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Assistenza all’infanzia: investimento non un costo!

Un nuovo studio dell’ILO, pubblicato alla vigilia della 1ma Giornata Internazionale dell’Assistenza e del Sostegno (29 ottobre 2023) suggerisce che maggiori investimenti nei servizi di assistenza – in particolare nell’assistenza all’infanzia – potrebbero produrre un impressionante ritorno sull’investimento (ROI) di 3 a 1 in termini di crescita del prodotto interno lordo (PIL), riducendo al contempo il divario retributivo di genere a livello globale e aumentando la percentuale di donne nel lavoro retribuito. 

Fornire assistenza continua ai genitori dalla nascita del bambino fino all’inizio dell’istruzione primaria obbligatoria, colmando il divario nella politica di assistenza all’infanzia, comporterebbe un ritorno sull’investimento (ROI) di oltre 3,7 dollari per ogni dollaro investito.

È il messaggio contenuto nel Brief The benefits of investing in transformative childcare policy packages towards gender equality and social justice” (I vantaggi di investire in pacchetti di politiche trasformative per l’assistenza all’infanzia verso l’uguaglianza di genere e la giustizia sociale), che l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) ha pubblicato In occasione della 1ma Giornata internazionale della Cura e del Sostegno (29 ottobre 2023), decisa il 24 luglio 2023 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGA-77) per sottolineare i diritti sia di chi dà che di chi ricevecura e sostegno e per onorare il lavoro di milioni di persone che si adoperano a tal fine.

Lo Studio si basa sul nuovo simulatore dell’ILO sugli investimenti per le politiche assistenziali, uno strumento online di facile utilizzo volto a supportare gli Stati membri e altri partner nell’effettuare simulazioni su come colmare le lacune nelle politiche assistenziali e cogliere i molteplici vantaggi derivanti dagli investimenti nell’economia dell’assistenza.

Il Brief dell’ILO, che copre 82 Paesi, rileva che un dollaro USA investito nel colmare questo divario nelle politiche relative all’assistenza all’infanzia potrebbe comportare un aumento medio di 3,76 dollari USA del prodotto interno lordo (PIL) globale entro il 2035. Potrebbe anche ridurre il divario di genere globale nei guadagni mensili da 20,1 per cento nel 2019 all’8 per cento nel 2035; e aumentare l’occupazione femminile a una media globale del 56,5% nel 2035, rispetto al 46,2% del 2019.

Tali investimenti hanno anche il potenziale per creare circa 300 milioni di posti di lavoro entro il 2035 – si legge nel brief – inclusi 96 milioni di posti di lavoro diretti nell’assistenza all’infanzia, 1,36 milioni di posti di lavoro diretti nell’assistenza a lungo termine e 67 milioni di posti di lavoro indiretti nei settori non assistenziali”.

Tali investimenti potrebbero anche portare alla riduzione delle disuguaglianze di genere e di altre disuguaglianze, alla creazione di posti di lavoro dignitosi, al miglioramento della salute e del benessere e contribuire a creare un percorso verso la giustizia sociale.

Fornire servizi di assistenza all’infanzia universali e di alta qualità, gestiti da personale qualificato e apprezzato nell’educazione della prima infanzia, richiederebbe una spesa aggiuntiva equivalente all’1,5% del PIL globale, in aggiunta all’attuale spesa pubblica pari allo 0,3% del PIL globale, non tenendo conto, peraltro, delle tasse aggiuntive che verrebbero riscosse dall’aumento dell’occupazione formale.

Il divario nelle politiche relative all’assistenza all’infanzia si riferisce al periodo compreso tra la fine del congedo legale legato alla cura dell’infanzia e l’età di inizio dell’assistenza e dell’istruzione gratuita e universale della prima infanzia o dell’istruzione primaria. Attualmente, questa media è di circa 4,2 anni a livello globale. Il congedo di maternità, paternità e parentale combinato disponibile per le famiglie è in media di 6,1 mesi a livello globale, mentre l’età media di inizio per l’assistenza e l’istruzione gratuita e universale della prima infanzia è di 4,7 anni. Il divario colpisce il 90% dei genitori effettivi e potenziali (quasi 3,5 miliardi di persone) in tutto il mondo.

Il divario nelle politiche di assistenza all’infanzia crea un’importante barriera strutturale sia per le donne che per gli uomini, anche se le donne tendono ad essere maggiormente colpite. Pertanto, affrontare il divario nelle politiche relative all’assistenza all’infanzia presenta un enorme potenziale per l’uguaglianza di genere, in particolare in termini di occupazione e reddito. Si stima che l’84% dell’occupazione netta totale creata colmando il divario politico andrebbe alle donne, poiché scambiano il lavoro di cura non retribuito con lavoro retribuito e formale.

In occasione della prima Giornata internazionale della cura e del sostegno, l’Organizzazione internazionale del lavoro chiede ingenti investimenti e politiche che garantiscano la protezione della maternità, il congedo parentale, l’educazione e la cura della prima infanzia e i servizi di assistenza a lungo termine – ha affermato il Direttore generale dell’ILO, Gilbert HoungboTali politiche sosterranno le famiglie, creeranno fino a 300 milioni di posti di lavoro e contribuiranno a raggiungere l’uguaglianza di genere”.

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