Circular economy

Rifiuti plastici non da imballaggio: mancano dati e obiettivi sui flussi

L’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA), in un briefing dedicato al consumo e alla gestione dei rifiuti plastici non da imballaggio che potrebbero costituire fino ai tre quarti del consumo totale di plastica nell’UE, sottolinea la necessità di obiettivi politici e dati attendibili per tali flussi di rifiuti per informare le decisioni politiche e di investimento, nel contesto della trasformazione verso un’economia circolare.

Recenti azioni politiche a livello UE e nazionale hanno stabilito schemi di raccolta e introdotto misure per la prevenzione degli imballaggi e rifiuti da imballaggi in plastiche, ma una parte significativa del consumo totale di plastica in Europa è al di fuori di tali obiettivi politici e rischia di essere trascurata nella trasformazione verso un’economia più circolare.

È quanto sottolinea l’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) nel briefing  “Managing non-packaging plastics in European waste streams”’,  pubblicato il 12 dicembre 2022, che fornisce una panoramica del consumo e della gestione di quelle materie plastiche che non rientrano nella categoria degli imballaggi, materiali a cui finora non sarebbe stata assegnata alcuna priorità d’azione attraverso specifiche direttive e politiche dell’UE.

Fonte: SEE/ETC-CE

Anche il recente nuovo Regolamento su imballaggi e rifiuti di imballaggio e la Comunicazione sul Quadro politico sulle materie plastiche a base biologicabiodegradabili compostabili, si focalizzano sugli imballaggi, mentre le materie plastiche non da imballaggio includono diversi materiali in prodotti che vanno da edifici e veicoli a oggetti di uso quotidiano, come elettronica, attrezzature sportive, pannolini e spazzolini da denti. 

I prodotti in plastica diversi dall’imballaggio hanno generalmente una durata significativamente più lunga rispetto ai prodotti di imballaggio. Ad esempio, mentre la vita utile degli imballaggi in plastica è spesso solo di settimane o mesi, la plastica utilizzata nei veicoli, negli edifici e negli articoli per la casa può rimanere in uso per decenni. Ciò significa che lo “stock” di plastica negli ambienti commerciali e domestici è in costante aumento. 

Inoltre, non vi sono conoscenze sufficienti a livello generale del consumo di plastica e della produzione di rifiuti di plastica in Europa. Alcuni dati sono resi disponibili dall’industria europea della plastica, ma non includono le materie plastiche che fanno parte delle merci importate. 

Secondo stime recenti, le plastiche non per imballaggi potrebbero rappresentare fino al 74% del consumo totale di plastica dell’UE, pur costituendo solo il 40% dei rifiuti annuali di plastica.  

Domanda generale di plastiche nelle applicazioni di imballaggio e di non imballaggio in percentuale per tipo di plastica (UE-27+ Norvegia, Svizzera e Regno Unito). Fonte: Plastics Europe

L’AEA sottolinea come sia molto importante sviluppare una metodologia più standardizzata per il monitoraggio dei flussi di plastica non da imballaggio nell’UE, che consentirebbe di avere dati della quantità totale di rifiuti di plastica e fornirebbe prove migliori per informare le decisioni politiche e di investimento.

I principali settori che utilizzano materie plastiche diverse dagli imballaggi, come il settore automobilistico e quello elettronico hanno schemi EPR obbligatori, ma non obiettivi di riciclaggio specifici per i materiali. Il settore delle costruzioni ha obiettivi di riciclaggio, ma ancora una volta questi non sono distinti per materiale. Infine, per i vari settori della casa e del tempo libero, non ci sono politiche mirate all’uso e allo smaltimento di articoli e attrezzature in plastica utilizzati in queste attività

Dal momento che queste materie plastiche sono longeve, osserva l’AEA, è essenziale che gli approcci di progettazione e produzione vengano modificati ora, per garantire la circolarità dei flussi di materiale plastico in futuro. Ciò è particolarmente rilevante nel contesto della promozione di flussi di materiali puliti, affinché il riciclaggio non comporti il rischio che le sostanze tossiche vengano rimesse in circolazione attraverso i contaminanti preesistenti nei materiali di scarto.

Infine, conclude l’AEA, anche per la plastica utilizzata in applicazioni diverse dagli imballaggi sarà necessario introdurre misure future come l’introduzione di regimi di responsabilità estesa del produttore (EPR), obiettivi di riciclaggio specifici per i materiali e obblighi di comunicazione: “Tali aspetti dovranno essere affrontati se l’Europa vuole gestire meglio i flussi totali di plastica nel contesto della trasformazione verso un’economia circolare”.

In copertina: Foto © Tim Sullivan su StockSnap

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