Dal 31 maggio al 2 giugno 2024 le piazze dei piccoli comuni italiani, custodi di tradizioni, storia e bellezza del Paese, capaci di innovare e competere, pronti per dare gambe alla transizione ecologica, una maggior giustizia ambientale, climatica e sociale, celebreranno il 20° Anniversario di “Voler Bene all’Italia”, la Festa lanciata da Legambiente e dal Comitato promotore per richiamare l’attenzione su questa parte d’Italia spesso marginalizzata da politiche disattente.
È stata presentata il 30 maggio 2024 nel corso del Convegno “Dalla parte del futuro” la XX edizione di “Voler Bene all’Italia” (31 maggio – 2 giugno 2024), la Festa nazionale dei Piccoli Comuni, promossa da Legambiente e dal Comitato Promotore (tra i componenti Symbola, Kyoto Club, Borghi più Belli di Italia, Federparchi, Forum Terzo Settore, Touring Club e Unpli), con il Patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), Ministero del Turismo (MIT), di ANCI, UNCEM e la collaborazione di CHINT e ENEL, perrichiamare l’attenzione su questa parte d’Italia spesso marginalizzata da politiche disattente.
Piccoli ma “giganti” per storia, bellezza, tradizioni e per l’impegno nella transizione ecologica ed energetica: sono 5.526 quelli presenti in Italia dove vivono 9.687.000 di cittadini, ma sempre più minacciati da spopolamento e calo demografico. Negli ultimi 23 anni – dal 2001 al 2024 – i comuni con meno di 5 mila abitanti sono passati da 5.836 a 5.526 (-5,3%), in calo anche la popolazione passata da 10.590.000 a 9.687.353 (-8,5%).
Per fronteggiare questa tendenza negativa, i piccoli comuni devono ripartire dai giovani e dalla popolazione attiva, quella che va dai 15 a 65 anni, e da quelle opportunità ad oggi ancora non sfruttate appieno. Il 62,5% di coloro vivono nei piccoli borghi è costituito da tale fascia di popolazione che determinerà il futuro di questi luoghi. Il restante 12,2% da giovani (fino ai 14 anni) e il 26,1% da anziani (oltre i 65 anni).
Per fare il punto della situazione, con dati alla mano, e soprattutto a indicare la “rotta” da seguire, Legambiente ha presentato il dossier “Borghi Avvenire, trend e opportunità per arrestare lo spopolamento e investire su scenari futuri” che analizza il presente e indica 6 opportunità su cui lavorare che se messe in campo potranno portare benefici soprattutto in termini di occupazione e vitalità per i piccoli comuni.
1. Opportunità energetica su cui i piccoli comuni stanno già dando in buona parte l’esempio. Secondo le stime Legambiente una produzione di 2 GW al 2030 porterebbe a un investimento di 1,6 miliardi con 250 milioni di euro di valore aggiunto e a 5,5 milioni di tonnellate di CO2 risparmiata. Un protagonismo, raccontato anche dai dati del dossier “Comuni Rinnovabili” che ben evidenzia il fermento e l’operatività in atto. Tra i piccoli comuni “Giganti nelle rinnovabili”, primi nelle rispettive classifiche spiccano: nel fotovoltaico, prendendo in esame il parametro kW per abitante che meglio racconta il contributo di queste tecnologie nel territorio, il Comune di Bellino (RO) con 71,5 kW/abitante, seguito da Giave (SS) con 46,98 kW/abitante e Caglio (CO) con 45,97 kW/abitante. Nell’eolico, prendendo in esame il parametro assoluto, svettano il Comune di Bisaccia (AV) con 3.534 abitanti e ben 250,2 MW di potenza installata, Foiano di Val Fortore (BN), con 1.320 abitanti e 223,4 MW e Lacedonia (AV) con 2.048 abitanti e 204,7 MW. Infine, nell’idroelettrico sul podio Val di Vizze (BZ) con 3.093 abitanti e 40,9 MW, Moso in Passiria (BZ) con 2.034 abitanti e 30,3 MW e Borzonasca (GE) con 1.824 abitanti e 26,8 1MW.
2. Opportunità abitativa:l’utilizzo delle circa 143 mila abitazioni (dato ISTAT) non occupate e potenzialmente disponibili poterebbe ad accogliere circa 320 mila nuovi cittadini potenziali con oltre 1,1 miliardi di euro di indotto e oltre 13 mila nuovi addetti ai lavori.
3. Opportunità turistica:se la percentuale di utilizzo dei posti letto nei borghi raggiungesse la media italiana della ricettività, significherebbe ben 20 milioni di notti/letto in più, un fatturato aggiuntivo di 2 miliardi e 40mila nuovi posti di lavoro.
