L’ARERA ha stabilito che entro il 31 ottobre 2019 sarà definito il metodo tariffario unificato per la determinazione dei corrispettivi del servizio integrato dei rifiuti, in modo da permettere ai Comuni di avere gli elementi necessari per includerne, eventualmente, i principi già dalle tariffe per il 2020.
L’Art. 1 – comma 527 della Legge di Bilancio 2018, istitutiva dell’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente, ha attribuito all’ARERA le funzioni di “regolazione e controllo” relativamente all’aggiornamento del metodo tariffario e la determinazione dei corrispettivi del servizio integrato dei rifiuti, e di quelli che sono i servizi costituenti le attività di gestione degli stessi, per la copertura dei costi di esercizio e di investimento, compresa la remunerazione di capitali, sulla base della valutazione dei costi efficienti e del principio “chi inquina paga”.
Con la Delibera del 9 luglio 2019, l’ARERA ha fissato al 31 ottobre 2019 il termine entro il quale i procedimenti già avviati e volti alla regolazione e al monitoraggio delle tariffe in materia di ciclo dei rifiuti, anche differenziati, urbani e assimilati, saranno unificati e conclusi.
“L’Autorità è consapevole dell’impegno necessario per accompagnare l’accelerazione delineata dall’odierna delibera – ha dichiarato il Presidente dell’ARERA, Stefano Besseghini – Servirà uno sforzo da parte delle istituzioni, degli enti locali e dei gestori dei servizi di igiene ambientale. La cronaca dimostra quotidianamente, tuttavia, quanto il tema dei rifiuti sia urgente ai limiti dell’emergenza e siamo convinti che regole chiare per le tariffe, definizione dei costi standard, efficienza del servizio e dotazione infrastrutturale del Paese, siano alcuni degli elementi principali da fissare per uscire da questa fase”.
Entro la fine dell’anno, infatti, i Consigli comunali devono approvare le tariffe sui rifiuti, in conformità al piano finanziario del servizio di gestione dei rifiuti urbani.
Pubblicando il metodo tariffario entro la fine di ottobre, ARERA intende fornire gli elementi necessari ad includerne i principi già dalle tariffe in fase di approvazione per il 2020, coniugando le iniziative avviate dall’Autorità con le tempistiche previste dalla normativa vigente in ordine al processo di valutazione e di determinazione delle modalità di prelievo.
Nella
Delibera, l’Autorità segnala i principali passaggi che saranno alla base del metodo tariffario il cui primo
obiettivo è quello di unificare su base nazionale la tassa sui rifiuti,
azzerando le differenze sui prezzi del servizio tra Comuni limitrofi,
attraverso:
– la definizione dei criteri di
monitoraggio e di riconoscimento dei costi efficienti, da applicarsi sulle
annualità 2018 e 2019, comunque coperte dall’attribuzione di funzioni
regolatorie all’Autorità;
– l’introduzione di una prima
metodologia tariffaria per il riconoscimento dei costi efficienti della
gestione del ciclo dei rifiuti a partire dal 2020;
– l’avvio di adeguate attività
informative e, ove necessario, formative
per la corretta adozione dei piani finanziari richiesti entro l’anno, al
fine di garantire l’efficace e rapida applicazione, ai diversi livelli
istituzionali, delle regole sopra richiamate;
– avvio di attività di confronto
interistituzionale, finalizzate a definire le procedure di validazione dei dati e le modalità di approvazione dei
piani finanziari e dei corrispettivi, al fine di garantire, da un lato, veridicità, chiarezza, completezza e
congruità delle informazioni
e, dall’altro, coerenza tra
corrispettivi e costi efficienti.
ARERA fa sapere che entro la fine di Luglio sarà avviata al riguardo una Consultazione.
Se l’intervento dell’Autorità è del tutto opportuno, non potrà tuttavia superare i limiti legislativi che circoscrivono la sua attività all’entrata patrimoniale e non alla costruzione del prelievo tributario.
Inoltre, il modello dovrà essere accolto dai Comuni che sono i titolari del prelievo sui rifiuti e della determinazione del suo corrispettivo.
Non crediamo che i Comuni che hanno scelto da tempo o abbiano intenzione di introdurre il sistema di tariffazione puntuale (la cosiddetta TARIP) basato sulla quantità di rifiuti effettivamente prodotti (fermo restando la quota fissa), siano disposti ad abbandonarlo, dopo gli investimenti non indifferenti per la sua implementazione e alle modifiche introdotte sia nei servizi di raccolta che nell’elaborazione dei dati.
Sarebbe auspicabile, quindi, che nell’ambito del potere propositivo di segnalazione e revisione della normativa vigente, l’ARERA contribuisca a favorire una soluzione che abbandoni ogni calcolo presuntivo e favorisca criteri basati sulla qualità ed efficienza del servizio e sull’effettiva quantità di rifiuti conferita.