Fonti rinnovabili

Cattura del carbonio: tecnologia più costosa delle rinnovabili

Secondo uno Studio condotto da ricercatori della Stanford University guidati da Mark Jacobson, per i 149 Paesi analizzati, rifornirsi esclusivamente da energia eolica, solare, geotermica e idroelettrica entro il 2050 ridurrebbe il fabbisogno energetico, migliorerebbe la qualità dell’aria e contribuirebbe a rallentare il cambiamento climatico, a costi 9 volte inferiori rispetto alle tecnologie di cattura del carbonio, migliorando la qualità dell’aria e rallentando di cambiamenti climatici. I vantaggi per l’Italia.

Se 149 Paesi che sono stati analizzati eliminassero con successo i combustibili fossili e la combustione di biomassa attraverso le energie rinnovabili e l’aumento dell’efficienza energetica entro il 2050, potrebbero ridurre il loro fabbisogno energetico finale di oltre il 54% e i costi annuali di quasi il 60%, tagliando del 92% i costi sociali annuali per le malattie che comportano 5 milioni di decessi all’anno correlati all’inquinamento atmosferico dovuto alla produzione di energia, sia che provenga da stufe a legna che cherosene o da centrali elettriche a gas.

La previsione è contenuta nello Studio Energy, Health, and Climate Costs of Carbon-Capture and Direct-Air-Capture versus 100%-Wind-Water-Solar Climate Policies in 149 Countries” (Costi energetici, sanitari e climatici della cattura del carbonio e della cattura diretta dell’aria rispetto alle politiche climatiche basate al 100% su vento, acqua e sole in 149 Paesi), pubblicato sul numero 6 del 18 febbraio 2025 di Environmental Science & Technology, una Rivista dell’American Chemical Society, e condotto )  condotto da un team di ricercatori della prestigiosa Stanford University di California, guidato dal Prof. Mark Z. Jacobson del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale e co-Fondatore e Direttore del Programma Atmosfera/Energia dell’Ateneo, conosciuto per i suoi studi che hanno costituito la base scientifica del Piano energetico americano Green New Deal e delle leggi sull’energia rinnovabile al 100% in tutto il mondo.

Il dibattito su cattura, utilizzo e stoccaggio del carbonio (CCUS) rimane acceso tra chi ritiene essere un passaggio obbligato per la transizione e chi ritiene che sia una tecnologia troppo costosa rispetto ad altre alternative. Tra questi ultimi, c’è appunto il Prof. Jacobson che da circa un decennio pubblica con il suo gruppo di ricercatori della Stanford University studi che dimostrano come ogni Paese sia in grado di raggiungere zero emissioni con l’energia pulita di vento, acqua e sole (WWS), spendendo meno che con il CCUS che, a suo direè progettato esclusivamente per mantenere in attività l’industria dei combustibili fossili“.

Jacobson e i coautori dello Studio hanno confrontato messo a confronto due scenari estremi:
– uno in cui 149 Paesi passano ad alimentare il loro riscaldamento e la loro elettricità interamente con energia rinnovabile(eolica, solare, geotermica e idroelettrica) entro il 2050, nonché alcuni progressi nell’efficienza energetica, tagli alla domanda di energia attraverso il miglioramento del trasporto pubblico, l’aumento dell’uso della bicicletta e del telelavoro; e la commercializzazione di celle a combustibile a idrogeno per i viaggi aerei e marittimi a lunga distanza. In questo caso, i ricercatori presuppongono che l’idrogeno venga prodotto utilizzando acqua ed elettricità da fonti rinnovabili, non dai combustibili fossili, come viene prodotto per la maggior parte oggi;
un altro in cui gli stessi Paesi mantengono il loro attuale utilizzo di combustibili fossili, ma aggiungono le apparecchiature di cattura del carbonio alle ciminiere industriali e utilizzano la cattura diretta dell’aria (DAC) per estrarre l’anidride carbonica dall’atmosfera.

a) Domanda media annuale di utilizzo finale nel 2050 in 149 paesi in 4 scenari: BAU, BAU-CC-BAU, BAU-CC-WWS e 100% WWS. b) Numero di decessi all’anno al 2050 per inquinamento atmosferico correlato all’energia. c) Emissioni di CO2e legate all’energia al 2050. d) Costo energetico sociale annuo al 2050 (fonte, Environmental Science & Technology, 2025).

