Agroalimentare Cambiamenti climatici

DOP e IGP: la crisi climatica compromette già il 10%

A Fieragricola (Verona, 31 gennaio 2024 – 3 febbraio 2024)) la Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) ha tenuto un Convegno dal titolo “DOP e IGP nella crisi climatica”, per indagare le ricadute del cambiamento climatico sul settore dei prodotti agroalimentari italiani di qualità e certificati.

Un regolamento europeo e una legge nazionale sulle biotecnologie per avere in campo colture più resistenti al cambiamento climatico e alle fitopatie.

È quanto chiede Confederazioni Agricoltori Italiani (CIA) per affermare un cambio di paradigma netto di fronte alle emergenze climatiche, ambientali e fitosanitarie, e ancora di più per mettere al riparo dagli eventi catastrofali la DOP economy, che ha superato i 20 miliardi di produzione, ma che dipende, completamente, dalla salute dei territori, elemento cardine del sistema di certificazione.

Di questo si è parlato alla 116ma edizione di Fieragricola (Verona, 31 gennaio 2024 -3 febbraio 2024)) nel corso del Convegno “DOP e IGP nella crisi climatica”, tenutosi il 1° febbraio e organizzato, appunto da CIA, che è stato introdotto da suo Presidente Cristiano Fini che ha poi avviato anche la Tavola Rotonda a cui hanno partecipato l’europarlamentare Paolo De Castro, ex Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ed ex Presidente della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento europeo, il meteorologo Pierluigi Randi, l’esperto di Indicazioni Geografiche agroalimentari e vitivinicole nonché Direttore generale della Fondazione Qualivita, Mauro Rosati,  il Presidente del Consorzio GranTerre, una delle maggiori organizzazioni di produttori della filiera lattiero-casearia nazionale, Enrico Manni e il Presidente di Finoliva Global Service, Società Benefit dell’Olio Extravergine di Oliva biologico, sostenibile e prodotto in Italia, Benedetto Fracchiolla.

Finora i cambiamenti climatici hanno tolto all’Italia un frutto su quattro e messo a rischio circa 1200 prodotti, un centinaio dei quali sono DOP e IGP. Praticamente, sottolinea CIA, sotto temperature elevate e siccità, gelate e alluvioni, il nostro Paese, primo al mondo per numero di denominazioni (855 tra cibo e vino), vede compromesso già il 10% delle sue produzioni certificate.

Dal Piemonte alla Sicilia, tra le regioni più in difficoltà, sono sotto i riflettori vere eccellenze del Made in Italy agroalimentare di qualità, come la robiola di Roccaverano DOP, la mela dell’Alto-Adige IGP, l’olio extravergine Garda DOP, il pomodoro San Marzano DOP, i limoni di Sorrento IGP e il pecorino siciliano DOP.

La cozza di Scardovari DOP è minacciata dal granchio blu, vigneti DOP e IGP, specie al Centro-Sud, soffrono sotto la peronospora, mentre l’alluvione ha dato il colpo di grazia, in Emilia-Romagna, a tipicità come il lambrusco di Sorbara DOP e le pere IGP, quest’ultime in picchiata produttiva del 75%.

Per un’ampia quota della filiera delle Indicazioni geografiche tra i principali effetti “emergenziali” ci sono, infatti, siccità e innalzamento delle temperature (86%), alterazione del microclima negli areali di produzione (68%) grandine (55%) e alluvioni (42%), un toccasana sulla diffusione di almeno 40 patologie vegetali e animali (flavescenza dorata, mal dell’esca, oidio, mosca, brucellosi, solo alcune).

A parte, ma a fare il totale, c’è il peso della crisi economica, tra aumento dei costi delle materie prime, mancanza di manodopera e concorrenza sleale.

Per fronteggiare queste criticità, CIA aver organizzato una Giornata di mobilitazione il 26 ottobre a Roma per ricordare le emergenze dell’agricoltura nazionale e sollecitare una riprogrammazione delle politiche dedicate, e poi in occasione dell’Assemblea di fine anno ha presentato alle istituzioni la proposta di un Piano nazionale per l’agricoltura che sollecita rispetto alla crisi climatica: un Fondo unico per le fitopatie, una programmazione strutturata a supporto dell’agricoltura di precisione, un nuovo piano acque a uso irriguo per i periodi più siccitosi e una revisione, urgente, degli strumenti di gestione del rischio.

La sfida contro i cambiamenti climatici va vinta adesso, con un approccio multidisciplinare, orientato da ricerca e innovazione sostenibile, che contempli questo mix di misure e progetti operativi – ha affermato il Presidente nazionale di CIA, Cristiano FiniIn parallelo, serve un’azione forte da parte dell’Europa a partire dal Regolamento sulle Ngts. Bruxelles smetta, dunque, di deludere gli agricoltori e riveda vincoli e obblighi PAC e Green Deal. Lo diciamo da sempre, la transizione verde deve essere graduale e costruita insieme al comparto agricolo, con soluzioni alternative per continuare a operare in competitività. L’Europa può ancora essere dalla parte degli agricoltori, lo ha già dimostrato, non a caso, proprio con il via libera alla riforma su DOP e IGP”.

Ricordiamo che la proposta di Regolamento sulle New Genomic Techniques(NGTs), in Italia anche dette “tecniche di evoluzione assistita” (“TEA”) ovvero  nuove tecniche di miglioramento genetico sugli organismi e concernente le piante, i prodotti alimentari ed i mangimi ottenuti dalle stesse, è stata adottata dalla Commissione UE lo scorso 4 luglio scorso, all’interno del Pacchetto di misure di misure per un uso sostenibile delle principali risorse naturali, destinato anche a rafforzare la resilienza dei sistemi alimentari e dell’agricoltura dell’UE,

La proposta, come chiarito dalla Commissione UE, è volta a mantenere un elevato livello di protezione della salute umana e animale e dell’ambiente, consentire l’innovazione nel sistema agroalimentare e contribuire agli obiettivi del Green Deal europeo e della Strategia “Farm to Fork” (Dal produttore al consumatore).

L’innovazione è parte integrante della nostra agenda per la sostenibilità del Green Deal, in particolare nel settore alimentare – ha dichiarato nell’occasione Stella Kyriakides, Commissaria UE per la Salute e la sicurezza alimentare – Vogliamo fornire ai nostri agricoltori gli strumenti per produrre alimenti sani e sicuri, adattati alle mutevoli condizioni climatiche, nel rispetto del nostro pianeta. Ciò comporta nuove norme sull’uso di nuove tecniche genomiche e norme aggiornate sulle piante e sulle sementi forestali per la promozione della diversità, su pratiche sostenibili e sulla sicurezza alimentar,e e che stimolino la competitività dell’UE”.

In copertina: Immagini di un frutteto di pere nel ferrarese colpito da una delle grandinate di eccezionale gravità che hanno devastato le campagne dell’Italia Nord-Orientale nel luglio 2023.(Foto: CIA di Ferrara).

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