La valutazione sul cambiamento trasformativo della Piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici (IPBES) si concentra sulle cause profonde della perdita di biodiversità e sulle azioni immediate da intraprendere per un mondo equo e sostenibile che potrebbero generare 10 trilioni di dollari in valore di opportunità di business e supportare 395 milioni di posti di lavoro entro il 2030.
Sono urgentemente necessari profondi e fondamentali cambiamenti nel modo in cui le persone vedono e interagiscono con il mondo naturale per fermare e invertire la perdita di biodiversità e salvaguardare la vita sulla Terra.
È l’appello che la Piattaforma intergovernativa sulla biodiversità e i servizi ecosistemici (IPBES), considerata una sorta di IPCC (Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici) dedicato alla Biodiversità, ha lanciato con la diffusione il 18 dicembre 2024 nel corso di un evento tramesso in streaming del Rapporto “Underlying causes of biodiversity loss and the determinants of transformative change and options for achieving the 2050 Vision for Biodiversity”, conosciuto come Rapporto sul Cambiamento Trasformativo per la Biodiversità, approvato dall’undicesima Sessione plenaria della Piattaforma, svoltasi in Namibia (Windhoek, 10-16 dicembre 2024).
Si tratta del secondo fondamentale Rapporto diffuso dall’IPBES, dopo il lancio nel giorno precedente del Rapporto Nexus, frutto del lavoro di 3 anni di oltre 100 esperti di valore di 42 Paesi, che chiarisce come il cambiamento trasformativo comporti cambiamenti fondamentali a livello di sistema nelle opinioni (modi di pensare, conoscere e vedere); nelle strutture (modi di organizzare, regolamentare e governare); e nelle pratiche (modi di fare, comportarsi e relazionarsi), e come le attuali configurazioni dominanti di opinioni, strutture e pratiche perpetuino e rafforzino le cause sottostanti della perdita di biodiversità e del declino della natura. Trasformarle è fondamentale per rispettare gli impegni globali per un mondo giusto e sostenibile.
“Un cambiamento trasformativo per un mondo giusto e sostenibile è urgente perché c’è una finestra di opportunità che si sta chiudendo per fermare e invertire la perdita di biodiversità e per impedire di innescare il declino potenzialmente irreversibile e il collasso previsto delle funzioni chiave dell’ecosistema – ha affermato Karen O’Brien, Professoressa presso il Dipartimento di Sociologia e Geografia Umana presso l’Università di Oslo, co-Presidente del Gruppo di valutazione del rapporto – Con le tendenze attuali, c’è un serio rischio di superare diversi punti di svolta biofisici irreversibili, tra cui la morte delle barriere coralline, la morte della foresta pluviale amazzonica e la perdita delle calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide occidentale. Un cambiamento trasformativo è necessario anche perché la maggior parte degli approcci precedenti e attuali alla conservazione, che mirano a riformare piuttosto che trasformare i sistemi, non sono riusciti a fermare o invertire il declino della natura in tutto il mondo, il che ha gravi ripercussioni sull’economia globale e sul benessere umano“.
Si stima che il costo di ritardare le azioni per fermare e invertire la perdita di biodiversità e il declino della natura in tutto il mondo, anche di un decennio, sia il doppio di quello di agire ora. L’azione immediata può anche sbloccare enormi opportunità di business e innovazione attraverso approcci economici sostenibili, come l’economia positiva per la natura, l’economia ecologica e l’economia incentrata sulla Madre Terra. Stime recenti indicano che potrebbero essere generati più di 10 trilioni di dollari in valore di opportunità di business e 395 milioni di posti di lavoro potrebbero essere supportati a livello globale entro il 2030.
