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Le aree marine protette straordinario volano di sviluppo sostenibile

Le aree marine protette straordinario volano di sviluppo sostenibile

Il Sottosegretrario del Ministero dell’Ambiente, On. Silvia Velo ha portato all’ONU l’esperienza italiana delle Aree Marine Protette quale contributo allo sviluppo dei Piccoli Stati Insulari (SIDS) alla riunione informale sugli Oceani e il Diritto del Mare.

Ribadito nell’occasione il sostegno concreto del nostro Paese ad alcuni Stati insulari del Pacifico, tra cui Palau per la creazione del più grande parco marino mondiali e Vanuatu per programmi di assistenza dopo la devastazione conseguente al passaggio del ciclone PAM.

La scorsa settimana presso la sede dell’ONU (New York, 6-10 aprile 2015) si è svolta la 16ma riunione del processo di consultazione informale (ICP) sugli Oceani e il Diritto del Mare, che, secondo quanto stabilito dall’Assemblea Generale, ha concentrato il dibattito sul tema “Oceani e lo sviluppo sostenibile: l’integrazione delle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile, vale a dire, ambientale, sociale ed economico”.

Alla riunione è stata invitata l’Italia, sia per il suo impegno a sostenere le sfide socio-ambientali che debbono affrontare i Piccoli Stati Insulari in via di Sviluppo (SIDS) che sono state drammaticamente evidenziate lo scorso marzo al passaggio del ciclone Pam su Vanuatu, tramite il Programma di cooperazione con i SIDS del Pacifico, lanciato nel 2007 e ribadito ad Apia (Samoa) nel settembre 2014 nel corso della III Conferenza Internazionale dei Piccoli Stati Insulari, sia per sue esperienze di protezione degli ecosistemi marini, di cui è testimonianza la sua rete di aree marine protette (AMP).

Il Mediterraneo e l’Italia hanno molte piccole isole dove la fragilità dell’ambiente e l’interazione con molteplici attività umane richiedono azioni di governance efficaci e consapevoli“, ha affermato il Sottosegretario del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Silvia Velo intervenuta al dibattito nel panel  dedicato a “Aree marine protette e sviluppo sostenibile: un approccio mediterraneo per contribuire allo sviluppo sostenibile e alla crescita blu dei Piccoli Stati Insulari in via di Sviluppo”.
Pur non essendo SIDS queste realtà hanno di fronte sfide ambientali, economiche e sociali simili che le rendono specialmente vulnerabili – ha proseguito il Sottosegretario – Anche esse risentono dei cambiamenti climatici”.
L’obiettivo delle politiche avviate dall’Italia in questo contesto è di affrontare sia la dimensione ecologica rappresentata dai fragili ecosistemi inclusi nelle Aree Marine Protette  (27, nove delle quali sono in piccole isole) che quella economico-culturale.
La protezione dei delicati ecosistemi marini costituisce un volano per lo sviluppo”, ha osservato la Velo, sottolineando come in Italia, il 10% della pesca avvenga in piccole isole, quasi il 50% dei servizi di alloggio turistico sia nelle AMP dove si svolge anche il 20% circa delle attività acquatiche ricreative e sportive.
A questo proposito, ha rammentato la Strategia Crescita Blu a lungo termine dell’UE a sostegno della crescita sostenibile nei settori marino e marittimo, che include 5 settori che hanno un elevato potenziale di crescita sostenibile e di occupazione: acquacoltura sostenibile; turismo marittimo e costiero; biotecnologie marine; energia oceanica; estrazione mineraria dai fondali marini.

Lo scorso novembre, ha rammentato l’On. Silvia Velo, durante il semestre di Presidenza italiana dell’UE, si sono riuniti i decisori politici nazionali ed internazionali, le parti interessate, la società civile e la comunità scientifica, per discutere delle opportunità legate alla “crescita blu”, che sono state raccolte nel documento politico denominato “Carta di Livorno”.

La riunione all’ONU è stata anche l’occasione per una serie di contatti bilaterali del Sottosegretario con i rappresentanti di alcuni SIDS del Pacifico, tra cui Palau dove l’Italia sta sostenendo con risorse concrete la creazione del più grande parco marino mondiale, e Vanuatu a cui è stato confermato l’impegno italiano di assistenza di 500.000 euro, 200.000 dei quali dal Ministero dell’Ambiente, per la messa a punto di programmi per di mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici.

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