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Rifiuti tecnologici in Italia: dal 15 agosto più riciclo e meno CO2

rifiuti tecnologici in Italia

Dal 15 agosto 2018, secondo quanto previsto dal D.Lgs. 14 marzo 2014, n. 49, attuativo della Direttiva 2012/19/UE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) che ha esteso l’ambito di applicazione delle norme che impongono ai produttori, agli importatori e a coloro che vendono con il proprio marchio apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE) di organizzare e finanziare il sistema di raccolta e recupero dei RAEE che derivano dai prodotti immessi sul mercato, tutte le apparecchiature per le quali non sia prevista una specifica esclusione (“open scope”), entreranno a far parte delle AEE.

Ad oggi, sottolinea in una nota Remedia, il Consorzio per la gestione ecosostenibile di tutte le tipologie di RAEE in Italia, circa 8.000 aziende adempiono alle obbligazioni del Decreto in quanto produttrici di apparecchiature elettriche ed elettroniche che rientrano in un ambito di applicazione cosiddetto “chiuso”, in quanto relativo ad un definito elenco di 10 specifiche categorie di prodotti.

A partire dal 15 agosto 2018, entreranno a far parte dei RAEE molti prodotti a fine via che oggi non sono considerati tali. Per fare qualche esempio:
– carte di credito con chip;
– biciclette elettriche o con pedalata assistita;
– stufe a pellet;
– prese elettriche multiple e tutte le tipologie di prolunghe;
– montascale per diversamente abili;
– apparecchiature di automazione per cancelli, tende e chiusure elettriche.

Gli obiettivi europei per la società del riciclo sono sempre più stringenti e l’Italia ha le potenzialità per posizionarsi tra i Paesi leader nel raggiungimento degli impegnativi target comunitari – ha commentato Danilo Bonato, Direttore generale di Remedia, il sistema collettivo in Italia per la gestione eco-sostenibile di tutte tipologie di RAEE – È importante saper interpretare l’evoluzione del sistema di gestione dei RAEE in una prospettiva di economia circolare, che faccia leva su eco-design, impiego di materia riciclata e politiche di prevenzione attraverso il riutilizzo sicuro e garantito delle vecchie apparecchiature”.  

Lo scorso mese di aprile il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva al termine di negoziati lunghi e difficili con il Consiglio UE il Pacchetto legislativo per l’economia circolare, che aggiorna i testi di 6 differenti Direttive sui rifiuti:
– la Direttiva quadro sui rifiuti;
– la Direttiva su imballaggi e i rifiuti di imballaggio;
– la Direttiva sulle discariche;
– la Direttiva sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche;
– la Direttiva sui veicoli fuori uso;
– la Direttiva su pile e accumulatori e i rifiuti di pile e accumulatori.

Per i sistemi di gestione dei RAEE, come pure per i veicoli a fine vita (ELV) e pile e accumulatori, al momento permangono le disposizioni previste dalla rispettiva Direttiva, fino al suo prossimo aggiornamento, tuttavia vengono introdotti criteri minimi per gli schemi di responsabilità estesa del produttore (EPR) come mezzo per incentivare la produzione di prodotti e componenti maggiormente efficienti dal punto di vista delle risorse. Queste misure devono essere in linea con la gerarchia dei rifiuti e prendere in considerazione le potenzialità dei materiali riciclabili molteplici volte.

Nonostante sia un’attività già prevista dalla disciplina vigente e venga posta ai vertici della gerarchia sui rifiuti, la preparazione per il riutilizzo – operazioni di controllo, pulizia e riparazione attraverso cui prodotti o componenti di prodotti diventati rifiuti sono preparati in modo da poter essere reimpiegati senza altro pretrattamento – non risulta ancora ben sviluppata. L’obbligo di rendicontare separatamente la quantità di prodotti preparata per il riutilizzo permette di acquisire la dovuta conoscenza su questa attività, di monitorare l’andamento e assumere le misure necessarie al suo sviluppo.

Una di queste viene indicata nello sviluppo di una rete specializzata, che a sua volta permetterebbe di sostenere anche il riutilizzo, ossia quell’operazione attraverso la quale prodotti o componenti che non sono rifiuti sono reimpiegati per la stessa finalità per la quale erano stati concepiti.

La Direttiva sui RAEE del 2012 e le sue successive estensioni normative impongono il raggiungimento di un target di raccolta del 45% dell’immesso al consumo nel triennio 2016-2018, che salirà verso un obiettivo di raccolta pari all’85% dei RAEE generati o al 65% dell’immesso al consumo, a partire dal 2019. In Italia, attualmente viene avviato a riciclo il 40% dell’immesso al consumo.

Secondo Remedia, dal 15 agosto 2018 i volumi delle apparecchiature da gestire in Italia raddoppieranno, passando dalle attuali 825.000 tonnellate di immesse al consumo a circa 2 milioni all’anno. Questo incremento porterà positivi risvolti socio-economici rispetto alla situazione attuale:
– da 13 a 15 mila posti di lavoro in più;
– da 98 a 112 milioni di euro il valore economico associato alle emissioni risparmiate;
– 250 i milioni di euro risparmiate nell’acquisto di materie prime.

Per non parlare degli aspetti ambientali: se i target di raccolta saranno raggiunti, infatti, il passaggio al nuovo sistema determinerà anche un netto calo delle emissioni di CO2 pari a 2,2 – 2,5 milioni di tonnellate all’anno.

In più, anche sul fronte dei produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche coinvolti, si registrerà un significativo aumento pari a 6-7 mila aziende.

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