“Promuovere e accelerare il cambiamento trasformativo è essenziale per raggiungere i 23 obiettivi orientati all’azione del Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework entro il 2030 e quattro obiettivi del Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework entro il 2030 e per raggiungere la Visione per la biodiversità del 2050, che descrive un mondo in cui ogni forma di vita può prosperare – ha sottolineato a sua volta, l’altro co-Presiodente del Gruppo di valutazione, Arun Agrawal, Professore di Governance and Sustainability presso la School for Environment and Sustainability dell’Università del Michigan, membro della National Academy of Sciences e in procinto di assumere dal 1° gennaio 2025 la Direzione della Just Transformations to Sustainability Initiative, ispirata dall’Enciclica di Papa Francesco “Laudato si’”, all’Università di Notre Dame (Indiana) – Il cambiamento trasformativo è raramente il risultato di un singolo evento, fattore trainante o attore. È meglio inteso come cambiamenti che ognuno di noi può creare e molteplici cambiamenti a cascata che si innescano e si rafforzano a vicenda, spesso in modi inaspettati“.
Le cause profonde della perdita di biodiversità individuate dal rapporto sono la disconnessione delle persone dalla natura e il dominio sulla natura e sulle altre persone; la concentrazione iniqua del potere e della ricchezza; e la priorità dei guadagni individuali e materiali a breve termine.
“Per quanto sia complesso e impegnativo affrontare queste cause sottostanti la perdita di biodiversità, è possibile – ha aggiunto a sua volta il terzo co-Presidente del Gruppo di valutazione, Lucas Alejandro Garibaldi, Professore e Direttore dell’Instituto de Investigaciones en Recursos Naturales, Agroecología y Desarrollo Rural (IRNAD) presso l’Universidad Nacional de Río Negro (Argentina) – La storia ci ha dimostrato che le società possono trasformarsi su vasta scala, come hanno fatto durante la Rivoluzione industriale. Mentre quell’epoca ha causato costi ambientali e umani terribili, è la prova che un cambiamento fondamentale e sistemico è realizzabile, sebbene si sia verificato in un periodo di tempo molto più lungo di quanto sia necessario per l’attuale cambiamento trasformativo per un mondo giusto e sostenibile. Per raggiungere i nostri obiettivi di sviluppo globale condivisi significa che oggi dobbiamo intraprendere una nuova trasformazione, che conservi e ripristini urgentemente la biodiversità del nostro pianeta anziché impoverirla, consentendo a tutti di prosperare“.
Gli autori del Rapporto hanno creato e analizzato un database di centinaia di casi di studio separati di iniziative in tutto il mondo con potenziale trasformativo. La loro analisi mostra che risultati positivi per diversi indicatori economici e ambientali possono verificarsi in un decennio o meno. L’analisi dimostra anche che le iniziative che affrontano un numero maggiore di fattori indiretti di perdita di biodiversità e declino della natura, e quelle in cui diversi attori lavorano insieme, portano a risultati più positivi per le società, le economie e la natura.
Princìpi e ostacoli
Il rapporto individua 4 princìpi per guidare un cambiamento trasformativo deliberato: equità e giustizia; pluralismo e inclusione; relazioni rispettose e reciproche tra uomo e natura; apprendimento e azione adattivi.
“Gli impatti delle azioni e delle risorse dedicate a bloccare il cambiamento trasformativo – ha osservato O’Brien, a proposito degli ostacoli che impediscono un cambiamento trasformativo e rafforzano lo status quo – Ad esempio, attraverso attività di lobbying da parte di gruppi di interesse acquisiti o di corruzione, attualmente mettono in ombra quelle dedicate alla conservazione e all’uso sostenibile della biodiversità“.
Il rapporto individua, inoltre, 5 sfide globali al cambiamento trasformativo:
– relazioni di dominio sulla natura e sulle persone, in particolare quelle emerse e propagate in epoca coloniale e che persistono nel tempo;
– disuguaglianze economiche e politiche;
– politiche e istituzioni inadeguate;
– modelli di consumo e produzione non sostenibili, comprese abitudini e pratiche individuali;
– accesso limitato a tecnologie pulite e sistemi di conoscenza e innovazione non coordinati.
“Le cause sottostanti alla perdita di biodiversità e al declino della natura creano anche disuguaglianze e ingiustizie – ha aggiunto Agrawal – Coloro che hanno tratto maggiori benefici dalle attività economiche associate al danno alla natura, in particolare ii ricchi, hanno maggiori opportunità e risorse per creare un cambiamento. Farlo coinvolgendo altri in processi decisionali equilibrati può liberare l’azione e le risorse per creare un cambiamento“.
