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UNEP: problematiche ambientali in grado di mettere in pericolo la salute

UNEP problematiche ambientali in grado di mettere in pericolo la salute

Il Rapporto Frontiers 2016 del Programma Ambiente delle Nazioni Unite ha indicato 6 problematiche che, se non affrontate con tempestività, possono divenire delle pandemie con gravi ripercussioni economiche. Tra queste, il commercio illegale di fauna selvatica, tema cui è dedicata la Giornata Mondiale dell’Ambiente (5 giugno 2016), che espone le persone alle malattie zoonotiche associate con le specie commerciate.

Alla vigilia della seconda Assemblea delle Nazioni Unite sull’Ambiente (UNEA-2), svoltasi dal 23 al 27 maggio 2016 maggio, il Programma Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP) presso la cui sede è stata ospitata l’importante riunione che aveva all’ordine del giorno “Portare avanti la dimensione ambientale dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”, è stato presentato il Rapporto “Frontiers 2016. Emerging Issues of Environmental Concern”.

Nel corso degli ultimi 10 anni, l’UNEP ha cercato di individuare e mettere in evidenza le questioni emergenti di interesse globale attraverso la serie UNEP Year Book. Questo nuovo Rapporto costituisce una fase avanzata di questo impegno, segnalando le problematiche ambientali e le soluzioni per dare risposte efficaci e tempestive. Alcuni problemi possono insorgere a seguito di sopraggiunte conoscenze scientifiche e la comprensione delle interazioni tra sistemi ambientali, sociali ed economici; altri possono essere persistenti, ma per i quali siano emersi nuovi approcci e tecnologie in gradi di fornire ai decision maker le soluzioni e gli strumenti può adeguati. Inoltre, alcuni possono essere di carattere locale, essere problemi a piccola scala oggi, ma con una potenzialità di divenire una questione di interesse regionale o globale, qualora non trattate per tempo.

Frontiers 2016 Report, mette in evidenza e offre soluzioni a 6 problematiche emergenti, in grado di mettere in pericolo la salute umana e che necessitano di una pronta risposta.

Raccolti tossici
I cambiamenti climatici stanno già avendo un grande impatto sulla sicurezza alimentare. Il Rapporto esamina come la siccità e le alte temperature possono provocare l’accumulo nelle colture di composti chimici che sono tossici per gli animali e gli esseri umani. Frumento, orzo, mais e miglio sono tra le colture più sensibili all’accumulo di nitrati, causato da una prolungata siccità. Una intossicazione acuta da nitrati negli animali può provocare aborti spontanei, asfissia e morte, rovinando la vita dei piccoli agricoltori e allevatori. Le forti piogge che rompono prolungate siccità possono provocare, a loro volta, l’accumulazione di un altro composto tossico chiamato acido cianidrico o acido prussico in raccolti di lino, mais, sorgo, giuncastrello, ciliegie e mele.
Le aflatossine, tossine fungine in grado di causare il cancro e bloccare la crescita del feto, sono un altro problema emergente dei raccolti. Il rischio di contaminazione da aflatossine, in particolare nel mais, è previsto in crescita a latitudini maggiori a causa dell’aumento delle temperature. Un recente studio prevede che questa tossina diventerà un problema di sicurezza alimentare per l’Europa, soprattutto nello scenario più probabile di un aumento di 2 °C delle temperature globali.

Malattie zoonotiche
Frontiers mostra che sono in aumento le malattie che si trasmettono dagli animali agli esseri umani, fenomeno strettamente legata alla salute degli ecosistemi: le attività umane, invadendo gli habitat naturali, permettono agli agenti patogeni presenti in serbatoi naturali di diffondersi più facilmente dal bestiame agli esseri umani.
Gli ultimi anni hanno visto emergere diverse malattie zoonotiche, tra cui Ebola, l’influenza aviaria (SARS), la sindrome respiratoria del Medio Oriente (MERS), febbre della Rift Valley e la malattia da virus Zika. Gli agenti patogeni che causano queste malattie sono presenti nella fauna selvatica di cui sono ospiti a lungo termine. Negli ultimi due decenni, le malattie emergenti hanno avuto costi diretti superiori a 100 miliardi di dollari. Se questi focolai fossero diventati pandemie umane, le perdite sarebbero state pari a diverse migliaia di miliardi di dollari.

