La Community Valore Acqua per l’Italia, la piattaforma multistakeholder di alto livello attivata da The European House – Ambrosetti (THEA), Utilitalia, Federazione che unisce le Aziende operanti nei servizi pubblici dell’acqua, dell’ambiente, dell’energia elettrica e del gas, e la sua Fondazione Utilitatis hanno presentato il 19 marzo 2025 i dati del servizio idrico integrato, quali emergono dal Libro Bianco 2025 e del Blue Book 2025.
Tra imprese, agricoltura e settore energetico, la filiera estesa dell’acqua ha un peso sempre più rilevante per l’economia italiana: dalle risorse idriche “dipende” il 20% del PIL italiano, un valore che ha superato i 383 miliardi di euro.
A conclusione dei lavori della VI edizione della Community “Valore Acqua per l’Italia” di TEHA (The European House-Ambrosetti), la piattaforma multistakeholder di alto livello di 43 aziende partner e istituzioni protagoniste del comparto idrico che rappresentano l’80% della filiera idrica del Paese, dedicata all’elaborazione di scenari, strategie e politiche sulla gestione acqua, sono stati presentati:
– il Blue Book 2025 realizzato dalla Fondazione Utilitatis e promosso da Utilitalia, che hanno con la Community un accordo dicollaborazione e partnership scientificaal fine di rafforzare ulteriormente lo sviluppo dei contenuti e garantire la massima visibilità al tradizionale momento di sintesi e confronto tra industry, Istituzioni e società civile, che comprende tutti i dati relativi al servizio idrico integrato, per il quale sono stati realizzati investimenti dal 2021 al 2023 per circa 7,1 miliardi di euro, che salgono a 13,2 miliardi se si considerano gli interventi programmati per il biennio 2024-2025;
– il Libro Bianco 2025 “Valore Acqua per l’Italia” di TEHA con un focus specifico sul ciclo idrico esteso che tra servizi, consorzi di bonifica e irrigazione, software e tecnologie, macchinari, impianti e componenti vale 11 miliardi di euro.
“I grandi utilizzatori di acqua in Italia costituiscono un pilastro fondamentale per l’economia del Paese – ha commentato Valerio De Molli, managing partner e CEO di TEHA – Il settore agricolo coinvolge oltre 1,1 milioni di imprese, con un valore aggiunto di 39,5 miliardi di euro e 930 mila occupati nel 2023. Le imprese manifatturiere idrovore contribuiscono al PIL con 287,7 miliardi di euro, impiegando 3,5 milioni di lavoratori in circa 330.000 imprese. Infine, il settore energetico conta 10 mila imprese, generando un valore aggiunto di 25,3 miliardi di euro e dando lavoro a oltre 100 mila persone”.
I 10 Messaggi chiave del Libro Bianco 20251.Il cambiamento climatico rappresenta una delle sfide più urgenti del XXI secolo, con impatti sempre più evidenti anche sulla disponibilità di risorse idriche. In questo contesto, la gestione sostenibile dell’acqua è una priorità strategica e richiede un approccio sistemico e coordinato per garantire la sicurezza idrica globale.2. Le analisi dell’Osservatorio Valore Acqua per l’Italia mostrano che la gestione della risorsa idrica in Italia è ancora “a luci e ombre”: nonostante un miglioramento di 3 posizioni rispetto allo scorso anno, l’Italia si posiziona al 18° posto nell’Unione Europea nell’indice “Valore Acqua verso lo Sviluppo Sostenibile 2025”.
3. Dalla survey della Community Valore Acqua ai cittadini italiani emergono alcuni paradossi e l’urgenza di promuovere una nuova consapevolezza sul valore della risorsa acqua.
4. La gestione dell’acqua sottende una filiera industriale e di servizi ad elevato Valore Aggiunto e alti tassi di dinamicità, con effetti moltiplicativi rilevanti e su cui l’Italia ha competenze di eccellenza: senza la risorsa acqua un quinto del PIL del Paese non potrebbe essere generato.
5. Salvaguardare la relazione tra acqua e salute rimane una sfida prioritaria da indirizzare: a fronte di una disponibilità di acqua di alta qualità, solo il 70% delle acque reflue è trattato in modo sicuro in Italia.
6. La transizione circolare e digitale della filiera dell’acqua in Italia è una necessità per far fronte alle sfide del cambiamento climatico, alla vetustà delle infrastrutture e alla crescente domanda idrica nel Paese.
7. Per garantire una gestione efficiente e sostenibile dell’acqua, è essenziale diffondere una nuova cultura della risorsa, partendo dalle giovani generazioni. La Community è attivamente impegnata nella formazione dei giovani attraverso un progetto pilota nelle scuole italiane, che ha già coinvolto oltre 5.000 studenti su tutto il territorio nazionale.
