Nella classifica 2023 di Transparency International relativa all’indice di percezione della corruzione (CPI), l’Italia conferma il punteggio (56) dello scorso anno posizionandosi al 42° posto globale e al 17° posto su 27 Paesi dell’UE.
Sebbene l’Europa occidentale e l’UE rimangano le regioni con il punteggio più alto nel contrasto alla corruzione, il loro punteggio medio regionale nel 2023 è sceso per la prima volta in un decennio da 66 a 65, denunciando che l’indebolimento dei controlli e degli equilibri sta minando le solide misure anticorruzione nella regione.
Lo evidenzia la XXIX edizione del Rapporto “Indice di Percezione della Corruzione“ (Corruption Perception Index – CPI) di Transparency International, l’Organizzazione della società civile che opera in oltre 100 paesi per porre fine all’ingiustizia della corruzione, chiedendo maggiore trasparenza ed integrità in tutti i settori della vita pubblica.
Si tratta di un Indice composito, costruito sulla base di valutazioni di esperti e sondaggi fatti ad imprenditori, realizzati da vari organismi indipendenti, internazionalmente riconosciuti, che valuta le percezioni dei livelli di corruzione nelle amministrazioni pubbliche e nella classe politica, aggregando dati di 13 fonti diverse (almeno 3 per ogni Paese). Ad ognuno dei 180 Paesi e territori monitorati viene assegnata una valutazione che va da 0 (il livello più alto di corruzione) a 100 (non esiste la corruzione).
Ma perché si stima la percezione del fenomeno e non il dato reale?
Semplicemente perché un dato reale non esiste o, meglio, non è calcolabile. La corruzione è infatti un reato difficile, se non impossibile, da rilevare nella sua interezza, soprattutto a causa dell’elevatissima cifra oscura, cioè la parte sommersa del fenomeno.
Secondo Transpirancy International, la scarsa responsabilità e la corruzione politica stanno diminuendo la fiducia del pubblico, consentendo a gruppi di interesse ristretti di esercitare un controllo eccessivo sul processo decisionale politico.
“La corruzione continuerà a prosperare finché i sistemi giudiziari non riusciranno a punire gli illeciti e a tenere sotto controllo i governi – ha dichiaratoFrançois Valerian,Presidente di Transparency International – Quando si compra la giustizia o si interferisce politicamente, sono le persone a soffrire. I leader dovrebbero investire pienamente e garantire l’indipendenza delle istituzioni che rispettano la legge e combattono la corruzione. È tempo di porre fine all’impunità per la corruzione”.
A livello globale, Danimarca (90 punti) Finlandia (87) e Nuova Zelanda (85) rimangono sul podio da 6 anni consecutivi. Completano la top ten Norvegia (84), Singapore (83), Svezia e Svizzera (entrambe con 82 punti) Paesi Bassi (79), Germania e Lussemburgo (entrambi con 78).
In fondo alla classifica, come lo scorso anno, Somalia (11) Sud Sudan e Siria (13) a cui si è aggiunto con lo stesso punteggio il Venezuela, paesi afflitti da crisi prolungate, in particolare da conflitti armati.
Tuttavia, dal 2014 al 2023, ben 154 Paesi non hanno compiuto progressi significativi o hanno peggiorato il loro punteggio, e in quest’ultimo anno 23 paesi, tra i quali alcune democrazie di alto livello quali Islanda (72), Paesi Bassi (79), Svezia (82) e Regno Unito (71), nonché alcuni stati autoritari come Iran (24), Russia (26), Tagikistan (20) e Venezuela (13), sono ai minimi storici.
A livello regionale, in Europa gli sforzi anticorruzione sono rimasti stagnanti o sono diminuiti in oltre i tre quarti dei paesi monitorati. Su 31 paesi, solo 6 hanno migliorato significativamente il loro punteggio, mentre 8 hanno registrato un calo negli ultimi 10 anni.
Tra i paesi con i risultati più bassi Ungheria (42 punti), Bulgaria (45) e Romania (46), ma viene evidenziato il declino di 7 punti della Polonia (54) nell’ultimo decennio e la crisi dello stato di diritto in Grecia (49).
L’Italia ha confermato il punteggio dello scorso anno (56) collocandosi al 42° posto. Negli ultimi 10 anni il Paese ha migliorato significativamente (+14 punti), tuttavia il confronto in UE pone l’Italia al 17° posto su 27 Paesi.
“Il calo del punteggio CPI regionale in Europa occidentale e nell’UE dimostra che i governi europei devono prendere più seriamente la lotta contro la corruzione e il rispetto dello stato di diritto – ha osservato Flora Cresswell, Coordinatrice regionale per l’Europa occidentale di Transparency International – La riduzione dei controlli e dei contrappesi lascia la porta aperta alla corruzione. I paesi devono aumentare il proprio standard e applicare meglio le regole per intensificare gli sforzi contro la corruzione, proteggere il sistema giudiziario dalle interferenze e fornire un sostegno ai potenti gruppi di interesse in politica“.
Per contrastare la corruzione, promuovere la giustizia e rafforzare lo stato di diritto, Transparency International formula ai Governi 6 raccomandazioni:
– Rafforzare l’indipendenza del sistema giudiziario;
– Rendere la giustizia più trasparente;
– Introdurre meccanismi di integrità e monitoraggio;
– Promuovere la cooperazione all’interno del sistema giudiziario;.
– Migliorare l’accesso alla giustizia;
– Ampliare la responsabilità nei casi più gravi di corruzione.