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Desertificazione: non è un problema di qualcun altro

In occasione della Giornata mondiale per combattere la Desertificazione che si celebra il 17 giugno, il Segretario dell’UNCCD ricorda che la desertificazione è un problema che non attanaglia solo alcune aree, ma coinvolge ormai molti Paesi, tra cui l’Italia.

Il 17 giugno si celebra la Giornata mondiale per combattere il fenomeno della desertificazione (World Day to Combat Desertification) che quest’anno ha per tema “25 anni. Facciamo crescere insieme il futuro”, per ricordare che sono intercorsi 25 anni dall’attuazione della Convenzione ONU per la Lotta alla Desertificazione (UNCCD), l’Accordo quadro internazionale raggiunto appunto nel 1994 e a cui aderiscono ad oggi 197 Paesi.

L’evento offre infatti l’opportunità di guardare al percorso compiuto per una gestione sostenibile del territorio, e di concentrarsi sugli obiettivi da perseguire per proteggere il nostro Pianeta terra dall’ uso eccessivo dei terreni e dalla siccità, in modo che possa continuare a fornire a tutti noi cibo, acqua ed energia.

Attraverso le azioni coordinate dal Segretariato UNCCD e orientate ad obiettivi chiari per recuperare e ripristinare terreni degradati in questi anni aree degradate sono state recuperate all’agricoltura, come la regione del Sahel in Africa, dove oltre 5 milioni di ettari di terra sono stati ripristinati attraverso una pratica nota come “rigenerazione naturale gestita dagli agricoltori“, che produce oltre mezzo milione di tonnellate di cereali ogni anno.

La reintroduzione dell’agroforestazione (agroforestry) ovvero di sistemi agricoli che vedono la coltivazione di specie arboree e/o arbustive perenni, consociate a seminativi e/o pascoli, nella stessa unità di superficie, ha fatto aumentare la superficie arborea nelle fattorie di tutto il mondo, in particolare in Brasile, Indonesia, Cina e India.

Tuttavia, c’è ancora molto da fare – osserva l’UNCCD – Le attuali pressioni sulla terra sono enormi e dovrebbero continuare a crescere. Quasi 170 Paesi continuano a essere colpiti dalla desertificazione, dal degrado del suolo o dalla siccità. Le ricorrenti e crescenti minacce di incendi boschivi, ondate di calore, migrazioni di massa, inondazioni improvvise, innalzamento del livello del mare e insicurezza alimentare e idrica sono sempre più evidenti”.

L’importanza e l’urgenza di affrontare queste sfide sono più ampiamente riconosciute rispetto a vent’anni fa, come dimostrato dall’adozione della neutralità del degrado del suolo come uno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU al 2030: “Combattere la desertificazione, ripristinare i terreni degradati ed il suolo, compresi i terreni colpiti da desertificazione, siccità e inondazioni, e sforzarsi di realizzare un mondo senza degrado del terreno” (OSS 15.3), prevedendo che alla stessa data si raggiunga la “neutralità di degrado del suolo” (LDN), al fine di garantire che la quantità di terra produttiva rimanga stabile.

La LDN è definita dall’UNCCD come “lo stato in cui la quantità e la qualità delle risorse del territorio necessarie per supportare le funzioni e i servizi ecosistemici e migliorare la sicurezza alimentare rimangono stabili o aumentano entro scale temporali, spaziali e ecosistemici specifici”.

Nel suo messaggio per la Giornata mondiale per combattere la desertificazione, il neo Segretario esecutivo dell’UNCCD Ibrahim Thiaw, già Vicedirettore del Programma Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP), ha sottolineato che le persone sapere 3 cose:
1. non si tratta solo di sabbia;
2. non è un problema isolato che scomparirà silenziosamente;
3. non è un problema di qualcun altro.

Si tratta di ripristinare e proteggere il fragile strato di terra che copre solo un terzo della Terra, ma che può alleviare o accelerare la duplice crisi che sta affrontando: la perdita di biodiversità e i cambiamenti climatici – ha dichiarato – Se interveniamo per ripristinare il terreno degradato, risparmieremo 1,3 miliardi di dollari al giorno da investire nell’istruzione, nell’uguaglianza e nell’energia pulita in grado di ridurre la povertà, i conflitti e le migrazioni ambientali. Quindi, in questa Giornata invito tutti ad essere parte attiva di questo cambiamento; fare scelte e agire, sia privatamente che professionalmente, come produttori o consumatori, per proteggere e ripristinare la nostra terra. Facciamo crescere insieme il futuro“.

A livello di UE la desertificazione colpisce l’8% del territorio, in particolare nell’Europa meridionale, orientale e centrale, dove circa 14 milioni di ettari mostrano un’elevata sensibilità alla desertificazione. Si sono dichiarati colpiti dalla desertificazione nell’ambito dell’UNCCD 13 Stati membri, tra cui Italia dove è a rischio desertificazione il 20% del territorio nazionale, come si evidenzia dall’Atlante Mondiale della Desertificazione (WAD) messo on line dal Centro Comune di Ricerca (JRC) della Commissione UE, a disposizione dei decisori politici per migliorare le politiche e le scelte sul tema della perdita e del degrado del suolo.

 

Fonte: WAD

Ma l’espansione agricola, una delle principali cause del degrado del terreno, potrebbe essere evitata passando a pratiche colturali più sostenibili e in grado di contrastare i cambiamenti climatici.

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