Cambiamenti climatici Clima

Alluvioni: saranno le città inglesi a sperimentare un aumento dell’85%

alluvioni cambiamenti climatici

Ad Edmonton (Alberta) in quella che è stata la “Oil Capital of Canada” e che oggi è una delle città più seriamente impegnate nella lotta ai cambiamenti climatici, si terrà dal 5 al 7 marzo 2018 la Conferenza “Cities and climate change”, organizzata in collaborazione con il Gruppo Intergovernativo delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (IPCC).

Scopo dell’evento è di valutare lo stato delle conoscenze accademiche connesse alle città e ai cambiamenti climatici, creando un’agenda di ricerca globale basata sull’individuazione comune di come i cambiamenti climatici influenzeranno le città e di come muterà il ruolo delle città per affrontarli.

Un obiettivo chiave per questa conferenza – ha affermato il Prof. Richard Dawson della School of Engineering dell’Università di Newcastle (Regno Unito) e membro del Comitato scientifico direttivo della Conferenza – è quello di riunire e catalizzare l’azione di ricercatori, responsabili politici e industria per affrontare l’urgente questione della preparazione delle nostre città, della loro popolazione, degli edifici e delle infrastrutture ai cambiamenti climatici”.

Il percorso dell’adattamento e della resilienza ai cambiamenti climatici è ormai la questione fondamentale di questo secolo, dal momento che anche le ultime ricerche scientifiche sottolineano come gli eventi meteorologici estremi aumenteranno in modo significativo, anche se gli impegni assunti con l’Accordo sul clima di Parigi del 2015 fossero rispettati.

In vista della Conferenza e quale contributo alle discussioni previste nelle sessioni tematiche in programma, il Prof. Dawson assieme ad altri colleghi dell’Università di Newcaslte ha pubblicato sulla Rivista Environmental Research Letters, i risultati di una ricerca condotta in 571 città europee, che per la prima volta ha valutato il probabile impatto di inondazioni, siccità e ondate di calore nella seconda metà di questo secolo, utilizzando le proiezioni di tutti i modelli climatici disponibili, associati allo scenario RCP8.5 (Representative Concentration Pathway 8.5) ovvero BAU (Business-as-Usual), preso in considerazione dall’IPCC, che vede un elevato consumo di combustibili fossili e un elevato livello di concentrazione di gas serra in atmosfera, con conseguente aumento della temperatura globale compreso tra 2,6 °C e 4,8 °C.

Il gruppo ha realizzato tre possibili futuri scenari che hanno chiamato a basso, medio e alto impatto, sottolineando tuttavia che anche il più ottimistico di questi prevede per tutte le città europee l’aumento sia del numero di ondate di calore che delle temperature massime come delle alluvioni”.

Lo Studio dal titolo “Future heat-waves, droughts and floods in 571 European cities” evidenzia in particolare:
– un peggioramento delle ondate di calore per tutte le 571 città;
– l’aumento di prolungati periodi di siccità , in particolare nell’Europa meridionale;
– un aumento delle alluvioni, specialmente nelle città europee nord-occidentali;
– un aumento di tutti i rischi correlati per la maggior parte delle città europee.

“Stiamo già verificando in modo diretto le implicazioni connessi agli eventi meteorologici estremi nelle nostre capitali – ha sottolineato Dawson – A Parigi la Senna [ndr: il rifermento è alle alluvioni di fine gennaio 2018] è salita di oltre 4 metri sopra il normale livello d’acqua. E mentre Città del Capo si prepara a non chiudere i rubinetti, questa ricerca evidenzia che tali eventi climatici possono succedere anche nelle città europee”.

Roma e Stoccolma, secondo lo Studio, sembrano essere le città che potrebbero vedere il maggiore aumento del numero di giorni di ondate di calore, mentre Praga e Vienna durante sarebbero quelle che dovrebbero andare incontro ai maggiori aumenti di temperatura.

L’85% delle città inglesi, compresa la capitale Londra, correrebbero seri rischi di inondazioni fluviali, ma anche Dublino, Helsinki, Riga, Vilnius e Zagabria saranno colpite da inondazioni estreme.

Lisbona e Madrid sarebbero le principali capitali che avrebbero il maggior aumento di periodi siccitosi, ma anche nello scenario a basso impatto le città meridionali della penisola iberica, come Malaga e Almeria, dovrebbero registrare nel periodo 2051-2100 anche nello scenario a basso impatto, valori di siccità più che doppi rispetto al periodo 1951-2000. Mentre per lo scenario ad alto impatto, il 98% delle città europee dell’Europa meridionale potrebbe sperimentare in futuro sperimentare periodi di siccità fino a 14 volte peggiori rispetto ad oggi.

Anche se le regioni dell’Europa meridionale si adattassero a far fronte alla siccità, il livello di cambiamento potrebbe superare il punto di non ritorno – ha spiegato Selma Guerreiro, principale autrice della ricerca – Inoltre, la maggior parte delle città subirà notevoli cambiamenti per più di un pericolo, evidenziando la notevole sfida che le città devono affrontare nella gestione dei rischi climatici.

In copertina: L’acqua della Senna scorre sotto il ponte dell’Alma a Parigi il 27 gennaio 2018, sommergendo la statua dello Zuavo che viene utilizzata come strumento di misura delle alluvioni, quando le piogge eccezionali avevano innalzato il livello dell’acqua e sommerso le banchine e destato allarme per le cantine e gli scantinati dei musei (fonte: Associated Press, Christophe Ena).

Articoli simili

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da questo sito web.