5 Strategie
Accogliendo spunti e prove provenienti da diversi sistemi di conoscenza, discipline e approcci, il Rapporto sul Cambiamento Trasformativo evidenzia 5 strategie chiave e azioni correlate che hanno effetti complementari e sinergici e che i paesi e le persone possono perseguire per promuovere un cambiamento trasformativo deliberato per la sostenibilità globale.
1. Conservare, ripristinare e rigenerare luoghi di valore per le persone e la natura che esemplificano la diversità bioculturale: questo include un focus sui luoghi di diversità bioculturale, dove le azioni basate sul luogo, come le attività di ripristino, possono anche supportare i valori culturali, la produzione sostenibile e la biodiversità. Un esempio è il Community Forestry Programme in Nepal, che integra la politica forestale decentralizzata nelle esigenze, nelle opinioni e nelle pratiche della comunità locale per ripristinare e gestire le foreste degradate.
2. Promuovere un cambiamento sistematico e integrare la biodiversità nei settori maggiormente responsabili del declino della natura: i settori dell’agricoltura e dell’allevamento, della pesca, della silvicoltura, delle infrastrutture e dello sviluppo urbano, dell’estrazione mineraria e dei combustibili fossili contribuiscono pesantemente ai peggiori risultati per Gli approcci trasformativi come l’uso multifunzionale e rigenerativo del suolo possono promuovere una serie di benefici per la natura e le persone.
“Gli studi hanno suggerito che aumentare la biodiversità, proteggere gli habitat naturali e ridurre gli input esterni nei paesaggi agricoli – ha affermato Garibaldi – può migliorare la produttività delle colture, ad esempio aumentando l’abbondanza e la diversità degli impollinatori“.
3. Trasformare i sistemi economici per la natura e l’equità: i sussidi pubblici espliciti globali ai settori che guidano il declino della natura variavano da 1,4 trilioni di dollari a 3,3 trilioni di dollari all’anno nel 2022 e il finanziamento pubblico totale per i sussidi dannosi per l’ambiente è aumentato del 55% dal 2021. Si stima che siano necessari tra 722 miliardi di dollari e 967 miliardi di dollari all’anno per gestire in modo sostenibile la biodiversità e mantenere l’integrità dell’ecosistema. Attualmente, 135 miliardi di dollari all’anno vengono spesi per la conservazione della biodiversità, lasciando un divario di finanziamento di 598-824 miliardi di dollari all’anno. Alcune delle azioni che potrebbero essere intraprese per promuovere le trasformazioni necessarie includono: internalizzare i costi ambientali e utilizzare la contabilità dei costi reali, riformare i sussidi nei settori che contribuiscono alla perdita di biodiversità e al declino della natura, riconsiderare i debiti globali, un maggiore coinvolgimento positivo del settore privato, stabilire la sostenibilità come principio fiscale fondamentale e ridefinire obiettivi, parametri e indicatori per riconoscere le dimensioni sociali (incluse quelle culturali), economiche e ambientali, nonché i diversi valori della natura.
4. Trasformare i sistemi di governance in modo che siano inclusivi, responsabili e adattabili: integrare la biodiversità nelle politiche e nei processi decisionali del settore, coinvolgere una maggiore diversità di attori e responsabilizzare gli attori sono elementi importanti nella trasformazione dei sistemi di governance per risultati più giusti e sostenibili per le persone e la natura. Un esempio di questo tipo di approccio alla governance è la gestione spaziale basata sugli ecosistemi della Riserva marina delle Galapagos, che supporta la pesca e il turismo sostenibili, vitali per oltre 30.000 residenti e 300.000 visitatori annuali.
5. Cambiare punti di vista e valori per riconoscere l’interconnessione uomo-natura: molti comportamenti umani sono abituali, appresi in condizioni sociali e ambientali, e possono essere cambiati. Aumentare la visibilità dei comportamenti desiderati e supportarli con misure politiche mirate può catalizzare e sostenere nuove norme e comportamenti sociali. È importante anche coltivare sentimenti di connessione con la natura, così come l’apprendimento e l’istruzione trasformativi, le attività esperienziali basate sulla natura e la co-creazione di conoscenze combinando diversi sistemi di conoscenza, tra cui la conoscenza indigena e locale.
