Mari e oceani

Ecosistemi marini europei: la crescente minaccia del “trio mortale”

Un recente briefing dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) evidenzia i principali fattori del cambiamento climatico che influenzano gli ecosistemi marini europei, mettendo in luce le potenziali aree di preoccupazione. 

Il triplice impatto del cambiamento climatico sui mari – riscaldamento delle acque, acidificazione e diminuzione dei livelli di ossigeno – rappresenta una minaccia grave e crescente per gli ecosistemi marini europei.

Lo sottolinea il briefing How climate impacts marine life” (Come i cambiamenti climatici incidono sulla vita marina)dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA), pubblicato il 30 novembre che riassume le principali minacce ai mari europei, le aree geografiche di particolare interesse e le azioni per sostenere la resilienza degli ecosistemi.

Il cambiamento climatico influisce negativamente sulla vita marina principalmente attraverso il suo “trio mortale” che rende la biodiversità marina più vulnerabile e riduce la resilienza degli ecosistemi. Ciò può avvenire attraverso impatti diretti che creano condizioni letali (ad esempio temperature troppo elevate) o attraverso effetti indiretti che esacerbano gli impatti di altri fattori di cambiamento (ad esempio maggiori carichi di nutrienti che portano a condizioni di basso ossigeno).

Quest’estate, le temperature globali della superficie del mare hanno raggiunto livelli record nei mari regionali europei con diverse ondate di caldo marino, in special modo nel Mediterraneo. Ricerche recenti indicano che il cambiamento climatico potrebbe essere responsabile fino alla metà degli impatti combinati sugli ecosistemi marini.

Il briefing dell’EEA avverte che i mari semichiusi, le aree poco profonde e le acque costiere in Europa sono particolarmente vulnerabili agli impatti dei cambiamenti climatici, in particolare parti del Mar Baltico, del Mare Adriatico e del Mare del Nord.

Approccio esplorativo alla mappatura dell’indice europeo dei cambiamenti climatici marini (EMCCI) per i mari europei.

Il trio mortale porta alla perdita di biodiversità e al degrado delle funzioni e delle strutture dell’ecosistema, spesso attraverso effetti a cascata non lineari. Parallelamente, i servizi ecosistemici soffrono. Ad esempio, si registra una riduzione delle catture di attività di pesca commercialmente importanti e gli ecosistemi del carbonio blu hanno meno capacità di immagazzinare carbonio.

Lo stato generale dei mari europei è in peggioramento, ma alcune parti della biodiversità marina mostrano miglioramenti laddove sono state adottate e attuate misure. Secondo il briefing dell’EEA, ciò suggerisce che potrebbe essere possibile aiutare singole parti degli ecosistemi marini, come singole specie o habitat, a riprendersi riducendo pressioni specifiche. Ciò potrebbe avere effetti positivi sulla resilienza complessiva dell’ecosistema.

L’insieme dell’indice degli effetti stimati nei mari europei, raggruppati per componente dell’ecosistema, e dell’indice dei fattori di stress nei mari europei.

Per sostenere questi sviluppi, il briefing dell’AEA sottolinea l’importanza di aumentare le aree marine protette, fino a coprire il 30% dei mari europei, ripristinare gli ecosistemi danneggiati, come le praterie di fanerogame marine, e pianificare attentamente dove e come i mari vengono utilizzati per le attività umane, come la produzione di energia, la navigazione e il turismo, o designati come aree protette. Queste azioni potrebbero aiutare gli ecosistemi marini europei e la loro capacità di continuare a fornire servizi tanto necessari, tra cui il sequestro del carbonio, cibo, materiali, attività ricreative e turismo.

Foto di copertina; Stanislav Shmelev, Nature@work/EEA

Articoli simili

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da questo sito web.