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Riduzione, riuso, recupero, riciclo, ma soprattutto: ricerca!

La sostenibilità da sempre al centro del lavoro di Idea Plast Srl; più di 35 anni a servizio di produzione, progettazione, engineering e technologies per dare una seconda vita alla plastica post consumo e agli scarti di plastica da produzione industriale. In fiera a Ecomondo

L’esigenza di destinare alla produzione il granulo ottenuto dal riciclo dei rifiuti plastici innescando un meccanismo circolare di produzione/rigenerazione passa anche attraverso l’ingresso sul mercato di prodotti validi, capaci di generare fiducia nel consumatore, sia esso rappresentato da pubbliche, che privati; di garantire solidità, efficacia, efficienza e risparmio in termini di manutenzione. É il caso, soprattutto, dei prodotti per l’arredo urbano, ivi compresi i giochi per parchi, il cui utilizzo giornaliero costante costituisce il miglior biglietto da visita per queste tipologie di manufatti riciclati. Ma produrre bene non basta, occorre avere una visione prospettica di lungo periodo, credere nella sostenibilità e nella cultura del riciclo, anche a partire dalla diffusione di messaggi educativi mirati alle giovani generazioni.

In questo senso opera Idea Plast Srl, che, accanto ad una linea di produzione di giochi e arredi in plastica seconda vita, si occupa anche di altri temi legati alla sostenibilità e alla conversione corretta in seconda vita della plastica. Con la mission principale di accompagnare aziende che vogliono convertire correttamente in seconda vita scarti o rifiuti plastici o che vogliono utilizzare PSV per le loro produzioni, Idea Plast Srl supporta le aziende con buone pratiche sul tema dei Bilanci di Sostenibilità. Per saperne di più abbiamo rivolto alcune domande ad Alessandro Trentini, General Manager & Sales Manager della società.



Dott. Trentini, può raccontarci com’è nata Idea Plast, qual è il suo core business e quali sono i risultati raggiunti dalla sua società? Idea Plast nasce nel 1988 dall’esperienza dello Studio Trentini, allora società di engineering per conto di aziende locali che producevano manufatti in plastica o realizzavano attrezzatura per la produzione di manufatti in plastica. In oltre 30 anni di esperienza nel settore abbiamo acquisito una forte padronanza della materia che, nel corso degli anni, ci ha consentito di sviluppare settori autonomi.

In particolare, nel 2005 ci siamo approcciati al mondo della Grande Distribuzione con un bellissimo progetto di eco-design sviluppato per la catena Esselunga per la fornitura e la gestione di un parco-cassette ortofrutta e successivamente con altri prodotti pensati per la distribuzione self-service di prodotti sfusi. Poi, nel 2012 abbiamo iniziato un percorso interessante con la nota società toscana Revet Spa che era già partita con la realizzazione di profili a partire da plastica da raccolta differenziata e riciclata in loco. Per la Revet abbiamo lavorato come società di technology elaborando i loro profili per realizzare una linea originale di giochi per parchi e arredi che, allora, scontavano il fatto di essere prodotti quasi pionieristici rispetto a quando offriva il mercato tradizionale.

In seguito, chiaramente, questo ambito di intervento si è ulteriormente sviluppato al punto che alla prossima edizione di Ecomondo ci presentiamo (NdR: al Pad. A5, Stand 181) insieme al nostro partner di progetto, Preco System Srl con il quale abbiamo una collaborazione molto intensa e che ci fornisce i profili con i quali realizziamo i nostri giochi.

Sempre nel solco dei vari settori di intervento della società mi piace sottolineare come, con l’obiettivo di fornire sbocchi di mercato alla plastica riciclata, alcuni anni fa abbiamo inaugurato un centro di Ricerca e Sviluppo la cui attività è rivolta a quelle aziende che vogliono trasformare correttamente il rifiuto o lo scarto di produzione plastico in seconda vita, così come alle imprese che intendono utilizzare PSV per la realizzazione dei propri manufatti.

Diciamo che quella che era la nostra vocazione sin dai primi passi, negli ultimi anni è divenuto un vero e proprio settore di business per l’azienda.
Dal punto di vista delle tecnologie il nostro centro di R&D può contare su un estrusore da laboratorio con il quale caratterizziamo i rifiuti per trasformali poi in “ricette” di materiali PSV riutilizzabili e possiamo contare su un impianto monolite presso una nostra partecipata sita in Crotone dove facciamo una produzione pre-select ottenendo granulo dal recupero dei rifiuti.