Vision di cambiamento trasformativo
Le vision sono fondamentalmente importanti per ispirare un cambiamento trasformativo. Gli autori hanno valutato più di 850 vision separate di un mondo sostenibile per la natura e le persone, scoprendo che le visioni di un futuro migliore per gli esseri umani e la natura sono abbondanti, ma la maggior parte non cambia lo status quo.
“La diversità di società, economie, culture e popoli significa che nessuna teoria o approccio fornisce una comprensione completa del cambiamento trasformativo o di come ottenerlo – ha sottolineato O’Brien – Molti sistemi di conoscenza, tra cui la conoscenza indigena e locale, forniscono approfondimenti complementari su come avviene e su come promuovere, accelerare e gestire il cambiamento necessario per un mondo giusto e sostenibile“.
I sistemi di conoscenza indigeni e locali offrono filosofie, etica della cura e reciprocità, valori e pratiche per modellare approcci al cambiamento trasformativo. Questi includono l’uso di conoscenze ancestrali, incarnate ed esperienziali e modi non umani di conoscere e dare un senso al mondo nel processo decisionale per la conservazione. Le vision in cui i popoli indigeni e le comunità locali svolgono un ruolo significativo hanno maggiori probabilità di promuovere un cambiamento trasformativo. Le vision per vivere in armonia con la natura hanno maggiori probabilità di successo quando emergono da approcci inclusivi, basati sui diritti e processi di tutti i portatori di interesse e quando incorporano la collaborazione per il cambiamento tra i settori.
Tutti hanno un ruolo
Un messaggio chiave del rapporto è che c’è un ruolo per ogni persona e organizzazione nel creare un cambiamento trasformativo a più livelli, ma che le coalizioni di attori e gruppi di attori sono più efficaci nel perseguire un cambiamento trasformativo rispetto al cambiamento perseguito individualmente. Tali coalizioni includono singoli cittadini, popolazioni indigene e comunità locali, organizzazioni della società civile, organizzazioni non governative, sindacati, finanziatori, organizzazioni religiose, governi a tutti i livelli, il settore privato, istituzioni finanziarie e la comunità scientifica.
La governance a tutti i livelli risulta fondamentale per coinvolgere diverse coalizioni di attori statali e non statali. La governance è un potente facilitatore del cambiamento trasformativo quando promuove la coerenza delle politiche, emana e applica normative più severe a beneficio della natura e dei contributi della natura alle persone nelle politiche e nei piani in diversi settori, implementa strumenti economici e fiscali innovativi, elimina gradualmente o riforma i sussidi dannosi per l’ambiente e promuove la cooperazione internazionale. Il rapporto rileva che le attuali azioni governative per il cambiamento trasformativo sono indebolite da una discrepanza tra la portata delle sfide della biodiversità e la giurisdizione di istituzioni separate e isolate o la durata dell’attuazione delle politiche rispetto alla durata del periodo tra le elezioni che può portare al potere nuove autorità politiche che si oppongono a tali politiche.
La società civile svolge un ruolo importante ed efficace nel realizzare un cambiamento trasformativo mobilitando i cittadini, creando iniziative che propagano il cambiamento e individuando in governi e settore privato i responsabili delle pratiche ambientali dannose. Il rapporto rileva che un modo per incoraggiare il cambiamento trasformativo è supportare e amplificare le iniziative della società civile per un mondo giusto e sostenibile e proteggere i difensori dell’ambiente dalla violenza e dalle violazioni dei diritti.
“Ringraziamo i co-Presidenti e tutti gli autori del Rapporto su Cambiamento Trasformativo per aver chiarito che esiste una strada verso un mondo più giusto e sostenibile – ha concluso la Dott.ssa Anne Larigauderie, Segretaria esecutiva dell’IPBES – Agire con decisione ora per cambiare opinioni, strutture e pratiche per affrontare le cause sottostanti della perdita di biodiversità sarà tremendamente impegnativo, ma è urgente, necessario e possibile“.