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Efficienza energetica: sempre più arduo raggiungere il target UE al 2020

Dopo la pubblicazione dei dati da parte di Eurostat che indicano come gli obiettivi di efficienza energetica si allontanino sempre più, la Commissione UE si appresta a mettere in piedi una task-force dedicata e a triplicare il tasso annuale di ristrutturazione degli edifici attraverso il New Deal europeo.

Con il 5% in più di consumo di energia primaria e il 3% in più di consumo finale di energia, l’UE rimane al 2018 ancora distante dall’obiettivo del 20% in meno fissato per il 2020, con un gap ancora più forte, rispettivamente del 22% e del 17%, in relazione a quello (32,5%) per il 2030.

Lo attesta Eurostat che ha fornito i dati sull’efficienza energetica dell’UE-27, adeguandoli alla situazione dell’assenza a quelle date della Gran Bretagna.

Il consumo di energia primaria corrisponde alla domanda energetica domestica complessiva, mentre il consumo finale è l’energia effettivamente consumata: la differenza è dovuta all’energia che il settore assorbe e a quella che viene persa nei processi di trasformazione e distribuzione.

Il consumo di energia primaria è rimasto sostanzialmente stabile rispetto al 2017, pari a 1376 milioni di tonnellate (-0,71%), mentre in il consumo di energia finale è addirittura aumentato (+0,02), attestandosi a 990 Mtoe.

L’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) nel RapportoTrends and projections in Europe. Tracking progress towards Europe’s climate and energy targets”, pubblicato il 31 ottobre 2019, aveva già indicato che gli obiettivi dell’UE al 2020 in materia di efficienza energetica erano “a rischio di non essere raggiunti”.  

I consumi di energia primaria nel 2018 rispetto all’anno precedente, secondo i dati forniti da Eurostat, sono aumentati in 12 Stati Membri, sono rimasti stabili in 4 e sono diminuiti in 11.
L’aumento più consistente si è registrato in Estonia (+9%), Lettonia (+5%) e Lussemburgo (+4%), viceversa i risparmi maggiori si sono avuti in Belgio (-5%), Grecia e Austria (-3%), seguite da Germania e Slovacchia (-2%).
 
La media europea dei consumi di energia finale è cambiata moltissimo negli ultimi anni, avvicinandosi moltissimo al target 2020 nel 2014 (con 937,5 Mtoe) per poi allontanarsene di nuovo, fino ad essere oggi ad un +4,9%.

La Commissione UE aveva avvertito gli Stati membri che le misure di efficienza energetica dei loro Piani nazionali di Energia e Clima (PNEC) rischiano di mantenere un divario del 6,2% rispetto all’obiettivo fissato per il 2030.

Di fronte ai dati ufficiali di Eurostat, la Commissione UE non ha nascosto una certa delusione, preannunciando ad EurActiv una task-force dedicata, al fine di “mobilitare gli sforzi per raggiungere gli obiettivi del 2020”.

“L’efficienza energetica prima di tutto è un principio vitale nella transizione verso l’energia pulita – aveva dichiarato, peraltro il mese scorso al Parlamento europeo, il Commissario UE per l’Energia Kadri SimsonPer garantirne l’applicazione pratica saranno forniti orientamenti concreti agli Stati membri tutti i livelli di elaborazione delle politiche“.

Quale punto di partenza ha indicato l’efficienza energetica degli edifici, affermando che il Green Deal europeo mirerà a triplicare il tasso annuale di ristrutturazione, che attualmente ammonta a circa l’1-2% del patrimonio edilizio.

La Commissione UE ripone grandi ambizioni nel Green Deal europeo che mira a rendere l’Europa il primo continente neutro dal punto di vista climatico al mondo entro il 2050.

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