Quanto pesa il concetto di sostenibilità nel vostro lavoro?
Naturalmente deteniamo il marchio “Plastica seconda vita” sulla gran parte dei nostri prodotti ormai da 12-13 anni, ovvero da quanto IPPR è nata e tenga presente che il tema della sostenibilità è il filo conduttore che lega tutte le attività di Idea Plast Srl sin dalla fase di progettazione/eco-design pensati già per il fine vita del prodotto e del successivo recupero.

Ultima linea di prodotto a cui mi preme dare risalto sono i “cubi galleggianti” in polipropilene riciclato normalmente utilizzati per finalità legate al turismo e alla realizzazione di pontili mobili, fissi e provvisori e ormeggi in aree portuali. Tra l’altro, proprio in questo periodo, presso la Fiera di Rimini, in occasione della manifestazione SUN, c’è installata una nostra piattaforma galleggiante costruita con il sistema di nostri cubi riciclati.

Devo dire con orgoglio che Idea Plast Srl ha realizzato su progetto originale quelli che sono stati utilizzati per la nota installazione di land art: “The Floating Piers” degli artisti Christo e Jeanne-Claude realizzata dal 18 giugno al 3 luglio 2016 sul Lago d’Iseo.

Come ha potuto valutare l’evoluzione del mercato dei manufatti prodotti a partire da granulo da riciclo?
Guardi, recentemente siamo entrati nel protocollo sostenibile della Regione Lombardia che riguarda una quarantina di aziende lombarde; noi probabilmente siamo fra le più piccole di queste, ma siamo comunque portatori sani di questa cultura da molti anni al punto che, come ricordavo qualche giorno fa ad un evento tematico, mi ritengo un po’ alla preistoria della cultura del riciclo del materiale plastico. Chiaramente, parlare di plastica riciclata e di oggetti in plastica riciclata anche solo dodici anni fa sembrava una cosa improponibile nel senso che non si trovava ancora un così diffuso interesse. Diciamo che, nel tempo, la sensibilità culturale dell’utente medio è aumentata, sia quella delle pubbliche amministrazioni, colpite positivamente dalla riduzione delle manutenzioni che i nostri prodotti consentono; così come quella delle grandi industrie che si confrontano con l’introduzione dei Bilanci di sostenibilità e la parallela necessità di documentare best practices sul riutilizzo degli scarti di produzione. Non è un caso, quindi che oggi siamo veramente surclassati da richieste di aziende di varie tipologie che vogliono recuperare scarti di produzione e richiedono strategie e progetti.

In poco tempo abbiamo vissuto un doppio ribaltamento della visione comune sulla plastica, dalla sua diffusione globale dagli anni del boom in poi, alla sua demonizzazione e riabilitazione durante e post pandemia. Cosa pensa al riguardo?

Credo che la plastica sia un materiale stupendo se viene utilizzato correttamente; è addirittura insostituibile se pensiamo alle sue tante applicazioni medicali.

Proprio per questo ritengo il concetto del plast free piuttosto utopistico, ma preferisco decisamente concretizzare le famose “cinque R”: riduzione, riuso, recupero, riciclo, ricerca. Chiaramente la plastica non nasce tal quale nei boschi o nel mare; qualcuno ce la butta, per cui se si diffonde una corretta cultura della gestione dei rifiuti e della trasformazione degli scarti, così come noi facciamo, anche organizzando presso le scuole primarie degli appositi corsi di formazione sulla corretta cultura del riciclo, anche attingendo a strumentazioni ad hoc come un minitrituratore e un miniestrusore capaci di trasformare un tappo di plastica in un piccolo gadget da portare a casa; ecco che si può trasmettere un messaggio positivo ed educativo al tempo stesso. Dirò di più puntare al messaggio “da problema a risorsa” significa anche andare nella direzione della futura creazione di nuovi sbocchi occupazionali e di nuove economie com’è avvenuto per la nostra società.

Aggiungo solo che in questi anni si è assistito ad un aumento della sensibilità dei produttori e dei consumatori verso i prodotti riciclati anche a partire dalla leva del costo, in primo luogo delle materie prime. È chiaro che un’azienda che deve acquistare polietilene o polipropilene vergine ad un certo prezzo, comincia ad essere attenta ai suoi scarti di produzione.

di Alberto Piastrellini

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