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La Commissione UE ha avviato a Riga i lavori per l’ “Unione dell’Energia”

unione energia

A Riga, durante la Conferenza dei Ministri dell’Energia dell’UE, il Commissario di Azione per il Clima e l’Energia e quello di Unione dell’Energia si sono soffermati su alcuni aspetti della Strategia proposta dalla Commissione Juncker che verrà formalizzata presumibilmente il 25 febbraio 2015, a seguito del perdurare della crisi nei rapporti con la Russia.

L’Europa si affida troppo pesantemente sulle importazioni di combustibili e gas – aveva dichiarato il Presidente della Commissione UE Jean-Claude Juncker, presentando i suoi orientamenti politici al Parlamento europeo lo scorso anno – Dobbiamo ridurre questa dipendenza, pur mantenendo il nostro mercato energetico aperto ai Paesi al di fuori dell’UE. Per questo abbiamo bisogno di mettere in comune le nostre risorse, unire le nostre infrastrutture e cumulare il nostro potere negoziale nei confronti dei Paesi terzi. Lo dobbiamo alle generazioni future per limitare l’impatto dei cambiamenti climatici e mantenere l’energia a prezzi accessibili, utilizzando più energia dalle fonti rinnovabili e diventando energeticamente più efficienti”.

In accordo con gli orientamenti espressi e sotto l’incalzare della crisi nei rapporti con la Russia che ha definitivamente chiuso il gasdotto South Stream su cui molti Paesi membri, tra cui l’Italia, facevano grande affidamento per il proprio approvvigionamento di gas, la Commissione UE ha avviato i lavori per l’Unione dell’Energia, il cui testo definitivo sarà presentato il 25 febbraio 2015.
Secondo quanto annunciato dal Vice-Presidente e Commissario di Unione dell’Energia, lo slovacco Maroš Šefčovič, nel corso dell’audizione sull’argomento alla Commissione Energia e Ambiente del Parlamento europeo il 28 gennaio 2015, il Framework Strategy comprenderà anche la posizione dell’UE sull’accordo globale sul clima di Parigi (Road to Paris), le proposte legislative per raggiungere gli obiettivi energetici e climatici dell’UE entro il 2030, e una Comunicazione sui progressi compiuti dall’UE nella realizzazione degli obiettivi di interconnessione elettrica minimale del 10%.

Il 4 febbraio 2015 la Commissione UE ha annunciato con un Comunicato di aver stabilito un piano per riorganizzare le politiche energetiche, dando via libera ai lavori per l’Unione dell’Energia.
L’UE importa il 55% del suo fabbisogno energetico e il 90% del suo patrimonio immobiliare consuma troppa energia, le nostre infrastruuture energetiche stanno invecchiando e il mercato interno dell’energia è lontano dall’essere completato – si legge – Il momento per ‘L’unione dell’Energia’ è adesso. Nell’agenda politica la sicurezza energetica è ai primi posti ed è stata nel Consiglio UE dello scorso ottobre una porta aperta per conseguire un Accordo ambizioso sul clima a Parigi a fine 2015”.

Il recente “Piano di investimenti per l’Europa” di 315 miliard di euro, approvato dalla Commissione UE, è stato progettato anche per sbloccare i mezzi finanziari di cui il settore energetico ha davvero bisogno. Anche gli attuali prezzi del petrolio, secondo la Commissione Ue, stanno offrendo un incentivo ulteriore all’azione e all’ampliamento dei margini di manovra politica e finanziaria per fare quel che è necessario per realizzare una politica energetica europea più competitiva, sicura e sostenibile.
Le nostre politiche energetiche attuali non sono sostenibili in tutti i sensi e abbisognano urgentemente di una ristrutturazione – ha osservato Maroš Šefčovič – I cittadini dovranno essere al centro della nostra politica energetica. Oggi abbiamo un programma molto ambizioso e lo slancio per fare qui e adesso. Lavoreremo per garantire un approccio coerente per l’energia tra i diversi settori, per migliorare la prevedibilità. Clima, trasporti, industria, ricerca, politica estera, economia digitale e agricoltura, saranno le tematiche fondamentali di questo progetto. L’Unione dell’Energia mira a rompere la chiusura culturale di settore che permane ancora e a portare tutti i soggetti interessati allo stesso tavolo -. In poche parole, l’Unione dell’Energia creerà le premesse per un nuovo modo di fare politica energetica in Europa”.
Per orientare il dibattito il Commissario Šefčovič prima della riunione aveva diramato un Documento che avrebbe dovuto circolare solo internamente, ma che in qualche modo è trapelato e diffuso dal blog Stollmeyer.eu.
Tra i principali temi affrontati nel corso del dibattito operativo svoltosi, si segnalano:
– la diversificazione delle fonti energetiche attualmente a disposizione degli Stati membri;
– l’aiuto da fornire loro per ridurre la propria dipendenza dalle importazioni energetiche;
– l’azione da intraprendere per fare dell’UE il numero uno mondiale per le energie rinnovabili e affermare la sua leadership nella lotta contro il riscaldamento globale.

