Cambiamenti climatici Clima

ECIU: i 4 Grandi ridurranno le emissioni più di quanto previsto in NDC

Secondo il nuovo Rapporto del think tank Energy and Climate Intelligence Unit (ECIU), i 4 Paesi più grandi emettitori globali di gas ad effetto serra sarebbero sulla strada per raggiungere i rispettivi obiettivi di riduzione delle emissioni più di quanto non sia rispecchiato nei propri piani di riduzione (NDC)consegnati alle Nazioni Unite, anche per effetto della crisi energetica innescata dalla guerra in Ucraina e dal continuo abbassamento dei prezzi di produzione di energia rinnovabile.

Il dispiegamento di energia pulita, accelerato dall’invasione russa dell’Ucraina e la conseguente crisi energetica globale, dovrebbe comportare non solo rapidi progressi dei maggiori emettitori di gas serra verso un’economia net zero, ma anche a far raggiungere i propri obiettivi climatici nazionali, con forti cali dei prezzi dell’energia prodotta da fonte rinnovabili.

Questo positivo messaggio è contenuto nel nuovo RapportoThe Big Four: Are major emitters downplaying their climate and clean energy progress?”, lanciato il 14 novembre nel corso di un evento online dall’Energy and Climate Intelligence Unit (ECIU), think tank britannico che sostiene il dibattito informato sulle questioni relative all’energia e ai cambiamenti climatici che ha avviato nel 2019 l’iniziativa Net-zero Tracker per monitorare gli impegni dei Paesi verso l’obiettivo dell’Accordo di Parigi e della decarbonizzazione entro il 2050.

Nei giorni scorsi il Rapporto “Global Carbon Budget 2022”, presentato alla COP 27, aveva ammonito che con gli attuali trend emissivi il budget di carbonio restante per mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2 °C, l’obiettivo dell’Accordo di Parigi, si è ridotto a 380 GtCO2 e sarà esaurito in 9 anni.

L’Agenzia internazionale dell’energia (IEA) nel suo World Energy Outlook 2022, pubblicato lo scorso ottobre, prevede  che i combustibili fossili raggiungeranno il loro picco di consumo nell’anno 2030 e da lì inizieranno a diminuire per essere sostituiti dalle rinnovabili. Tuttavia la scomparsa degli idrocarburi non sarà veloce e improvvisa, ma lenta e graduale, che causerà ancora per molti anni un grande volume di emissioni in atmosfera.

Secondo il rapporto di ECIU, almeno tre (Cina, UE e India) dei 4 grandi emettitori globali avranno rapidi progressi verso un’economia basata sull’energia pulita e raggiungeranno i loro obiettivi nazionali, con un forte calo delle relative emissioni con impatto a livello globale sui prezzi energetici.  prezzi dell’energia pulita per tutti gli altri paesi, mentre negli Stati Uniti le emissioni aumenteranno  nel 2022 dell’1,5%, spinte dall’aumento dei consumi di gas, utilizzato per eliminare il carbone. 

La velocità con cui la transizione energetica sta rapidamente avvenendo, specialmente in questi Paesi dell’economia globale, mostra chiaramente come le giuste strutture politiche e di mercato stiano guidando i cambiamenti a un ritmo inimmaginabile fino a pochi anni fa – ha affermato Gareth Redmond-King, responsabile internazionale di ECIU –L’invasione russa dell’Ucraina e la crisi energetica globale hanno accelerato questo cambiamento. Potrebbe esserci un aumento dell’uso di combustibili fossili in questo momento, ma quel che è certo è che una cosa del genere non è altro che una situazione a breve termine”.

La Cina sta dando una spinta impressionante all’energia pulita, installando 165 GW di energia rinnovabile quest’anno, un aumento del 25% rispetto allo scorso anno, mentre le vendite di veicoli elettrici dovrebbero raggiungere i 6 milioni nel 2022, il doppio rispetto al 2021, motivo per cui le emissioni diminuiranno dello 0,9% nel 2022. Altri fattori che avranno incidenza sulla riduzione delle emissioni, sono il rallentamento della sua economia e l’alto tasso di rimboschimento che il gigante asiatico sta portando avanti. Il suo obiettivo net-zero al 2060 sarebbe conseguito.

Gli Stati Uniti, attualmente il secondo emettitore globale,nonostante la sua transitoria dipendenza dal gas, è il Paese che dopo la Cinainveste di più in energia solare ed eolica, al punto che entro il 2030 genererà l’85% della propria energia attraverso le rinnovabili.

Inoltre, l’approvazione dal parte del Congresso dell’ “Inflation Reduction Act”, il Piano decennale che oltre a frenare l’inflazione, prevede anche investimenti per circa 500 miliardi di dollari per il contrasto ai cambiamenti climatici, darà una forte spinta all’implementazione delle fonti rinnovabili.

L’UE vedrà le proprie emissioni calare dello 0,8% nel 2022, soprattutto per effetto della riduzione del 10% del consumo di gas, per effetto della guerra in Ucraina. L’UE e i suoi Stati membri stanno fissando nuovi obiettivi climatici ed energetici. Sia con l’implementazione del Pacchetto “Fit for 55” che con il Piano REPowerEU, in risposta all’invasione russa dell’Ucraina, tutte le aree della politica energetica: efficienza, energie rinnovabili, trasporto elettrico, riscaldamento, idrogeno, aumenteranno gli effetti cumulativi e consolideranno le politiche di decarbonizzazione.

Anche in India le rinnovabili stanno avendo un decollo fenomenale, sebbene il Paese continui ad essere fortemente dipendente dal carbone (le emissioni indiane a fine 2022 aumenteranno del 6% rispetto al 2021). La previsione è che entro questo decennio le riduzioni saranno notevoli con l’incremento veloce delle rinnovabili, lasciando al carbone un ruolo marginale. Il Paese sarebbe sulla giusta traiettoria per raggiungere il suo obiettivo net-zero al 2070.

Tuttavia, osserva ECIU, gran parte di questo progresso non è stato tradotto nei Piani nazionali di azione per il clima (NDC) che sono stati presentati alla Segreteria dell’UNFCCC, secondo quanto stabilito nell’Accordo di Parigi, ma sarà fondamentale che le discussioni alla COP27 riconoscano che l’accelerazione della transizione verso l’energia pulita ovunque riduce i costi, sposta i flussi finanziari verso tecnologie pulite e riduce gli impatti climatici che minacciano la sicurezza alimentare e una più ampia stabilità geopolitica.

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