Al Global Climate Action Summit di San Francisco (12-14 settembre 2018), C40 Cities ha presentato un Rapporto in cui si evidenzia che 27 grandi città che aderiscono alla rete (tra cui Milano e Roma) hanno raggiunto il picco delle emissioni, nell’ambito della Campagna “Deadline 2020” che delinea il livello di ambizione e l’azione necessaria delle città aderenti per contribuire a far sì che l’Accordo di Parigi da aspirazione divenga realtà.
Si è concluso il Global Climate Action Summit (GCAS) di San Francisco (12-14 settembre 2018), voluto dal Governatore democratico della California Jerry Brown dopo l’Accordo di Parigi, con l’obiettivo di dimostrare che “non tutto può essere ordinato dall’alto“, lanciando una sorta di “federalismo dal basso” delle comunità locali e regionali, inclusi i Sindaci delle città, leader politici e amministratori di società dell’industria e della finanza per mettere in atto azioni concrete in linea con l’obiettivo di “mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2 °C rispetto ai livelli pre-industriali e di proseguire gli sforzi per limitare l’aumento a 1,5 °C”.
L’attività messa in atto dal Governatore della California che a pochi mesi dalla scadenza del mandato ha firmato il 10 settembre 2018 la legge (SB-100) che prevede che entro il 2045 tutta l’energia prodotta e consumata nello Stato provenga da fonti rinnovabili, suona come una sfida al Presidente Donald Trump che ha annunciato l’uscita degli USA dall’Accordo di Parigi, anche se continuano a partecipare ai negoziati sul clima dal momento che non possono uscirne formalmente fino al 2020 con un ruolo da “interdizione” delle proposte che emergano e che possano mettere in discussione gli interessi statunitensi, come si è verificato agli ultimi Colloqui di Bangkok.
Durante il GCAS di San Francisco, C40 Cities, la rete globale che connette 96 città di tutto il mondo, che rappresentano il 25% del PIL mondiale, impegnate nella lotta contro i cambiamenti climatici, ha annunciato che 27 delle sue città hanno raggiunto il picco delle emissioni, nell’ambito della Campagna “Deealine 2020. Come le città svolgeranno il compito”, che delinea il livello di ambizione e l’azione necessaria delle città aderenti per contribuire a far sì che l’Accordo di Parigi da aspirazione divenga realtà.
Secondo gli scienziati, per avere la speranza di mantenere la temperatura media globale tra +1,5 °C e +2 °C, le emissioni globali dovrebbero raggiungere il picco entro il 2020 , per poi declinare rapidamente. Più viene ritardato il momento in cui le emissioni passano dalla crescita alla decrescita, più difficile diventerà limitare il riscaldamento globale.
Per rimanere all’interno del range le emissioni medie pro capite nelle città C40 devono passare da oltre 5 tCO2e pro capite di oggi a circa 2,9 tCO2e pro capite entro il 2030.
Sulla base del principio UNFCCC delle “responsabilità comuni, ma differenziate secondo le rispettive capacità”, la rete C40 prevede che le città più ricche e ad elevato sviluppo economico del Nord del mondo significa un declino immediato e rapido degli attuali livelli di emissioni entro il 2020, mentre le città in rapido sviluppo del Sud del mondo possono mantenere i livelli attuali per un decennio e, in un numero limitato di casi, le emissioni per persona potrebbero aumentano leggermente prima che di iniziare a declinare attorno al 2030-2035. In ogni caso, le città devono discostarsi considerevolmente dalle attuali traiettorie delle emissioni di business-as-usual.
Determinare quando una città abbia raggiunto il picco non è semplice. Mentre le emissioni possono oscillare o diminuire per alcuni anni, non è certo che ciò non si invertirà in futuro. Pertanto, per fornire una sufficiente certezza che un picco rifletta un massimo definitivo di emissioni, C40 ha adottato un approccio conservativo e considera che una città che ha raggiunto il picco in passato se soddisfa tre requisiti.
- Le emissioni abbiano raggiunto il livello massimo almeno 5 anni prima dell’inventario più recente. Se il picco è molto recente, una variazione delle emissioni potrebbe essere dovuta a fluttuazioni a breve termine causate da condizioni climatiche estreme o da una recessione economica, anziché da una tendenza di riduzione delle emissioni a lungo termine.
- Le emissioni a livello di picco siano superiori almeno del 10% rispetto all’anno di inventario più recente. Anche in questo caso per eliminare i “falsi” picchi dovuti alle fluttuazioni a breve termine. Considerando il tasso medio annuo di riduzione delle emissioni nelle città che hanno raggiunto il picco del 2%, equivale a una riduzione del 10% su un periodo di 5 anni.
- La città si sia impegnata pubblicamente a fornire ulteriori riduzioni delle emissioni.
Le città che non soddisfano tali criteri o che non hanno i dati per dimostrarlo, potrebbero aver già raggiunto il picco delle loro emissioni. Di conseguenza, i numeri presentati da C40 potrebbero rappresentare una sottostima del numero effettivo di città C40 che hanno già raggiunto il picco.
Pertanto, le città che hanno già raggiunto il picco, secondo il Rapporto di C40 sono: Barcellona, Basilea, Berlino, Boston, Chicago, Copenhagen, Heidelberg, Filadelfia, Londra, Los Angeles, Madrid, Melbourne, Milano, Montreal, New Orleans, New York City, Oslo, Parigi, Portland, Roma, San Francisco, Stoccolma, Sydney,Toronto, Vancouver, Varsavia e Washington D.C.
“Il Comune di Milano è orgoglioso di unirsi ad altre città del C40 per annunciare il picco delle sue emissioni – ha dichiarato Giuseppe Sala, Sindaco di Milano – Questo non è il risultato di una rivoluzione, ma di una costante evoluzione nella vita della nostra città, vale a dire nel modo in cui ci muoviamo e riduciamo, ricicliamo e riutilizziamo gli sprechi. Vediamo un progresso continuo che protrae da oltre 20 anni e che ha condotto progressivamente a far sì che un cittadino su 7 cittadini utilizzi auto condivise o biciclette e si sia raggiunto il 60% di raccolta differenziata di rifiuti di qualità. Tali significativi risultati non avrebbero potuto essere raggiunti senza l’impegno e la partecipazione dei cittadini di Milano“.
Qualche giorno prima, i Sindaci di 23 città della rete C40, tra cui Milano, avevano sottoscritto la Dichiarazione “Verso Zero Rifiuti “(Advancing Towards Zero Waste) con cui si impegnavano entro il 2030 di tagliare in modo significativo la produzione di rifiuti solidi urbani, di ridurre i quantitativi di quelli conferiti in discariche e di aumentare il tasso di riciclaggio.