Sostenibilità

Utilitalia: il sistema determinante per transizione ecologica e digitale

Il Rapporto di Sostenibilità 2023 di Utilitalia, la Federazione che riunisce le Utilities dei servizi pubblici dell’Acqua, dell’Ambiente, dell’Energia Elettrica e del Gas, sottolinea il ruolo determinante del sistema Utilitalia nell’implementazione dell’Agenda 2030e nel perseguire uno sviluppo sostenibile negli ambiti economico, sociale e ambientale, focalizzandosi sui settori chiave dellAcqua, dell’Ambiente e dell’Energia.

Un volume complessivo di investimenti realizzati nel 2022 pari a 6,2 miliardi, un terzo dei quali destinati a decarbonizzazione, digitalizzazione ed economia circolare, e un valore aggiunto distribuito ai diversi stakeholder (lavoratori, azionisti, pubblica amministrazione, finanziatori, comunità locali, oltre a quanto viene reinvestito in azienda) pari a 12,7 miliardi.

Sono i dati principali che emergono dal IV Rapporto di sostenibilità Le Utilities italiane per la transizione ecologica e digitale” di Utilitalia, la Federazione che riunisce le Utilities dei servizi pubblici dell’Acqua, dell’Ambiente, dell’Energia Elettrica e del Gas, redatto dalla Fondazione Utilitatis su un campione di 89 aziende associate, e presentato il 22 gennaio 2024 nel corso dell’evento “Acqua, rifiuti ed energia: il ruolo delle Utilities nella transizione sostenibile” trasmesso in streaming sul canale AnsaIncontra, che sottolinea il ruolo determinante del sistema Utilitalia nell’implementazione dell’Agenda 2030 e nel perseguire uno sviluppo sostenibile negli ambiti economico, sociale e ambientale, focalizzandosi sui settori chiave dell‘Acqua, dell’Ambiente e dell’Energia.

Rispetto ai 4,6 miliardi di investimenti realizzati nel 2021, nel 2022 il dato è salito a 6,2 miliardi (+35%): di questi, 1,8 miliardi sono stati destinati alle sfide della decarbonizzazione, della digitalizzazione e dell’economia circolare (il 29% del totale, in linea con l’anno precedente).  L’obiettivo della decarbonizzazione resta centrale per le utilities, con investimenti che superano gli 830 milioni; gli esempi concreti sono numerosi, dall’energia prodotta da fonti rinnovabili (81%, con un balzo di ben 32 punti percentuali in un anno) ai quasi 9 mila mezzi a basso impatto ambientale (22% del totale), principalmente utilizzati per la raccolta dei rifiuti. Gli investimenti in economia circolare ammontano a oltre 500 milioni (+84% in un anno): grazie a questi investimenti, la percentuale di riciclo dei rifiuti differenziati arriva al 92%, mentre il tasso di recupero dei fanghi di depurazione supera l’88%.

Per quanto riguarda la digitalizzazione, gli investimenti sono stati 420 milioni (+41% rispetto al 2021); oggi il 39% della rete idrica risulta distrettualizzata, mentre i contatori intelligenti del gas sono il 55% di quelli installati.

Il valore aggiunto annuale distribuito agli stakeholder è stato di 12,7 miliardi, con una crescita del 18% rispetto agli 11,7 miliardi dell’anno precedente.  Ad esso si sommano ulteriori 33,7 miliardi di spesa verso i fornitori, di cui quasi il 65% verso realtà locali. 

Anche nel 2022, un anno difficile caratterizzato dalla crisi dei prezzi dell’energia e dall’emergenza siccità, quello delle imprese dei servizi pubblici si è confermato un settore strategico per il nostro Paese – ha spiegato il Presidente di Utilitalia, Filippo Brandolini – Un comparto la cui rilevanza è data sia dal valore economico generato per tutti gli stakeholder, lavoratori, pubblica amministrazione e  azionisti in particolare, sia dalla qualità dei servizi offerti agli utenti, siano essi cittadini, imprese o enti locali, sia, nonostante la congiuntura molto difficile, dalla qualità e dal volume degli investimenti in corso e previsti, pienamente rispondenti alla strategia europea del Green Deal”.

Il Rapporto evidenzia la crescita dell’integrazione della sostenibilità nel modello di business delle utilities: il 47% di esse – spesso in assenza di obblighi normativi – elabora un rapporto di sostenibilità, il 17% si è dotato di una struttura dedicata alla sostenibilità e il 36% ha previsto obiettivi espliciti di sostenibilità all’interno del piano industriale.

Nell’ambito specifico della salute e della sicurezza sul lavoro, il 56% delle aziende monitora gli incidenti mancati (near miss) e il 53% adotta sistemi certificati di gestione della sicurezza sul lavoro.

Sul fronte della parità di genere si registra una percentuale di donne nei Consigli di amministrazione pari al 36%. Il Rapporto dedica inoltre un approfondimento anche al tema della tassonomia, con l’obiettivo di rendicontare gli investimenti finanziari verso le attività economiche che possono contribuire alla transizione verso un’economia sostenibile. I dati rivelano che la percentuale media di fatturato, spese operative (opex) e investimenti in beni capitali (capex) ammissibile è rispettivamente del 61%, 64% e 67%. Al contempo, la percentuale media allineata a questi parametri si attesta al 53%, 59% e 54%.

Energia, ciclo idrico e servizi ambientali sono servizi imprescindibili per la vita dei cittadini e le utilities che se ne occupano sono parte attiva ed essenziale del progresso del Paese – ha sottolineato il Presidente di Fondazione Utilitatis, Mario Rosario MazzolaLa sostenibilità si conferma al centro della strategia delle imprese dei servizi pubblici: investire in questa direzione non rappresenta solo una strada obbligata per la transizione ecologica, ma assicura ormai anche migliori performance aziendali e vantaggi alle comunità servite”.

Il focus del Rapporto dedicato alla serie storica delle performance di oltre 40 aziende associate, rileva che queste valgono circa 62 miliardi di ricavi (pari al 93% del campione preso in considerazione) e occupano oltre 71.000 lavoratori. Per questo gruppo è disponibile l’andamento, in un orizzonte di 4 anni, di 15 indicatori particolarmente rappresentativi per il settore idrico, ambientale ed energetico.

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