrica nel mix energetico e alla minore presenza di sprechi dovuti alla crescita dell’efficienza delle fonti rinnovabili.

La domanda di energia al 2050 è stimata a 430 EJ, di poco maggiore di quella del 2015 di 400 EJ. L’aumento della domanda si verificherà prima del 2030 e il conseguente rallentamento della crescita nei decenni successivi (2030-2050) è correlato alla decelerazione della crescita della popolazione, alla crescita della produttività, all’efficientamento energetico e all’elettrificazione dei consumi finali.

Riguardo la crescita della popolazione, si deve osservare che il report considera al 2050 una popolazione globale di 9.2 miliardi di persone, circa il 5% in meno di quella prevista per quell’anno dall’ultimo Rapporto di revisione sulle prospettive della popolazione mondiale, redatto dalle Nazioni Unite nel giugno scorso.

Nell’ambito delle energie rinnovabili, l’eolico e il fotovoltaico (PV) saranno i due principali artefici della costante crescita delle energie rinnovabili, mentre il consumo del gas supererà nel 2034 quello di petrolio, divenendo la singola fonte di energia più utilizzata, mentre il petrolio perderà progressivamente terreno, sia come fonte di calore sia di energia, e giungerà prima ad un appiattimento dei consumi, dal 2020 al 2028, per poi subire una decrescita significativa, causata in special modo dall’evoluzione dei veicoli elettrici. Il carbone, a sua volta, ha già raggiunto il picco di utilizzo.

La transizione nelle fonti di energia si verificherà a livello globale senza un aumento significativo della spesa annua totale per l’energia e, su confronto diretto, l’energia del mondo costerà meno del 3% del PIL globale rispetto al livello attuale del 5%. I costi relativi alla produzione di energia solare ed eolica diminuiranno rispettivamente del 18% e del 16%, per merito di un aumento della capacità che verrà raddoppiata.

Sebbene l’industria petrolifera e del gas abbiano reagito in maniera estremamente positiva all’attuale abbassamento dei prezzi, le energie rinnovabili miglioreranno le proprie prestazioni economiche ad un tasso molto più rapido, beneficiando dell’effetto “curva di apprendimento”.

veicoli elettrici raggiungeranno la parità dei costi di produzione con i veicoli a combustione interna nel 2022 e, entro il 2033, metà delle vendite totali di macchine leggere sarà costituita da veicoli alimentati ad elettricità.

Il Report principale è stato integrato da 2 approfondimenti che esaminano in profondità le conseguenze della transizione energetica nel settore del business, fornendo indicazioni sulle sfide e le opportunità che dovranno essere affrontate in futuro, rispettivamente dedicati:

– alle attività del settore Petrolio&Gas da cui emerge che la domanda di petrolio continuerà a crescere fino al 2022, sostenuta dalle aspettative di un aumento.;

– alle Energie Rinnovabili.

Un terzo approfondimento, dedicato alle attività del settore Marittimo, sarà disponibile entro la fine del 2017.

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