Cambiamenti climatici Energia

Zero netto al 2050: i paesi sviluppati devono raggiungerlo nel 2040

Il Rapporto pre-COP28 “Pathway to Net Zero Emissions” di DNV, complementare al Rapporto “Energy Transition Outolook (ETO), descrive il percorso più fattibile, secondo l’ente di certificazione e società di consulenza, per raggiungere lo zero netto al 2o50. Poiché si prevede che le emissioni di CO2 raggiungeranno livelli record nel 2023 e ancora più elevati l’anno prossimo, sono necessari tagli immediati e permanenti ai combustibili fossili.

Limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C rimane una possibilità, ma è altamente improbabile. Per raggiungere lo zero netto nel 2050 sono necessarie misure drastiche e tagli permanenti alle emissioni.

È quanto emerge dal Rapporto Pathway to net-zero emissions” che DNV, uno dei principali Enti di certificazione a livello mondiale e Società di consulenza aziendale per i settori Energia, Petroli & Gas e Assicurazioni, in vista della COP28 (Dubai, 30 novembre -12 dicembre 2023), ha presentato il 14 novembre 2023 nel corso di un apposito webinar.  

Mentre l’Energy Transition Outlook, pubblicato lo scorso ottobre, rappresenta la migliore stima di DNV su come la transizione energetica potrebbe svolgersi nei prossimi 30 anni, indicando un pianeta più caldo di 2,2 °C, il rapporto Pathway offre un modo praticabile per colmare il divario per riportare il mondo verso 1,5 °C.

Secondo DNV, il raggiungimento dello zero netto entro il 2050 è sempre meno probabile, soprattutto perché le emissioni globali sono ancora in aumento. Tuttavia, il Rapporto evidenzia che non solo è tecnicamente e politicamente fattibile, ma è anche conveniente.

Ciò sarebbe possibile tramite una sostituzione efficiente e rapida di petrolio, gas e carbone con elettricità rinnovabile, idrogeno e biocarburanti, ma un sistema energetico completamente privo di fossili entro il 2050 non è fattibile. Pertanto, secondo il Rapporto, è essenziale un massiccio sforzo di cattura e rimozione del carbonio per compensare le rimanenti emissioni di CO2 derivanti dai combustibili fossili e l’inevitabile “superamento” del budget del carbonio, che sarà esaurito entro il 2030

Per raggiungere l’obiettivo di 1,5 °C si dovrebbe eliminare 6 gigatonnellate (Gt) di emissioni all’anno tra il 2050 e il 2100. Obiettivo, peraltro, ad alto rischio e dipendente dall’espansione di tecnologie non provate come la cattura diretta dell’aria e la bioenergia con la cattura e lo stoccaggio del carbonio, ma non esiste alcun percorso plausibile verso lo zero netto senza rimuovere la CO2 dall’atmosfera.

Individualmente e collettivamente, le tabelle di marcia descritte nel Rapporto sono possibili ma molto difficili. Non è mai stato tentato nulla di questa portata. La loro implementazione di successo richiederà contributi sostanziali da parte della tecnologia e della finanza, uno straordinario passo avanti nelle politiche energetiche, climatiche, industriali ed economiche e cambiamenti comportamentali. Inoltre, questi cambiamenti e riduzioni delle emissioni devono avvenire simultaneamente

Dobbiamo utilizzare tutti gli strumenti politici per una transizione più rapida – ha affermato Remi Eriksen, Presidente del Gruppo e CEO di DNV – C’è un urgente bisogno di ripensare e stabilire nuove politiche, con la cooperazione internazionale che garantisca la titolarità delle azioni in tutte le regioni e in tutti i settori. È fondamentale rimanere il più possibile al di sotto dei 2 °C ed è importante ogni azione volta a ridurre le emissioni e ad accelerare la transizione energetica. In questa fase, ogni decimo di grado di aumento della temperatura evitato è molto importante”. 

Mentre l’energia solare e i veicoli elettrici si stanno diffondendo in modo adeguato, la maggior parte delle altre tecnologie, compresa la produzione di idrogeno e la rimozione del carbonio, necessitano ancora di un’espansione maggiore e più rapida. L’elettricità deve raggiungere quasi il 50% del mix energetico nel 2050, ma dipende da rapide estensioni della rete, che sono già soggette a ritardi di autorizzazione e a colli di bottiglia nella catena di approvvigionamento. Allo stesso tempo, i miglioramenti in termini di efficienza energetica devono essere raddoppiati rispetto ai livelli attuali

Insieme all’energia eolica, l’energia solare è già la fonte più economica di nuova elettricità nella maggior parte dei luoghi del mondo, e i costi continuano a diminuire rapidamente con l’aumento della capacità produttiva. Secondo il Rapporto, entro il 2040 l’energia solare potrebbe superare il petrolio come principale fonte energetica e, entro il 2050, raggiungere una quota superiore a quella di tutti i combustibili fossili messi insieme. Verso la fine degli anni ’30, il solare e l’eolico avranno le stesse dimensioni e domineranno totalmente la produzione globale di elettricità

Ogni regione deve fare di più e agire più rapidamente. Sebbene ogni regione debba superare le proprie ambizioni attuali e soddisfarle, si applicheranno scadenze diverse. Il percorso verso le emissioni nette zero di DNV si basa sul principio cardine dell’UNFCCC, che stabilisce una responsabilità comune, ma differenziata per il raggiungimento delle emissioni nette zero. Il PIL pro capite è il principale motore del percorso delle emissioni verso il 2050. Tutte le regioni devono raggiungere i loro obiettivi di zero emissioni nette molto prima di quanto attualmente previsto: per i Paesi OCSE si stima prima del 2045, per la Grande Cina (Cina continentale + Hong Kong e Macao e Taiwan) prima del 2050 e per il resto del mondo prima del 2060.

Per raggiungere lo zero netto globale nel 2050, le regioni ad alto reddito e i settori trainanti della domanda devono muoversi ulteriormente e più rapidamente – ha sottolineato Eriksen – Tutte le regioni devono raggiungere i propri obiettivi di zero emissioni almeno dieci anni prima rispetto alle ambizioni dichiarate”.

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