Il risultato è che, prendendo in considerazione questi due “scenari irrealisticamente estremi”, i costi energetici, gli impatti sulla salute e le emissioni, dell’investimento nella cattura e rimozione del carbonio sono circa 9-12 volte superiore al costo del passaggio al 100% di energia rinnovabile. 

Nessuno dei due casi ha preso in considerazione i potenziali costi o benefici degli sforzi per migliorare il sequestro del carbonio in pozzi di carbonio naturali come zone umide, foreste, suolo e oceani.

Secondo gli autori dello Studio, se i 149 Paesi studiati eliminassero con successo i combustibili fossili e la combustione di biomassa attraverso le energie rinnovabili e l’aumento dell’efficienza entro il 2050, potrebbero ridurre il loro fabbisogno energetico finale di oltre il 54% e i costi energetici annuali diminuirebbero di quasi il 60%. Inoltre, si eviterebbero 5 milioni di decessi all’anno correlati all’inquinamento atmosferico dovuto all’energia, sia che provenga da stufe a legna e la cherosene che da centrali elettriche a gas.

L’elettrificazione diffusa riduce la domanda di energia in parte perché le pompe di calore elettriche e i veicoli sono più efficienti dei impianti di riscaldamento a gas, dei condizionatori d’aria convenzionali e dei motori a combustione interna – ha affermato Jacobson – Altri risparmi energetici derivano dall’eliminazione dell’energia necessaria per estrarre, trasportare e raffinare petrolio, gas, carbone e uranio. Si può anche rimuovere in modo più efficiente di rimuovere la CO2 nell’aria, ma questo non cambia l’efficienza della combustione. Si mantiene invariata quell’infrastruttura energetica inefficiente. È molto più economico ed efficiente sostituire semplicemente la fonte fossile con l’elettricità o il calore forniti da una fonte rinnovabile“.

Dalla tabella che riassume i dati dei fabbisogni energetici finali dei 149 Paesi analizzati in uno Scenario BAU e i vantaggi conseguibili in uno scenario WWS, emerge che l’Italia, continuando con l’attuale tendenza (BAU) avrebbe un consumo di energia utilizzata nei settori finali (edifici, trasporti, industria, ecc.) di oltre 187GW, mentre in uno scenario 100% rinnovabili sarebbe di 74GW con un risparmio dii oltre il 60%.
Per quanto concerne i costi sociali, lo studio distingue vari elementi: il costo sociale complessivo (costi energetici, sanitari e climatici) dello scenario BAU sarebbe di 588 miliardi di dollari l’anno al 2050, mentre in uno scenario WWS i costi energetici privati diminuirebbero del 66,6%, mentre quelli sociali complessivi diminuirebbero del 90,6% alla metà del secolo.

Secondo gli autori dello studio, la politica che promuove la cattura del carbonio come soluzione climatica “dovrebbe essere abbandonata“. Anche quando la cattura del carbonio fosse alimentata al 100% da energia rinnovabile, ci sarebbe un costo di opportunità nel non utilizzare la stessa energia pulita per sostituire semplicemente i generatori di combustibili fossili.  Potrebbe esserci un ruolo per tecnologie come la cattura diretta dell’aria (DAC) in futuro, osservano gli autori, ma dopo che il mondo avrà ridotto le emissioni quasi a zero, per ora rimangono un modo costoso e inefficiente per ridurre le emissioni.

Uno studio pubblicato l’anno scorso su Juole e condotto dal Politecnico Federale (ETH) che ha comparato i costi delle tecnologie più promettenti di cattura diretta dell’aria (DAC), ha concluso che nel medio termine i costi rimarranno più elevati di quanto precedentemente stimato e che nel frattempo è meglio concentrarsi sugli sforzi di riduzione a ritmo sostenuto delle emissioni di carbonio.

Immagine di copertina: Pixabay/Cc0 Pubblico Dominio

Articoli simili

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da questo sito web.