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Save the Children: la povertà educativa ai tempi del Covid-19

In occasione dell’avvio della Campagna “Riscriviamo il futuro” per offrire educazione, opportunità e speranza ai bambini, alle bambine e agli adolescenti che vivono nei contesti più deprivati del Paese, Save the Children Italia ha diffuso un Rapporto che mostra come l’emergenza sanitaria abbia ripercussioni anche sulla vita dei bambini e adolescenti, acuendo la povertà educativa, già ampiamente diffusa.

L’Italia sta vivendo la più grave crisi sanitaria dal dopoguerra. Covid-19 ha colpito ad oggi quasi 220mila persone e causato la morte di oltre 30mila. Le misure intraprese per bloccare l’espansione della pandemia, la chiusura delle attività economiche, sociali e culturali, ed in particolare della scuola, hanno avuto un grave impatto sulla vita dei bambini, degli adolescenti e delle loro famiglie, con il rischio di aumentare in modo esponenziale la povertà economica e educativa, già ampiamente diffuse nel nostro Paese prima della crisi.

Save the Children , l’Organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e a promuovere i loro diritti, in occasione del lancio della Campagna “Riscriviamo il Futuro” ha diffuso l’11 maggio 2020 il nuovo RapportoL’impatto del coronavirus sulla povertà educativa“, realizzato per l’organizzazione nel mese di aprile dall’Istituto di ricerca 40 dB, su un campione statisticamente rilevante a livello nazionale di 1003 minori in età compresa tra 8 e 17 anni e i loro genitori.

Ne emerge, tra l’altro, che circa 1 minore su 5 incontra maggiori difficoltà a fare i compiti rispetto al passato e, tra i bambini tra gli 8 e gli 11 anni, quasi 1 su 10 non segue mai le lezioni a distanza o lo fa meno di una volta a settimana. Soprattutto i bambini e gli adolescenti che vivono ai margini, potrebbero essere lasciati indietro nell’apprendimento e nello sviluppo delle proprie capacità, restare isolati e perdere fiducia e motivazione in se stessi e nello studio, con il pericolo concreto di abbandonare il loro percorso scolastico, fenomeno che riguarda già nel nostro Paese il 13,7% dei ragazzi.

Sono ad alto rischio educativo per i minori, territori a nord e a sud dello stivale dove, a causa della crisi socio-sanitaria, le povertà preesistenti si sono acuite o se ne sono sviluppate di nuove, con molte altre famiglie che si sono trovate improvvisamente in difficoltà. Un isolamento che riguarda anche le attività extrascolastiche, così come quelle sportive e motorie all’aperto, e che già prima della crisi facevano registrare alti indici di povertà educativa, se pensiamo che nel nostro Paese normalmente più di 4 ragazzi su 10 non fanno sport e quasi 1 su 2 non legge un libro non scolastico.

Province a minore o maggiore rischio educativo per bambini e adolescenti.

Circa 1 genitore su 20 ha paura che i figli debbano ripetere l’anno, nonostante le disposizioni ministeriali lo vietino, o che possano lasciare la scuola, tassi che tra le famiglie in maggiori difficoltà economica, passano rispettivamente a quasi 1 su 10 e 1 su 12.  Quasi la metà delle famiglie con maggiori fragilità (45,2%) vorrebbe “le scuole aperte tutto il giorno con attività extrascolastiche e supporto alle famiglie in difficoltà”, opzione che comunque è gradita dal 39,1% dei genitori intervistati. D’altronde sei genitori su dieci (60,3%) ritengono che i propri figli avranno bisogno di supporto quando torneranno a scuola data la perdita di apprendimento degli ultimi mesi.

Non possiamo permettere che l’epidemia di Covid-19 in pochi mesi tolga ai bambini e agli adolescenti in Italia opportunità di crescita e sviluppo – ha dichiarato Daniela Fatarella, Direttrice generale di Save the Children ItaliaDobbiamo agire subito per non privarli del loro futuro. L’educazione, formale e non, rappresenta per i nostri bambini l’ancora di salvezza per avere opportunità nel presente ma soprattutto per garantire la libertà di scegliere il proprio futuro, specie nei contesti più svantaggiati. Di fronte ad uno scenario profondamente cambiato e in presenza di sfide nuove e di lungo periodo, abbiamo deciso di incrementare il nostro intervento in Italia, facendo leva sull’infrastruttura territoriale che abbiamo sviluppato in questi anni e su preziose partnership sia a livello locale che nazionale. Il nostro Paese deve ripartire dai bambini, quelli più vulnerabili. Lavoreremo in collaborazione con il sistema scolastico, incrementeremo le opportunità di sviluppo attraverso attività extrascolastiche e, dove necessario, prenderemo in carico i nuclei familiari in difficoltà economica per accompagnarli ad una nuova autonomia. Ora più che mai è necessario un impegno collettivo che veda tutti coinvolti – cittadini, famiglie, scuole, terzo settore, aziende e istituzioni – per una ripartenza che identifichi i diritti dei minori come bussola per intervenire nel presente e riscrivere il futuro”. 

Mentre in Italia si è già deciso che la ripresa delle attività scolastiche avrà luogo in settembre, il Rapporto di Save the Children dedica un focus a quel che sta succedendo in altri Paesi europei (Finlandia, Danimarca, Belgio, Germania, Francia e Spagna) dove, in assenza di una linea strategica comune in seno all’UE, si sono adottati o si stanno adottando autonomi provvedimenti nella gestione della risposta all’emergenza sanitaria, anche relativamente alla possibile riapertura delle scuole, decidendo chi di ripartire dalle fasce più piccole, chi dai più grandi.

La Campagna Riscriviamo il futuro” si propone di offrire educazione, opportunità e speranza ai bambini, alle bambine e agli adolescenti che vivono nei contesti più deprivati del Paese e per chiedere al Governo, al Parlamento, alle Regioni e a tutte le istituzioni locali di riscrivere il futuro dell’Italia e aiutare i bambini a uscire dalla povertà educativa con un Piano straordinario per l’infanzia e l’istituzione di una unità di missione che ne garantisca l’attuazione.

Contestualmente Save the Children ha diffuso anche un Manifesto per chiedere al Governo, al Parlamento, alle Regioni e a tutte le istituzioni locali, di riscrivere il futuro dell’Italia e aiutare i bambini a uscire dalla povertà educativa. Un Manifesto a cui hanno già aderito oltre cento nomi noti del mondo della cultura e dello spettacolo, della musica e del giornalismo, dell’impresa e dello sport e a cui è possibile aderire.

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