8. L’impatto di un individuo o di un Paese sulla risorsa idrica non riguarda solo i consumi diretti, ma include anche tutti quelli necessari per la produzione dei beni e servizi consumati, misurati attraverso l’impronta idrica. Con un’impronta idrica pari a 130 miliardi di m3 di acqua consumati nel 2023 l’Italia si conferma il Paese più idrovoro d’Europa.
9. Per indirizzare le sfide che attendono il settore idrico sono necessari ingenti investimenti: oltre il 70% degli investimenti attuali è coperto dalla tariffa e la conclusione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) nel 2026 lascerà scoperto il 24% del fabbisogno di investimenti.
10. La VI edizione della Community Valore Acqua per l’Italia ha aggiornato “Agenda per l’Italia”, con un decalogo di proposte d’azione concrete per favorire lo sviluppo della filiera e incentivare una gestione efficiente e sostenibile dell’acqua.
“Per quanto riguarda il comparto del servizio idrico integrato il fatturato complessivo ammonta a 8,9 miliardi con quasi 30 mila addetti impiegati – ha aggiunto Filippo Brandolini, Presidente di Utilitalia – Si tratta dunque di un settore strategico non solo dal punto di vista della qualità della vita dei cittadini e della sostenibilità, ma anche sul fronte economico ed occupazionale. Gli investimenti nel settore idrico sono cresciuti in maniera considerevole negli ultimi anni, con una crescita del 99% dal 2012, anno di avvio della regolazione da parte dell’Arera, e con un’incidenza media del 37% dei fondi pubblici e contributi. Guardando oltre l’orizzonte temporale del PNRR, un sostegno della finanza pubblica sarà fondamentale per affrontare le sfide future che il comparto dovrà affrontare”.
I 10 Messaggi chiave del Blue Book 2025
1, La nuova Direttiva acque reflue ha introdotto stringenti obiettivi per migliorare la qualità delle acque reflue. Si stima che per adeguare il parco dei grandi depuratori italiani rispetto all’esigenza di inserimento di sistemi di trattamento quaternario, saranno necessari complessivamente dai 645 milioni a 1,5 miliardi come somma dei costi di investimento e di esercizio richiesti, a seconda delle tecnologie impiegate. Investimenti nel settore depurativo sono necessari, considerando che ancora in Italia esistono 856 agglomerati in procedura di infrazione per un carico organico generato pari a circa 27 milioni di abitanti equivalenti, di cui il 76% ubicato al Sud.
2. Attuazione della governance e superamento della frammentazione gestionale del settore idrico sono processi in pieno sviluppo grazie anche al contributo delle azioni di riforma messe in campo dal PNRR. Ad oggi le criticità principali legate al mancato affidamento degli ambiti si segnalano prevalentemente in alcune regioni del Sud e risultano comunque per buona parte in via di risoluzione. L’85% dei cittadini è servito da un unico soggetto che gestisce il servizio idrico integrato, restano ancora circa 7 milioni di cittadini dove almeno uno dei servizi idrici è gestito da enti locali (gestioni in economia).
3. Nel 2023 le aziende operanti nel settore idrico hanno fatto registrare un fatturato complessivo pari a 8,9 miliardi di euro (0,4% del PIL nazionale) e hanno contribuito all’occupazione con oltre 29.000 addetti (0,5% degli occupati del settore industriale e 0,1% degli occupati totali). L’analisi dei dati economico-patrimoniali dimostra che i gestori di grandi dimensioni (ovvero quelli che servono un bacino d’utenza superiore ai 250mila abitanti) incidono per oltre la metà del fatturato complessivo generato. Considerando la filiera estesa, tuttavia, il valore aggiunto del comparto ha raggiunto gli 11 miliardi di euro nel 2023, avvicinandosi sempre di più al valore di altri settori industriali chiave per il nostro Paese come l’industria farmaceutica (valore di 11,9 miliardi di euro) e superandone altri (es. la pelletteria, 9,6 miliardi di euro).
4. La spesa media annuale per il servizio idrico in Italia, nel 2024, è stata di 384 euro, per un’utenza di tre persone con un consumo di 150 metri cubi, registrando un aumento del 5% circa rispetto al 2023. Le tariffe variano sensibilmente a livello regionale. Il Nord Italia fa registrare la spesa media più bassa con 337 euro l’anno, mentre il Centro raggiunge il valore massimo di spesa, pari a 466 euro l’anno. Il Sud Italia, con 381 euro, si attesta leggermente al di sotto della media nazionale.
