Un nuovo Rapporto dell’Ufficio regionale per l’Europa dell’OMS denuncia che i determinanti commerciali di potenti industrie, come quelle dei combustibili fossili, del tabacco, dell’alcol e degli alimenti ultraprocessati, interferiscono negli sforzi di prevenzione e controllo delle malattie non trasmissibili (NDC), come le malattie cardiovascolari, il cancro, il diabete e l’obesità.
Quasi 7.500 decessi al giorno in Europa sono attribuiti a determinanti commerciali, come tabacco, alcol, alimenti ultraprocessati, combustibili fossili e pratiche professionali, contribuendo al 25% di tutti i decessi nella Regione di OMS-Europe.
Lo sottolinea il Rapporto pionieristico “Commercial Determinants of Noncommunicable Diseases in the WHO European Region” (Determinanti commerciali delle malattie non trasmissibili nella regione europea dell’OMS” dell’Ufficio regionale per l’Europa dell’OMS, lanciato il 12 giugno 2024 nel corso di un evento a Bruxelles, spiega come specifiche industrie potenti stiano provocando malattie e mortalità prematura in Europa e in Asia centrale, anche interferendo e influenzando gli sforzi di prevenzione e controllo delle malattie non trasmissibili (NCD) come le malattie cardiovascolari, il cancro e il diabete, e i relativi fattori di rischio tra cui tabacco, alcol, diete non salutari e obesità.
Dal rapporto emerge che 4 prodotti aziendali – tabacco, alimenti ultra-processati, combustibili fossili e alcol – causano 19 milioni di morti all’anno a livello globale, ovvero il 34% di tutti i decessi. Nella sola regione europea, queste industrie sono totalmente o parzialmente responsabili di 2,7 milioni di morti all’anno. Inoltre, il rapporto spiega come il consolidamento di questi e di altri settori industriali in un piccolo numero di potenti società transnazionali, abbia consentito loro di esercitare un potere significativo sui contesti politici e legali in cui operano e di ostacolare le normative di interesse pubblico che potrebbero incidere sui margini dei loro profitti.
“Quattro industrie uccidono ogni giorno almeno 7000 persone nella nostra Regione – ha affermato Hans Henri P. Kluge, Direttore regionale dell’OMS per l’Europa – Le stesse grandi entità commerciali bloccano la regolamentazione che proteggerebbe il pubblico da prodotti e marketing dannosi e la politica sanitaria dalle interferenze dell’industria. Le tattiche messe in atto includono lo sfruttamento delle persone vulnerabili attraverso strategie di marketing mirate, fuorviando i consumatori e facendo false affermazioni sui benefici dei loro prodotti o sulle loro credenziali ambientali. Queste tattiche minacciano i progressi ottenuti in termini di salute pubblica nel secolo scorso e impediscono ai Paesi di raggiungere i propri obiettivi sanitari. OMS Europa lavorerà con i decisori politici per rafforzare le azioni volte a proteggere e ridurre l’influenza dannosa dell’industria. Oggi forniamo prove indiscutibili di pratiche e prodotti commerciali dannosi e diciamo: le persone devono avere la precedenza sul profitto, sempre”.

Il rapporto mostra chiaramente come gli attori commerciali in diversi settori, tra cui i combustibili fossili, il tabacco, l’alcol, il cibo e la carne, tra gli altri, si impegnano in pratiche quasi identiche per modellare ambienti strutturali, politici e informativi. I loro obiettivi principali sono generare profitti, massimizzare le vendite dei prodotti e stimolare i consumi. Le industrie farmaceutiche e dei dispositivi medici, a modo loro, si impegnano a definire le politiche pubbliche per favorire i loro prodotti e i loro profitti. A tal fine, la grande industria spende risorse significative per opporsi alla regolamentazione dell’interesse pubblico, modellare le prove scientifiche e il discorso pubblico ed esternalizzare il costo dei danni che causano sulle persone e sul loro ambiente, alimentando così il peso delle malattie non trasmissibili.
Questo insieme di tattiche, definite collettivamente “le regole del settore”, sono progettate per influenzare interi sistemi – sanitario, politico, economico e mediatico – per i propri interessi, portando a significativi danni sanitari e sociali. Ad oggi, le azioni dei singoli governi e delle organizzazioni intergovernative sono state insufficienti per prevenire o limitare queste pratiche commerciali dannose.