L’Unione dell’Energia sarà un ambizioso progetto che darà un nuovo orientamento e una chiara visione a lungo termine alla politica energetica e climatica europea – ha aggiunto Miguel Arias Cañete, il Commissario per l’Azione climatica e l’Energia – Non sarà semplicemente di vecchie idee aggiornate, ma il progetto conterrà azioni concrete in grado di garantire che la vision divenga realtà. Io sarò responsabile della messa in opera delle maggiori misure indicate nella strategia. La effettiva messa in atto sarà cruciale, così come l’applicazione piena e corretta della legislazione in vigore”.

Riga (Lituania). L’intervento del Commissario Unione dell’Energia Maroš Šefčovič nel corso della Conferenza indetta dalla Presidenza del Consiglio europeo il 6 febbraio 2015. 
Il primo seduto a sinistra è Miguel Arias Cañete, Commissario di Azione per il Clima e l’Energia (fonte: EU2015LV).

Intervenendo alla Conferenza “Energy Union of the EU Energy Ministers”, svoltasi a Riga il 6 febbraio 2015 per iniziativa della Presidenza di turno della Lettonia del Consiglio UE e in collaborazione con la Commissione UE, i due Commissari hanno affrontato alcune questioni fondamentali.
In particolare, Miguel Arias Cañete ha affermato che la Turchia riveste un ruolo di vitale importanza nei piani europei di approvvigionamento sicuro, insieme all’Ucraina, poiché il corridoio meridionale del gas aiuterà a ridurre la dipendenza dell’UE dalla Russia.
Il corridoio meridionale (Southern Gas Corridor) trasporterà il gas naturale dall’Azerbaijan orientale, vicino al Mar Caspio, alla Grecia, passando attraverso il territorio turco, per poi raggiungere l’Albania e da qui l’Italia, raggiungendo l’Europa.

Il 9 febbraio a Sofia è previsto un incontro dei Ministri dell’Energia dei Paesi europei sud-orientali, a cui parteciperebbero, oltre al Commissario Šefčovič, i ministri di Austria, Bulgaria, Croazia, Grecia, Ungheria, Romania, Slovenia e Slovacchia, mentre la Serbia, candidata ad entrare nell’UE, sarebbe comunque informata delle conclusioni della riunione.
Alla riunione partecipano tutti quei Paesi che sono stati delusi nelle loro aspettative dalla decisione della Russia di rottamare il South Stream e di trovare un’alternativa al gas russo per la regione che non essendo adeguatamente integrata nel sistema energetico europeo, potrà fare affidamento ai circa 10 miliardi di m3 all’anno che saranno disponibili solo allorché il gas dell’enorme giacimento di Shah Deniz 2, dall’Azerbaijan comincerà ad affluire tramite il TANAP e dal 2019-2020 attraverso il TAP.
Il 12 febbraio 2015, poi, a Baku si svolgerà il primo Consiglio consultivo tra la Commissione UE, guidata da Šefčovič, e il Governo dell’Azerbaijan, al fine di accellerare sul memorandum d’intesa su un partenariato strategico nel settore dell’energia, già firmato.

Cañete ha pure sottolineato il rafforzamento delle relazioni con la Norvegia che vende 100 miliardi di metri cubi di gas all’Unione europea ogni anno, costituisce un’altra priorità fondamentale, aggiungendo che costruire una strategia di gas naturale liquefatto (LNG) è una necessità.
Secondo il Commissario per l’Energia, i consumatori nell’UE dovrebbero avere la libertà di acquistare l’energia elettrica da un altro Paese, qualora trovino i prezzi più convenienti.
A sua volta, Maroš Šefčovič si è soffermato sui cosiddetti 5 pilastri dell’ “Unione dell’Energia” che, come ha affermato, sono processi paralleli che si rafforzano reciprocamente.
Il primo pilastro è la “sicurezza di approvvigionamento basato sulla solidarietà e fiducia”, spiegando che le relazioni con i Paesi di provenienza, come la Russia, devono essere equilibrati.
Il secondo è “un mercato interno dell’energia competitivo e integrato” che consoliderà l’equità dei prezzi e dove i contratti di gas a lungo termine trasparenti miglioreranno il contesto di un trattamento equo e garantiranno la fedeltà dei clienti.
Il terzo è “moderazione della domanda di energia”, perché se l’UE aumentasse l’efficienza energetica dell’1% ha detto Sefcovic, che ha aggiunto che se l’UE aumenta l’efficienza energetica di un punto percentuale, il consumo di gas diminuirebbe del 2,6%.
Il quarto include “la decarbonizzazione del mix energetico”, per centrare l’obiettivo di riduzione delle emissioni di carbonio del 40% entro il 2030.
Infine, il quinto pilastro è “la ricerca e l’innovazione”.

Partendo da 28 differenti politiche energetiche – ha concluso il Commissario di Unione dell’Energia – arriveremo ad un’unica e buona politica Europea”.

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