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Rischi e vulnerabilità ai cambiamenti climatici: le valutazioni dei Paesi AEA

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“L’adattamento è fondamentale per garantire che l’UE nel suo insieme sia più preparata a gestire gli impatti di ondate di calore, alluvioni, siccità e mareggiate”. È questa la sottolineatura usata dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) nel presentare il Rapporto “National climate change vulnerability and risk assessments in Europe 2018”, che costituisce la prima relazione di come i Paesi membri dell’UE e gli altri cinque che fanno parte dell’AEA (Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera e Turchia) hanno valutato i rischi derivanti dai cambiamenti climatici e come hanno utilizzato le informazioni per sviluppare politiche di adattamento per affrontarli.

Il Rapporto si basa su un’indagine che è stata compilata da 24 Paesi membri dell’AEA, mentre le informazioni per gli altri Paesi sono state desunte da Climate ADAPT, la piattaforma europea di adattamento del clima, e da altre fonti pubbliche di informazione.

Quasi tutti i Paesi europei hanno condotto indagini nazionali di valutazione di rischi e vulnerabilità ai cambiamenti climatici , come parte dei loro piani di adattamento per affrontare meglio gli impatti legati al clima.

L’Italia ha predisposto nel 2014 il “Rapporto sullo stato delle conoscenze scientifiche su impatti, vulnerabilità ed adattamento ai cambiamenti climatici” che ha visto il coinvolgimento di circa un centinaio di esponenti della comunità scientifica nazionale impegnata nella ricerca sui vari aspetti riguardanti i cambiamenti climatici.

Obiettivo del Rapporto è la promozione di una migliore comprensione tra esperti e responsabili coinvolti nella pianificazione dell’adattamento. I risultati contribuiranno a prendere decisioni e ad adattarsi meglio in settori vulnerabili chiave, come agricoltura, pesca, protezione della biodiversità, pianificazione territoriale e sviluppo delle infrastrutture. Inoltre, contribuiranno a informare la valutazione continua della “Strategia di adattamento ai cambiamenti climatici”, adottata dalla Commissione UE nel 2013, che punta ad integrare la lotta ai cambiamenti climatici nelle altre politiche europee, comprese le politiche di prevenzione dei rischi di catastrofi naturali.

Nel Rapporto “Adattamento ai cambiamenti climatici e la riduzione del rischi di disastri in Europa. Rafforzare la coesione e la coerenza delle conoscenze di base, delle politiche e delle buone pratiche”, presentato a Bruxelles il 17 ottobre 2017 nel corso di un evento organizzato presso il Comitato europeo delle Regioni, l’AEA sottolineava che il monitoraggio, la rendicontazione e la valutazione delle politiche e delle azioni sono in aumento, ma si può fare di più, migliorando l’apprendimento e lo scambio di informazioni tra le politiche di adattamento ai cambiamenti climatici e quelle di riduzione del rischio di catastrofi.

Le valutazioni nazionali che prendono in considerazione la vulnerabilità e i rischi derivanti dai cambiamenti climatici in vari settori costituiscono la più importante fonte di informazioni per lo sviluppo delle politiche nazionali di adattamento al clima. Molte valutazioni non si fermano all’identificazione dei rischi, ma identificano anche le adeguate misure di adattamento per ridurre questi rischi.

La relazione dell’AEA raccomanda che tali valutazioni prendano in considerazione i cambiamenti climatici insieme ad altri sviluppi rilevanti, come i cambiamenti della popolazione e lo sviluppo economico. Il rapporto ha anche identificato le lacune nella conoscenza delle valutazioni correnti, per esempio, su come gli impatti climatici al di fuori del vecchio Continente possono influenzare l’Europa sia nelle relazioni commerciali che nelle migrazioni indotte dai mutamenti climatici.

Il Rapporto suggerisce che il costante impegno con le principali parti interessate nei settori vulnerabili ai cambiamenti climatici è essenziale per migliorare i risultati delle valutazioni e la loro adozione nelle politiche di adattamento. Poiché l’adattamento ai cambiamenti climatici condivide caratteristiche comuni con la prevenzione delle calamità e la riduzione del rischio, le informazioni tra queste due aree politiche e l’esame delle valutazioni nazionali dei rischi nelle valutazioni dei cambiamenti climatici può migliorare la pianificazione dell’adattamento.

Sulla base delle esperienze riportate, nel Rapporto si raccomanda un aggiornamento periodico della vulnerabilità e delle valutazioni del rischio a livello nazionale, circa ogni 5 anni, per garantire che i piani e le politiche di adattamento siano aggiornati in merito agli ultimi sviluppi della scienza e della società.

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