Il Rapporto di Sintesi rilasciato dal Segretariato dell’UNFCC, che riassume le posizioni delle Parti della Convenzione sul primo Global Stocktake, punto nodale della prossima COP28 di Dubai, non lascia spazio a dubbi che il mondo è fuori strada e che bisogna intervenire, tra l’altro, per abbandonare le esplorazioni di nuovi giacimenti di fonti fossili, eliminare i sussidi dannosi ai carburanti di origine fossile, moltiplicare gli investimenti in efficienza energetica e tecnologie pulite, nonché finanziare in modo equo il Fondo “Loss&Damage” a favore dei Paesi più vulnerabili.
– Bloccare le esplorazioni di nuovi giacimenti di fonti fossili entro il 2030,
– Avviare un percorso per l’abbandono graduale delle fonti fossili;
– Assicurare ai Paesi vulnerabili più colpiti dalla crisi climatica un equo indennizzo per perdite e danni (loss&damage) provocati dai Paesi grandi emettitori di gas serra.
Sono alcune delle proposte che emergono dal Rapporto di sintesi “Views on the elements for the consideration of outputs component of the first global stocktake”, pubblicato il 4 ottobre 2023 dal Segretariato della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), volto ad aiutare i Governi a prendere una decisione sul primo Global Stocktake previsto alla COP28 (Dubai, 30 novembre – 12 dicembre 2023).
Il Global Stocktake (GST) è il processo previsto dall’art. 14 dell’Accordo di Parigi “per fare il punto sull’attuazione dell’accordo, con l’obiettivo di valutare i progressi collettivi globali verso il raggiungimento dello scopo dell’accordo e dei suoi obiettivi a lungo termine”, che si tiene ogni cinque anni e che è destinato a informare la prossima tornata di contributi determinati a livello nazionale (NDC) ovvero le “promesse” che sono state avanzate dai governi di tutto il mondo in termini diriduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, da presentare entro il 2025.
Il Rapporto di sintesi che fa seguito alla Relazione tecnica rilasciata in settembre che descrive in dettaglio le soluzioni attuabili per contrastare i cambiamenti climatici, pronte per essere implementate, è esaustivo e comprende i punti di vista di quasi tutte le Parti della UNFCCC, e si basa sia sulle comunicazioni ricevute che sui risultati emersi nel corso delle sessioni di Dialogo preparatorie.
Sebbene esistano opinioni divergenti sui dettagli su come raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, sottolinea il comunicato del Segretariato, i Governi hanno espresso un ampio consenso sul fatto che le azioni per il clima messe in atto sono state insufficienti e che sono necessarie ulteriori azioni per limitare il riscaldamento a 1,5 °C da parte di tutte le Parti, e che i Paesi in via di sviluppo devono essere aiutati per evitare perdite e danni e per adattarsi ai cambiamenti climatici.
“Questo rapporto mette le carte in tavola, tranne che questo non è un gioco – ha dichiarato Simon Stiell, Segretario esecutivo dell’UNFCCC – Sappiamo che noi, come comunità globale, non siamo sulla buona strada verso il raggiungimento degli obiettivi a lungo termine dell’Accordo di Parigi e che esiste una finestra di opportunità che si sta rapidamente chiudendo per garantire un futuro vivibile e sostenibile. Questo rapporto di sintesi è un modello di come potrebbe apparire il risultato finale del bilancio globale, sulla base delle parole delle Parti. Le nazioni dovrebbero sfruttare appieno gli input per creare consenso per un risultato ambizioso verso l’azione in questo decennio critico”.
Secondo il Rapporto, l’impatto di tutti gli NDC depositati dagli Stati presso il Segretariato UNFCCC sarà di 1,7 °C di riscaldamento rispetto all’epoca pre-industriale. Ma se si prendono in considerazione considerano solo le politiche già messe in campo, la traiettoria oscillerebbe tra +2,1 °C e +2,9 °C.
Per essere sulla giusta traiettoria per conseguire l’obiettivo, è necessario “ridurre le emissioni di gas serra del 43% entro il 2030, del 60% entro il 2035, e dell’84% entro il 2050, rispetto ai livelli del 2019”.
Le parti vengono sollecitate all’eliminazione graduale dei combustibili fossili come concordato alla COP26 e alla COP27, e dei sussidi inefficienti per i carburanti di questo tipo entro il 2025, e che ben prima del 2030 cessi ogni esplorazione di combustibili fossili.
Inoltre, si chiede di aumentare i finanziamenti per tutte le tecnologie critiche per il clima, comprese quelle per l’efficienza energetica, le energie rinnovabili.
Vengono richiesti maggiori finanziamenti nei settori considerati prioritari dai Paesi in via di sviluppo, vale a dire, per le attività di adattamento e per il Fondo Loss & Damage, pari a 200-250 miliardi di dollari entro il 2030 per l’adattamento e 200-400 miliardi di dollari per le perdite e danni.
“Il Rapporto ci dice ancora una volta che il mondo è fuori strada – ha sottolineato Sultan Al Jaber, Presidente designato della COP28 – La prossima Conferenza è il momento in cui tutte le parti si riuniscono e mettono sul tavolo soluzioni attuabili. Dobbiamo essere pronti con risposte concrete per affrontare le sfide, eliminare 22 gigatonnellate di emissioni entro il 2030, rafforzare la resilienza globale e mobilitare i finanziamenti nella misura necessaria per consentire una transizione giusta ed equa. Ora è il momento di unirsi, agire e ottenere un forte risultato negoziato sul Global Stocktake”.
Immagine di copertina: Fonte E3G