Risorse e rifiuti

Revisione Direttiva quadro Rifiuti: stretta su quelli alimentari e tessili

Nell’ambito del Pacchetto legislativo sull’uso sostenibile delle risorse, la revisione della Direttiva quadro sui rifiuti aspira a introdurre programmi di prevenzione con specifiche regole sui rifiuti alimentari e su quelli tessili.

Il Pacchetto legislativo per un uso più sostenibile delle risorse naturali, adottato dalla Commissione UE il 5 luglio 2023, contiene, tra l’altro, la proposta di revisione della Direttiva quadro rifiuti, al fine di ridurre lo spreco alimentare e promuovere la gestione sostenibile dei rifiuti tessili in tutta l’UE.

Con l’introduzione del Green Deal europeo nel dicembre 2019, l’UE ha ribadito il proprio impegno a dimezzare gli sprechi alimentari pro capite a livello di commercio al dettaglio e di consumatori entro il 2030. Nel 2020 la Commissione ha definito una serie di politiche e strumenti volti a ridurre le perdite e gli sprechi alimentari nel quadro del Piano d’azione per l’economia circolare e della Strategia “Dal produttore al consumatore”, due elementi fondamentali del Green Deal. La proposta tiene conto dei risultati della Consultazione avviata nel 2022 con le parti interessate.

Quasi 59 milioni di tonnellate di cibo (131 kg/abitante) vengono sprecate ogni anno nell’UE, con un valore di mercato stimato di 132 miliardi di euro. Oltre la metà dello spreco alimentare (53%) è generato dalle famiglie, seguite dal settore di trasformazione e manifatturiero (20%). La lotta allo spreco alimentare costituisce tripla vittoria: risparmia cibo per il consumo umano e quindi contribuisce alla sicurezza alimentare; aiuta aziende e consumatori a risparmiare denaroriduce l’impatto ambientale della produzione e del consumo di cibo.

Il Rapporto del Centro Comune di Ricerca (JRC) “Valutazione degli impatti economici, sociali e ambientali degli obiettivi di riduzione dello spreco alimentare”, pubblicato il 3 luglio 2023, che ha utilizzato il modello di equilibrio generale adattato MAGNET e impiegato una serie di indicatori di sostenibilità per analizzare gli impatti economici, sociali e ambientali associati alla riduzione dello spreco alimentare, mostra che, nonostante le riduzioni di reddito nella catena alimentare dovute al calo della domanda, gli effetti positivi in ​​altre aree economiche hanno compensato queste perdite. Inoltre, si prevede che la riduzione degli sprechi alimentari produrrà sostanziali benefici ambientali, oltre ad aumentare l’accessibilità degli alimenti e il risparmio finanziario per le famiglie

Per accelerare i progressi nel limitare gli sprechi alimentari, la Commissione propone che, entro il 2030 gli Stati membri li riducano del 10%, nella trasformazione e nella produzione, e del 30% (pro capite), congiuntamente al dettaglio e al consumo (ristoranti, servizi di ristorazione e famiglie).

Anche i rifiuti tessili gravano su risorse naturali limitate. L’UE genera 12,6 milioni di tonnellate di rifiuti tessili all’anno. Abbigliamento e calzature da soli rappresentano 5,2 milioni di tonnellate di rifiuti, pari a 12 kg di rifiuti pro capite ogni anno. Attualmente solo il 22% dei rifiuti tessili post-consumo viene raccolto separatamente per essere riutilizzato o riciclato, mentre il resto viene spesso incenerito o messo in discarica.

Nell’ambito della proposta di revisione della Direttiva rifiuti, in linea con la visione della Strategia UE per i tessili sostenibili e circolari, inserita nel Pacchetto prodotti sostenibili dello scorso anno, l’iniziativa della Commissione vuole accelerare lo sviluppo del settore della raccolta differenziata, della cernita, del riutilizzo e del riciclaggio dei tessili nell’UE, proponendo l’introduzione in tutti gli Stati membri di regimi obbligatori e armonizzati di responsabilità estesa del produttore (EPR) per i tessili.

Questi regimi si sono già dimostrati efficaci per gestire altri tipi di rifiuti, derivanti fra gli altri da imballaggi, pile e apparecchiature elettriche ed elettroniche. I costi di gestione dei rifiuti tessili saranno a carico dei produttori, che saranno così incentivati a generare meno rifiuti e ad aumentare la circolarità dei prodotti tessili, migliorando a monte la progettazione di questi ultimi. I contributi che i produttori verseranno nell’ambito del regime di responsabilità estesa saranno adeguati in base alle prestazioni ambientali dei tessili, secondo il principìo dell’eco-modulazione (Applicazione di una modulazione degli eco-contributi versati dai produttori/importatori in funzione delle caratteristiche di sostenibilità e/o riciclabilità dei prodotti incoraggiando altresì l’incorporazione di materiali riciclati durante lo sviluppo).

Scopo delle norme proposte è assicurare la cernita dei tessili usati per il riutilizzo e dare priorità al riciclaggio di quelli non riutilizzabili. Le imprese sociali attive nella raccolta e nel trattamento dei tessili beneficeranno di maggiori possibilità d’impresa e di un mercato di seconda mano più ampio.

La Commissione UE ritiene che con la revisione della Direttiva Rifiuti verrà incoraggiata la ricerca e lo sviluppo nel campo delle tecnologie innovative per la circolarità del settore tessile, come il riciclaggio a ciclo chiuso, e che aumentare la disponibilità dei tessili usati dovrebbe generare occupazione a livello locale e far risparmiare denaro ai consumatori nell’UE e oltre i suoi confini, attenuando nel contempo l’impatto della produzione tessile sulle risorse naturali.

Inoltre, viene affrontato il problema delle esportazioni illegali di rifiuti tessili verso Paesi non adeguatamente attrezzati per gestirli. Le nuove disposizioni chiariranno le definizioni di rifiuto e di prodotto tessile riutilizzabile, per porre fine alle esportazioni di rifiuti indebitamente camuffate dal pretesto del riutilizzo, integrando le misure previste dalla proposta di revisione del Regolamento sulla spedizione dei rifiuti, secondo cui le esportazioni potranno avvenire solo quando vi siano garanzie che i rifiuti tessili saranno gestiti in modo ecologicamente corretto.

La proposta legislativa rappresenta un passo decisivo per migliorare la sostenibilità e la circolarità dei tessili, in linea con la nostra strategia faro – ha dichiarato Virginijus Sinkevičius, Commissario UE per l’Ambiente, gli oceani e la pesca – L’armonizzazione in tutta l’UE delle norme in materia di responsabilità estesa del produttore creerà condizioni di parità nel mercato unico e assicurerà l’applicazione del principio ‘chi inquina paga’. L’iniziativa stimolerà gli investimenti nelle infrastrutture di riutilizzo e riciclaggio, genererà occupazione a livello locale e promuoverà l’innovazione in tutte le fasi del ciclo di vita dei tessili. Creerà inoltre possibilità di risparmio per i cittadini che prediligono l’abbigliamento vintage e senza tempo alla moda rapida”.

Articoli simili

Lascia un commento

* Utilizzando questo modulo accetti la memorizzazione e la gestione dei tuoi dati da questo sito web.