Malattie e cure Salute

Cancro: dieta alimentare e attività fisica tra le misure preventive

I Rapporti IARC-OMS sulla ricerca e prevenzione del cancro segnalano la necessità di un cambiamento degli attuali stili di vita nei Paesi sviluppati se si vuole evitare che nei prossimi 20 anni l’insorgenza dei tumori aumenti del 60%.

Gli ultimi 50 anni hanno visto enormi progressi nella ricerca riguardo alla prevenzione e al trattamento del cancro: i decessi per tumore si sono ridotti, e nei Paesi ad alto reddito sono stati adottati programmi di prevenzione, diagnosi precoce e screening, che insieme a migliori trattamenti hanno contribuito negli anni compresi tra il 2000 e il 2015 a far aumentare la sopravvivenza delle persone ammalate: in particolare è stata stimata una riduzione del 20% nella probabilità di mortalità prematura.

In occasione della Giornata Mondiale del Cancro (4 febbraio), la IARC (International Agency for Research on Cancer) in collaborazione con l’OMS (Organizzazione  Mondiale della Sanità) ha pubblicato il Rapporto 2020 World Cancer: Cancer Research for Cancer Prevention”.

Partendo dalle ultime tendenze nell’incidenza e nella mortalità del cancro in tutto il mondo, il Report fornisce approfondimenti di ampia portata sulla prevenzione del cancro in base a cause, fattori che ne determinano lo sviluppo e comportamenti delle diverse tipologie di tumore, presentando un’ampia gamma di interventi per ridurre l’onere del cancro da una prospettiva globale, incluso quello di affrontare le disparità che incidono sulla prevenzione del cancro.

Gli ultimi 50 anni hanno visto enormi progressi nella ricerca sulla prevenzione e il trattamento del cancro – ha dichiarato Elisabete Weiderpass, Direttrice della IARC – Le morti per cancro sono state ridotte. I Paesi ad alto reddito hanno adottato programmi di prevenzione, diagnosi precoce e screeing, che insieme migliorano il trattamento, contribuendo alla riduzione di mortalità prematura del 20% tra il 2000 e il 2015, ma i Paesi a basso reddito hanno visto solo una riduzione del 5%. Dobbiamo fare in modo che tutti ne beneficino in egual misura”.

La sfida che i Paesi dovranno affrontare sarà quella di selezionare considerazioni di bilanciamento nei trattamenti tra costi, fattibilità ed efficacia, scegliendo le appropriate terapie innovative contro il cancro, ma riconoscendo, al contempo, che i trattamenti consolidati, molti dei quali sono molto efficaci ed economici, sono in grado di offrire benefici senza causare difficoltà finanziarie.

Nel valutare il rischio di cancro, il World Cancer Report specifica che esistono forti prove epidemiologiche che dimostrano che essere fisicamente attivi riduce il rischio di tumori della vescica, del seno, del colon, dell’endometrio, del rene, dell’esofago e dello stomaco. Prove emergenti suggeriscono che il comportamento sedentario è correlato ad un aumento del rischio di tumori al seno, al colon, all’endometrio e ai polmoni.

Altre prove evidenti per un’associazione tra obesità e aumento del rischio di tumori della mammella in postmenopausa, del colon-retto, dell’endometrio, dei reni, del fegato, dell’esofago e del pancreas, e esistono prove moderate per un’associazione con tumori della cistifellea, della bocca, della faringe, della laringe, ovaie, prostata (avanzata) e stomaco.

Sulla base di questi risultati, il World Cancer Report documenta che cambiamenti nella dieta alimentare e nell’attività fisica di una popolazione costituiscono efficaci interventi preventivi che possono essere conseguiti quando specifiche politiche che migliorano le condizioni ambientali, le informazioni sulla necessità di cambiamenti comportamentali e di sistema, si combinano con approcci individuali mirati.

Nel Rapporto si sottolinea, il rischio di cancro per le popolazioni che vivono nelle aree a rischio ambientale, facendo l’esempio dell’Italia dove un progetto di sorveglianza epidemiologica di 44 siti designati come priorità nazionali “siti contaminati” ha considerato 23 siti serviti dai registri dei tumori. Per ciascuno sito contaminato, l’incidenza di tutti i tumori combinati e di 35 siti di cancro sono stati analizzati per il periodo 1995-2005. In entrambi i sessi, un eccesso è stato osservato per l’incidenza globale del cancro (9% negli uomini e 7% nelle donne). Un eccesso di mesotelioma è stato successivamente dimostrato, con un ruolo accertato di esposizione ambientale, non professionale all’amianto in tre siti, e a fluoro-edenite in un sito.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che contestualmente alla pubblicazione della IARC ha diffuso il suo Rapporto sul Cancro “Report on Cancer: Setting priorities, investing wisely and providing care for all” (Definizione delle priorità, investimento saggio e assistenza per tutti), se le attuali tendenze negli stili di vita continueranno il mondo vedrà un aumento del 60% dei casi di cancro nei prossimi venti anni, con il maggiore incremento nei Paesi a basso e medio reddito: una situazione in gran parte dovuta al fatto che questi Paesi hanno dovuto concentrare le loro risorse sanitarie sulla lotta alle malattie infettive e sul miglioramento della salute materno-infantile, riducendo di conseguenza le risorse da destinare alla prevenzione, alla diagnosi e alla cura dei tumori.

Almeno 7 milioni di vite potrebbero essere salvate nel prossimo decennio – ha affermato Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore generale dell’OMS – identificando gli approcci scientifici più adeguati per ogni Paese, basandosi sulla copertura sanitaria universale e mobilitando le diverse parti coinvolte a lavorare insieme“.

L’OMS spiega che mettendo in pratica alcune “buone pratiche per la salute” è possibile ridurre i casi di cancro: tra queste, eliminare l’uso del tabacco (responsabile del 25% dei decessi per cancro), vaccinarsi contro l’epatite B (per prevenire il cancro al fegato), sottoporsi allo screening e vaccinarsi contro il Papillomavirus umano (HPV) per ridurre il rischio di cancro alla cervice.

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