Pubblicato dal Programma Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) in vista della prossima COP30 in Brasile (Belém, 10-21 novembre 2025), il Rapporto Adaptation Gap Report 2025 traccia il divario di finanziamenti assunti per l’adattamento climatico nei Paesi in via di sviluppo rispetto a quelli necessari, evidenzia che gli attuali flussi finanziari pubblici internazionali è di 12 volte inferiore rispetto a quanto necessario.
Anche il titolo che l’UNEP ha scelto per l’Adaptation Gap Report 2025 che viene pubblicato in vista della Conferenza delle Parti (COP) della Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) che quest’anno si tiene a Belém tra 10 giorni, riprende (o almeno crediamo) titoli di canzoni di successo del genere rock. Lo scorso anno per esempio, “Come Hell or High Water” riprendeva il titolo dell’Album omonimo (1993) dei Deep Purple, mentre quest’anno “Running on Empty” mutua il titolo della canzone (1977) di Jackson Browne, che è stata anche la colonna sonora del film “Forrest Gump” quando il protagonista corre da un capo all’altro degli Stati Uniti senza alcun motivo. Così il “Correre a secco” del titolo del Rapporto dell’UNEP vuole sottolineare che il “mondo si sta preparando per la resilienza climatica, senza i soldi per raggiungerla”, lasciando le persone esposte agli sconvolgimenti dei cambiamenti climatici, soprattutto quelle più deboli e svantaggiate.
“Gli impatti climatici stanno accelerando – ha affermato il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres nel suo messaggio sul rapporto – Eppure i finanziamenti per l’adattamento non tengono il passo, lasciando i più vulnerabili del mondo esposti all’innalzamento del livello dei mari, a tempeste mortali e a un caldo torrido. L’adattamento non è un costo, è un’ancora di salvezza. Colmare il divario nell’adattamento è il modo in cui proteggiamo vite umane, garantiamo giustizia climatica e costruiamo un mondo più sicuro e sostenibile. Non perdiamo altro tempo“.
Un divario preoccupante
Si stima che entro il 2035 il fabbisogno finanziario per l’adattamento dei paesi in via di sviluppo supererà i 310 miliardi di dollari all’anno. Basando le stime sui bisogni estrapolati espressi nei Contributi Determinati a Livello Nazionale (NDC) e nei Piani Nazionali di Adattamento, questa cifra sale a 365 miliardi di dollari.
I flussi finanziari pubblici internazionali per l’adattamento verso i paesi in via di sviluppo ammontavano a 26 miliardi di dollari nel 2023, in calo rispetto ai 28 miliardi di dollari dell’anno precedente. Ciò lascia un divario nei finanziamenti per l’adattamento di 284-339 miliardi di dollari all’anno, ovvero da 12 a 14 volte superiore ai flussi attuali. La precedente stima nel Rapporto dello scorso anno era di 194-366 miliardi di dollari per il 2030.
Se le attuali tendenze nei finanziamenti non cambieranno rapidamente, l’obiettivo del Glasgow Climate Pact di raddoppiare i finanziamenti pubblici internazionali per l’adattamento dai livelli del 2019 a circa 40 miliardi di dollari entro il 2025 non sarà raggiunto.

Pianificazione e implementazione in aumento
Sono 172 i Paesi che hanno in atto almeno una politica, una strategia o un piano nazionale di adattamento; solo 4 Paesi non hanno ancora iniziato a svilupparne uno. Tuttavia, 36 Paesi dispongono di strumenti obsoleti o non aggiornati da almeno un decennio. Questo problema dovrebbe essere affrontato per ridurre al minimo la possibilità di un cattivo adattamento.
Nei Rapporti Biennali sulla Trasparenza, presentati nell’ambito dell’Accordo di Parigi per delineare i progressi nel rispetto degli impegni sul clima, i Paesi hanno segnalato oltre 1.600 azioni di adattamento implementate, principalmente su biodiversità, agricoltura, acqua e infrastrutture, ma solo pochi stanno rendicontando i risultati e gli impatti effettivi, necessari per valutarne l’efficacia e l’adeguatezza.
Nel frattempo, il sostegno ai nuovi progetti nell’ambito del Fondo per l’Adattamento, del Fondo Globale per l’Ambiente e del Fondo Verde per il Clima è cresciuto fino a quasi 920 milioni di dollari nel 2024. Si tratta di un aumento dell’86% rispetto alla media mobile quinquennale di 494 milioni di dollari tra il 2019 e il 2023. Tuttavia, potrebbe trattarsi solo di un picco, con l’emergere di vincoli finanziari che rendono il futuro incerto.
Intensificazione della finanza pubblica e privata
Il nuovo obiettivo collettivo quantificato per i finanziamenti per il clima, concordato alla COP29, prevede che i paesi sviluppati stanzino almeno 300 miliardi di dollari all’anno per l’azione per il clima nei paesi in via di sviluppo entro il 2035, cifra insufficiente a colmare il divario finanziario, per due motivi:
– in primo luogo, se si estendesse il tasso di inflazione dell’ultimo decennio al 2035, il finanziamento stimato per l’adattamento necessario ai paesi in via di sviluppo passerebbe da 310-365 miliardi di dollari all’anno ai prezzi del 2023 a 440-520 miliardi di dollari all’anno;
– in secondo luogo, l’obiettivo di 300 miliardi di dollari è destinato sia alla mitigazione che all’adattamento, il che significa che l’adattamento riceverebbe una quota inferiore.
La roadmap Baku-Belém, volta a raccogliere 1,3 trilioni di dollari entro il 2035, potrebbe fare un’enorme differenza, ma è necessario fare attenzione a non aumentare la vulnerabilità dei paesi in via di sviluppo. Sono essenziali sovvenzioni e strumenti agevolati e non creatori di debito per evitare un aumento dell’indebitamento, che renderebbe più difficile per i paesi vulnerabili investire nell’adattamento.
Affinché la tabella di marcia funzioni, la comunità internazionale deve colmare il divario finanziario nell’adattamento attraverso la mitigazione ed evitando il cattivo adattamento, aumentare i finanziamenti con l’aiuto di nuovi fornitori e strumenti e coinvolgere più attori finanziari nell’integrazione della resilienza climatica nel processo decisionale finanziario.

Sebbene il settore privato debba fare di più, il rapporto stima il potenziale realistico di investimento del settore privato nelle priorità pubbliche nazionali di adattamento a 50 miliardi di dollari all’anno. Questo dato si confronta con gli attuali flussi privati di circa 5 miliardi di dollari all’anno. Raggiungere i 50 miliardi di dollari richiederebbe un’azione politica mirata e soluzioni di finanziamento miste, con finanziamenti pubblici agevolati utilizzati per ridurre i rischi e aumentare gli investimenti privati.
“Ogni persona su questo pianeta sta vivendo gli effetti del cambiamento climatico: incendi, ondate di calore, desertificazione, inondazioni, aumento dei costi e altro ancora – ha affermato Inger Andersen, Direttore Esecutivo dell’UNEP, durante la Conferenza stampa di lancio del Rapporto – Mentre le azioni per ridurre le emissioni di gas serra continuano a essere in ritardo, questi impatti non faranno che peggiorare, danneggiando più persone e causando ingenti danni economici. Abbiamo bisogno di una spinta globale per aumentare i finanziamenti per l’adattamento, sia da fonti pubbliche che private, senza aggravare il debito dei paesi vulnerabili. Anche in mezzo a bilanci ristretti e priorità contrastanti, la realtà è semplice: se non investiamo nell’adattamento ora, dovremo affrontare costi crescenti ogni anno“.