5. Crescono gli investimenti dei gestori industriali del servizio idrico con un valore di spesa media pro capite passato dai 33 euro per abitante del 2012 ai 65 euro per abitante del 2023 (+99% in 11 anni). La capacità di investimento è strettamente proporzionale alla dimensione dell’operatore. I gestori con fatturato inferiore a 25 milioni di euro investono mediamente 44 euro per abitante, mentre quelli di maggiori dimensioni superano i 68 euro per abitante. Le gestioni in economia, di contro, mostrano un valore di investimento più basso (29 euro per abitante nel 2023) seppur in aumento rispetto al 2022 come probabile effetto del PNRR.
6. Sul fronte regolatorio, la RAB [ndr: Regulatory Asset BaseRegulatory Asset Base, grandezza di riferimento per la determinazione dei ricavi annui] si configura come strumento essenziale per valorizzare gli investimenti infrastrutturali, con un valore complessivo pari a circa 16,3 miliardi di euro. Integrata con il sistema concessorio, essa garantisce un equilibrio tra la necessità di rinnovare le infrastrutture e la sostenibilità economica per i gestori, tutelando al contempo l’accessibilità del servizio per i cittadini. L’iter concessorio, con scadenze differenziate a livello nazionale (circa 12 miliardi di euro il valore delle gare nei prossimi 10 anni), offre prospettive interessanti per un rinnovamento programmato e per l’adozione di nuovi standard, in linea con le migliori pratiche europee.
7. La regolazione della qualità tecnica sta contribuendo a migliorare ulteriormente gli standard del servizio idrico. La maggior parte degli investimenti (circa il 27%) è ancora destinato al recupero delle perdite di rete, insieme agli interventi per il comparto fognatura-depurazione (il 28% del totale). L’impegno dei gestori è poi evidente, per esempio, nei controlli per la qualità della risorsa: nel 2023, sono state eseguite oltre 260mila campionature per monitorare la qualità dell’acqua, un numero superiore del 175% rispetto al valore minimo di campioni che i gestori sono tenuti a eseguire durante l’anno.
8. Negli ultimi anni, il territorio italiano ha vissuto un’alternanza sempre più marcata tra periodi di siccità e surplus di precipitazioni, complice l’aumento delle temperature. Negli ultimi vent’anni, questa variabilità si è ulteriormente accentuata, rendendo fondamentale lo sviluppo di sistemi di monitoraggio dei bacini idrografici per la tutela della risorsa idrica. Il sistema di monitoraggio Drought Scan [ndr: il framework avanzato per il monitoraggio della siccità, sviluppato dal team dell’Osservatorio Siccità dell’Istituto per la BioEconomia del CNR]. ad esempio, ha evidenziato un cambiamento significativo per cui, se fino agli anni 2000 eventi siccitosi prolungati colpivano principalmente i bacini del Centro-Sud, dal 2000 in poi è stato il Centro-Nord ad essere interessato da un aumento nell’intensità e frequenza delle siccità. Una tendenza che potrebbe intensificarsi in futuro.
9. Il trend demografico in Italia sta cambiando: dopo decenni di crescita, nei prossimi anni, la popolazione italiana tenderà a diminuire. Secondo le previsioni Istat, si potrebbe ridurre a livello nazionale di circa 2 milioni e mezzo di individui entro il 2043. Tuttavia, se alcune zone tenderanno a spopolarsi, altre invece vedranno aumentare il numero degli abitanti. Variazioni negative, in un contesto in cui i gestori del servizio idrico sono chiamati ad aumentare gli investimenti, rappresentano una criticità poiché i costi andranno a gravare su un numero inferiore di utenze con un conseguente impatto sulla tariffa. Una soluzione può essere rappresentata dalle tariffe regionali o di macro-area, con una mitigazione dei costi pro-capite fino a circa il 25% (es. al Sud Italia).
10. L’acqua è un diritto umano inalienabile, fondamentale per la salute e il benessere, riconosciuto a livello internazionale solo nel 2010. Il Decreto Legislativo 18/2023 introduce un approccio basato sulla gestione del rischio, per garantire acqua potabile sicura e accessibile a tutti. Oggi, in Italia, il sistema AnTeA [ndr: Anagrafe Territoriale dinamica delle Acque potabili, una piattaforma digitale concepita per l’acquisizione, controllo, gestione, analisi dei dati sulle acque destinate al consumo umano in Italia],i garantisce trasparenza e condivisione dei dati sulle acque potabili, facilitando la cooperazione tra enti, la gestione delle risorse e la risposta a emergenze idriche.
“L’Italia deve affrontare con urgenza il problema dell’obsolescenza delle sue infrastrutture idriche – ha aggiunto Benedetta Brioschi, partner TEHA – Con un’età media di 58 anni per i grandi invasi e una rete idrica in cui il 22% delle condutture ha oltre mezzo secolo, il rischio di inefficienze e sprechi è altissimo. A questo ritmo, servirebbero 250 anni per rinnovare l’intera rete: investire in digitalizzazione e circolarità significa garantire sicurezza idrica, sostenibilità e sviluppo economico per il Paese”.