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Roma fanalino di coda delle città europee per la mobilità sostenibile

Roma fanalino di coda citta europee

di Fabio Bastianelli

È stato diffuso il 22 maggio 2018 il Rapporto “Living. Moving. Breathing. Ranking of European Cities in Sustainable Transport” (Vivere. Spostarsi. Respirare. Una classifica delle città europee riguardo i trasporti sostenibili), commissionato da Greenpeace al Wuppertal Institute für Klima, Umwelt, Energie, prestigioso istituto di ricerca tedesco che esplora e sviluppa modelli, strategie e strumenti per sostenere lo sviluppo sostenibile a livello locale, nazionale e internazionale.

Il Rapporto, utilizzando gli ultimi dati disponibili, relativi al 2016 e provenienti da fonti pubbliche ufficiali o direttamente dalle amministrazioni cittadine, compara la performance di 13 città europee in fatto di mobilità sostenibile, assegnando a ciascuno dei parametri utilizzati (sicurezza stradale, qualità dell’aria, gestione della mobilità, trasporti pubblici, mobilità attiva) un massimo di 20 punti, per un totale potenzialmente raggiungibile di 100 punti.

Secondo l’analisi condotta, al 1° posto si classifica Copenaghen, con un punteggio di 57 su 100, seguita nell’ordine da Amsterdam (55) e Oslo (50). Ultima classificata Roma (27), preceduta da Mosca (30,75), Londra e Berlino (appaiate a quota 34,50).

Questo studio evidenzia come la mobilità sia un settore chiave per la salute, l’economia, la vivibilità e la bellezza delle città in cui viviamo; e che una mobilità diversa e migliore non è un’utopia ma una realtà che va costruita con impegno – ha dichiarato Andrea Boraschi, responsabile della campagna Trasporti di Greenpeace Italia – Ci sono città che, lungi ancora dalla perfezione, hanno trasformato completamente la propria urbanistica e la propria logistica per ridurre drasticamente la mobilità privata fossile. È un obiettivo ormai comune a molti governi locali; la differenza la fa il coraggio con cui lo si persegue e, conseguentemente, gli investimenti che si mettono in campo”.

Il risultato di Roma è determinato da performance molto negative su alcuni degli indicatori della ricerca, in particolare per quanto attiene la sicurezza stradale e la gestione della mobilità; nonché per il basso livello di utilizzo della bicicletta e i pochi spostamenti a piedi.

Entrando nel merito della sicurezza stradale, durante il 2016 a Roma si sono registrati 25 incidenti mortali che hanno coinvolto ciclisti e 47 che hanno coinvolto pedoni. Nello stesso periodo, ci sono stati 110 incidenti ogni diecimila spostamenti in bici e 133 incidenti ogni diecimila spostamenti a piedi. Roma, in termini di sicurezza stradale, è la città più insicura tra quelle analizzate dalla ricerca del Wuppertal Institute.

La Capitale mostra, inoltre, indirizzi molto deboli di mobility management, che disincentivano poco o affatto l’uso del mezzo privato. Ciò determina anche una mobilità fortemente congestionata, con un incremento di circa il 40% dei tempi di spostamento, causato dall’alto numero di automobili presenti sulle strade.

Infine, anche se la città ha implementato sistemi di bike e car sharing, la disponibilità di questi servizi è ancora limitata. Anche il trasporto pubblico romano mostra profondi segni di crisi: la risultante di questo “ingorgo” di problemi e criticità è anche un’aria insalubre, soprattutto per quanto riguarda le concentrazioni di biossido di azoto, un gas cancerogeno tipico delle emissioni dei veicoli diesel.

Una situazione ben differente si registra a Copenaghen che sta cercando di adoperare un’ampia varietà di soluzioni per migliorare la qualità dell’aria e di vita per i propri cittadini. La città sta dimostrando quanto una buona pianificazione possa apportare differenze tangibili: con investimenti nelle infrastrutture di servizio alla mobilità ciclistica, l’introduzione di drastiche restrizioni alla circolazione dei mezzi pesanti, pedaggi e altre forme di pagamento – per gli automobilisti – dei costi reali dell’uso del mezzo privato, un impegno prioritario per innalzare i livelli di sicurezza stradale.

Se Roma vuole incrementare la mobilità sostenibile, deve cominciare a proteggere pedoni e ciclisti dal traffico motorizzato, che nella Capitale risulta aggressivo e troppo spesso mortale – ha continuato Boraschi – Roma, inoltre, ha l’obiettivo generale di ridurre l’uso privato della macchina implementando sistemi di pedaggio per la mobilità privata. L’esempio dell’Area C di Milano, per restare al contesto italiano, può essere di immediata ispirazione; stessa funzione possono svolgere le esperienze, in tal senso, di Londra e Stoccolma”.

Oltre a Roma, anche LondraBruxellesZurigo e Berlino hanno conseguito una posizione estremamente bassa nello studio per quanto riguarda le condizioni di sicurezza stradale, mentre Amsterdam, Madrid e Oslo affiancano Copenaghen nel primato di città più sicure per ciclisti e pedoni.

Altro indicatore chiave del report è il livello di inquinamento atmosferico, che spesso coincide con gravi crisi ambientali e sanitarie. Fra le città esaminate, Oslo e Vienna si posizionano bene, tanto per i livelli di pulizia dell’aria quanto per i trasporti pubblici. Uno score alto su entrambi questi indicatori non è una mera casualità: quel che lo Studio dimostra è che esiste una correlazione forte tra qualità dell’aria e mobilità sostenibile; e che sicurezza stradalemobilità attivatrasporto pubblico e mobility management sono fattori che si “rafforzano” reciprocamente.

La scorsa settimana, con l’adozione del Pacchetto di infrazioni di maggio, la Commissione UE ha deferito alla Corte europea di Giustizia, 6 Paesi membri per la cattiva qualità dell’aria ambiente (Italia, Ungheria e Romania per il superamento dei limiti sul PM10, mentre per quelli sul biossido di azoto Francia, Germania e Regno Unito), per lo più dovuto al traffico stradale.

Per Greenpeace, la mobilità sostenibile ha un obiettivo chiaro, quello di superare quanto prima la mobilità privata a motore, una mobilità fossile che danneggia il clima e peggiora drasticamente la vita nelle nostre città.

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