Il rapporto presenta una serie di casi di studio che illustrano l’ampiezza e la profondità del modo in cui le imprese si impadroniscono della politica pubblica e del processo decisionale, con un impatto su tutti gli ambiti della vita delle persone, descrivendo come la “grande industria” utilizzi metodi palesi e nascosti per ritardare, scoraggiare e bloccare le politiche sulle malattie non trasmissibili, come le misure di controllo del tabacco e l’etichettatura sanitaria e nutrizionale obbligatoria per i prodotti alimentari e alcolici. Oltre alle tattiche per far deragliare le politiche di protezione della salute, il rapporto documenta alcune delle pratiche dannose dell’industria relative alla gestione delle malattie, come i prezzi iniqui e la disponibilità dei farmaci antitumorali e la promozione di test di screening non basati sull’evidenza e non regolamentati. Le strategie comuni del “playbook del settore” includono di tutto, dal lobbismo politico e la diffusione di disinformazione nei media, a pratiche finanziarie dannose e strategie di marketing mirate dirette a bambini e giovani.
La mancata regolamentazione delle pratiche dannose dell’industria ha consentito al potere e all’influenza commerciale di crescere mentre la ricchezza e il potere pubblico sono diminuiti, perpetuando i danni alla salute causati dall’industria e in particolare il peso delle malattie non trasmissibili, che rappresentano il 90% dei decessi nella regione europea.
“Per troppo tempo abbiamo considerato i fattori di rischio legati soprattutto a scelte individuali – ha sottolineato il Vice primo ministro belga e Ministro degli affari sociali e della sanità pubblica, Frank Vandenbroucke, intervenendo all’evento di presentazione del rapporto – Dobbiamo riformulare il problema come un problema sistemico, in cui la politica deve contrastare gli ‘ambienti di iperconsumo’, limitare il marketing e fermare le interferenze nel processo decisionale. I nostri attuali sforzi sono ancora insufficienti nel regolamentare le pratiche dannose degli attori commerciali per la salute, e in particolare quelle delle industrie dannose per la salute. Invito tutti i parlamentari e i politici europei neoeletti a riconoscere la portata di questo problema e l’impatto di vasta portata che le pratiche del settore hanno sulla salute pubblica e sui nostri processi democratici”.
Il rapporto è un invito all’azione rivolto ai 53 Stati membri della regione europea affinché affrontino la grave minaccia delle malattie non trasmissibili contrastando l’influenza commerciale a tutti i livelli – individuale, ambientale, di politica pubblica e dei sistemi politico-economici – e imponendo normative più severe in una serie di settori ed aree, tra cui:
– commercializzazione di prodotti dannosi per la salute;
– pratiche monopolistiche;
– trasparenza, lobbying, finanziamenti e conflitti di interessi;
– tassazione delle multinazionali;
– sicurezza del lavoro e condizioni di lavoro;
– sfruttamento delle popolazioni vulnerabili durante le crisi;
– finanziamento e sostegno alle organizzazioni della società civile per garantirne l’indipendenza.
Inoltre, il rapporto raccomanda la necessità che gli accordi commerciali diano priorità alla salute pubblica e di interpretazioni delle leggi economiche più orientate alla salute per garantire che la salute pubblica non continui a perdere terreno a causa di misure economiche ristrette e obsolete.
Il rapporto evidenzia come alcuni Paesi abbiano ottenuto successi nonostante la forte opposizione dell’industria. In Estonia, una coalizione di partner sanitari, tra cui dentisti, infermieri e medici, ha contribuito a far avanzare la legislazione per la tassazione sulle bevande zuccherate. In Kirghizistan, i consigli delle donne hanno svolto un importante ruolo di sostegno nel raggiungimento dell’adozione del controllo del tabacco. Mentre la mobilitazione nazionale e internazionale delle organizzazioni della società civile ha contribuito a garantire l’approvazione della legislazione sul tabacco in Slovenia. C’è ancora molto da fare per aiutare i decisori politici e i gruppi di interesse pubblico a contrastare il potere, le risorse e le attività di lobbying dell’industria.
“Le pratiche insidiose delle potenti industrie non sono apparse dall’oggi al domani, e non le faranno andare via facilmente – ha aggiunto Gauden Galea, Consigliere strategico del Direttore regionale per le malattie non trasmissibili e l’innovazione dell’Ufficio regionale per l’Europa dell’OMS – Si tratta di uno sforzo a lungo termine che richiede innanzitutto volontà politica. Vediamo chiaramente come il comportamento delle grandi industrie influisca negativamente sulla salute pubblica e crei malattie e sofferenze inutili. La gamma di casi di studio nel nostro rapporto mostra la portata delle interferenze del settore che si verificano ora nella nostra regione e che i nostri attuali meccanismi per prevenire le malattie non trasmissibili sono del tutto inadeguati allo scopo. I paesi devono riferire sui loro progressi alla riunione ad alto livello delle Nazioni Unite sulle malattie non trasmissibili nel settembre 2025, e il tempo stringe. Richiederà tutti i nostri sforzi – Stati membri, società civile, mondo accademico e organizzazioni internazionali – per tutelare le politiche pubbliche e proteggere le generazioni future da malattie croniche prevenibili”.
In copertina: la vignetta di OMS-Europe per il lancio del Rapporto