Inquinamento da plastiche
La comunità scientifica sta accelerando nella comprensione dell’impatto che la crescente quantità di microplastiche nei nostri oceani sta producendo sui vari organismi, così come il pericolo per la salute umana attraverso il consumo di alimenti contaminati. Queste particelle di plastica molto piccole – tra le dimensioni di una formica e un virus – si trovano nelle acque di tutto il mondo e nello stomaco degli animali, dallo zooplancton alla balena. Un certo numero di studi analizzati nel Rapporto indicano che ciò rappresenta un rischio per la salute umana.

Settore finanziario
La Finanza non si limita solo a favorire la crescita economica; ma ha anche un ruolo fondamentale da svolgere per gli investimenti in un’economia a basso tenore di carbonio, efficiente nell’impiego delle risorse e dalle attività sostenibili. Può anche aiutare a spostare i capitali lontano dalle tradizionali attività che danneggiano l’ambiente. Il Rapporto presenta una serie di iniziative finanziarie emergenti che offrono soluzioni innovative in grado di portare avanti il cambiamento sostenibile, tra cui “Sustainable Living Plan” di Unilever, che si impegna a dimezzare entro il 2020 l’impatto ambientale dell’azienda, migliorando la salute di un miliardo persone. Alla fine del 2014, Unilever aveva già ridotto del 37% la quantità di emissioni di gas serra prodotte dalle sue fabbriche rispetto ai livelli del 2008, mettendo in evidenza la capacità del settore finanziario nel determinare un cambiamento ambientale positivo.

Cambiamenti climatici
Il Rapporto mette in evidenza due aspetti critici associati ai cambiamenti climatici: le perdite e i danni. Stante l’inazione negli ultimi 25 anni per le azioni di mitigazione e adattamento, l’evidenza scientifica suggerisce che le perdite e i danni correlati ai cambiamenti climatici sono inevitabili, con profonde conseguenze per gli ecosistemi, le persone, le attività e le economie. Effetti che si stanno già verificando e che sono drammaticamente sotto i nostri occhi. Le ondate di calore del 2003 sono un esempio di ciò che accade quando gli sforzi di mitigazione e adattamento non vengono attuati: 30.000 persone sono morte, i ghiacciai sono diminuiti, il permafrost si sta scongelando e il settore agricolo dell’Unione europea ha perso 14,7 miliardi di dollari.

Consumismo esotico: il commercio illegale di animali vivi
Tema inserito nell’Agenda degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile – scrive nell’introduzione il Direttore esecutivo dell’UNEP, Achim Steiner – il commercio di fauna selvatica continua a rappresentare una seria minaccia per gli ecosistemi e gli animali che vi vivono. Il commercio illegale di animali vivi sta dando vita ad un business redditizio che attrae le reti della criminalità lungo tutta la catena di fornitura. Il commercio illegale di animali vivi non costituisce solo una minaccia per la sopravvivenza delle specie, ma espone anche gli esseri umani a malattie zoonotiche associate con le specie commerciate”.
Di qui, la decisione di celebrare la Giornata Mondiale dell’Ambiente (5 giugno 2016) per sottoporre all’attenzione del mondo intero la necessità di lottare in ogni modo contro il bracconaggio e il commercio illecito delle specie selvatiche, al motto di “Selvaggio per la Vita”.

Il Rapporto, dopo aver preso in esame una serie di altri casi-studio sui recenti eventi improvvisi e a lenta insorgenza, che hanno causato perdite e danni agli ecosistemi, propone una serie di strumenti per aiutare a gestire questi problemi in futuro.

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