4. Opportunità “Borghi universitari”: se ognuna delle 239 sedi universitarie italiane scegliesse di investire un solo corso o anche per un solo anno in un piccolo Comune limitrofo, in 10 anni, si potrebbero coinvolgere almeno 2.500 realtà (la metà dei piccoli Comuni).
5. Opportunità smart working: incentivando anche solo il 10% dei 3,6 milioni di persone che lavorano da remoto (dato POLIMI) a farlo da un borgo, avremmo oltre 28 milioni di giornate/uomo/lavoro e almeno 40 nuovi residenti in 2.000 borghi (oltre a familiari e ospiti).
6. Opportunità agricola: riconquistando solo il 10% di quei 2,3 milioni di ettari di superficie territoriale agricola persi (dati ISTAT), si creerebbero oltre 75 mila nuove aziende, ciascuna di 30 ettari.
“I borghi possono essere luoghi attrattivi per diverse fasce di popolazione attiva e per i giovani, dove si resta, a volte si torna o si arriva e dove si fa parte di una comunità in cui si concorre a costruirne il destino – ha affermato Alessandra Bonfanti, responsabile nazionale piccoli comuni di Legambiente e curatrice del Dossier – Tante le conquiste che abbiamo raggiunto con impegno in questi venti anni di Voler Bene all’Italia, di cui siamo orgogliosi. Ora quello che auspichiamo è che studiosi, amministratori, esperti, istituzioni locali e nazionali, associazioni lavorino in sinergia nell’immaginare, progettare e consegnare alle nuove generazioni una comune visione di futuro”.
La campagna “Voler Bene all’Italia” dal 2004 è in prima linea per chiedere politiche indirizzate ai piccoli Comuni e attenzione dalle istituzioni centrali, raccogliendo una serie di vittorie: dall’approvazione definitiva nel 2017 della Legge Salva Borghi, con fondi e di valorizzazione e sostegno, alla Legge 158/2017 (oggi ancora senza fondi a regime) che si propone, tra le altre cose, di recuperare il dissesto idrogeologico, attuare politiche di adattamento climatico, introdurre innovazione nella gestione dei servizi ancora prima di contribuire al riequilibrio demografico.
Dal 31 maggio al 2 giugno saranno oltre un centinaio (144) gli eventi in programma. Tra quelli di punta, quello a Canale Monterano (RM) e a Castel del giudice (IS), scelto questo come simbolo della campagna per essere protagonista di un rinnovamento energetico grazie alla costituzione e realizzazione di comunità energetiche e alla progettazione legata al bando borghi con i fondi del PNRR, dove avranno luogo due giorni di studio con tre tavoli di lavoro che daranno vita alla “Carta di Castel del giudice”, con soluzioni e richieste per affrontare la crisi demografica e climatica, la marginalità economica dei piccoli comuni e garantire futuro alle comunità locali.
Il 2 giugno, in occasione della Festa della Repubblica, tra le altre piazze attive: quella di San Valentino in A.C.(PE), Anzi (PZ), Fivizzano (MS). Mentre il 31 maggio appuntamento a Pertosa (SA), Gemmano (RN), Altidona (FM). In quest’occasione i Sindaci dei piccoli Comuni firmeranno il “Patto per il futuro dei piccoli Comuni”, prendendo l’impegno di attuare politiche insediative davanti a un neomaggiorenne a cui verrà consegnata una copia della Costituzione italiana.
Per cogliere l’occasione di visitare un piccolo borgo antico, trovando l’iniziativa più vicina, si può utilizzare la mappa interattiva
“I piccoli comuni hanno bisogno di più politiche di sistema, rivolte in maniera specifica a giovani e residenzialità con un impegno sui prossimi decenni e su queste generazioni, altrimenti la scommessa non potrà dirsi vinta che per qualche comune più visionario e capace – ha sottolineato Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente – È necessario investire in rigenerazione urbana ma anche nell’innovazione sociale con nuovi servizi alla persona, nuovi modelli di abitare e servizi di cittadinanza digitali su misura, nuove forme di residenzialità di lavoro basate su green economy e democrazia energetica con le rinnovabili. In questi vent’anni di Voler Bene all’Italia, abbiamo raccontato le sfide, le buone pratiche ma anche i tanti problemi che riguardano le aree interne. Gli stanziamenti previsti dal PNRR per i piccoli comuni e quelli per le CER rappresentano un passo importante, ma c’è da fare ancora molto per superare la rassegnazione dei trend statistici e costruire oggi nuove opportunità per i piccoli comuni”.