Per l’attuazione del Green Deal europeo, la Commissione UE ha adottato due nuovi Regolamenti e una nuova Strategia, rispettivamente, per ridurre al minimo il contributo europeo alla deforestazione e promuovere consumi sostenibili, per disciplinare le spedizioni di rifiuti evitando le esportazioni e promuovendo l’economia circolare, e, infine, per riportare i terreni in buona salute e usati in modo sostenibile, dando loro la necessaria protezione giuridica.
Il 17 novembre 2021 la Commissione UE ha adottato 3 nuove iniziative necessarie per concretizzare il Green Deal europeo:
. nuove norme per frenare il disboscamento provocato dall’UE;
– nuove norme per facilitare le spedizioni di rifiuti all’interno dell’UE al fine di promuovere l’economia circolare, contrastare l’esportazione illegale di rifiuti e dei problemi da essi posti nei Paesi terzi;
– una nuova strategia per la protezione del suolo volta a ripristinare, rendere resiliente e proteggere adeguatamente il suolo in tutt’Europa entro il 2050.
“Per vincere la lotta che stiamo sferrando alle crisi del clima e della biodiversità nel mondo dobbiamo assumerci la responsabilità di agire sia all’interno che all’esterno – ha dichiarato Frans Timmermanms, Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo – Con le proposte odierne la Commissione presenta gli strumenti per passare a un’economia circolare, proteggere la natura e innalzare gli standard ambientali nell’Unione europea e nel mondo. Il Regolamento sul disboscamento risponde all’appello dei cittadini che chiedono di ridurre al minimo il contributo europeo a questo problema e promuovere consumi sostenibili. Le nuove norme che disciplinano le spedizioni di rifiuti promuoveranno l’economia circolare e garantiranno che le esportazioni di rifiuti non danneggino l’ambiente o la salute umana in altre parti del Pianeta. E con la Strategia per il suolo riporteremo i terreni in buona salute, faremo sì che siano usati in modo sostenibile e ricevano la necessaria protezione giuridica”.
– La proposta di nuovo Regolamento relativo a disposizioni per l’immissione sul mercato dell’UE, nonché per esportazione dall’UE di talune materie prime e prodotti associati, abroga il precedente (n. 995/2010) che stabilisce gli obblighi degli operatori che commercializzano legno e prodotti da esso derivati.
Solo dal 1990 al 2020 il mondo ha perso 420 milioni di ettari di foreste, una superficie più vasta dell’Unione europea, ha sottolineato la Commissione che ha appoggiato alla COP26 la Dichiarazione di Glasgow su Foreste e Uso del Suolo. Le nuove norme proposte garantiranno ai cittadini che i prodotti acquistati, usati e consumati nel mercato dell’UE non contribuiscano al disboscamento e al degrado delle foreste nel mondo. La prima causa di questi processi è l’espansione dei terreni agricoli legata ad alcune materie prime, quali soia, manzo, olio di palma, legno, cacao, caffè e alcuni loro derivati. Per garantire che il mercato dell’UE accolga solo prodotti legali che non abbiano contribuito al disboscamento, il Regolamento obbliga le imprese che intendono commercializzare questi prodotti a esercitare il dovere di diligenza. La Commissione utilizzerà un sistema comparativo per valutare i Paesi e il rispettivo livello di rischio di disboscamento e degrado forestale connesso alle materie prime che rientrano nell’ambito di applicazione del Regolamento. La Commissione intensificherà il dialogo con altri Paesi grandi consumatori e si impegnerà a livello multilaterale per unire le forze. Si prevede che le nuove norme, promuovendo il consumo di prodotti “a disboscamento zero” e attenuando l’impatto dell’UE in termini di disboscamento e degrado forestale in tutto il mondo, ridurranno le emissioni di gas a effetto serra e la perdita di biodiversità. La lotta al disboscamento e al degrado forestale avrà infine effetti positivi sulle comunità locali, comprese le popolazioni più vulnerabili, come quelle indigene, che dipendono fortemente dagli ecosistemi forestali.

– Con il Regolamento sulle spedizione di rifiuti che modifica quelli relativi al riciclaggio delle navi (n. 1257/2013) e alle informazioni elettroniche sul trasporto merci, la Commissione UE intendere realizzare gli obiettivi dell’economia circolare e dell’inquinamento zero proponendo norme più rigorose per l’esportazione dei rifiuti, un sistema più efficiente per la circolazione dei rifiuti considerati risorsa e un’azione incisiva contro il traffico illegale. Le esportazioni di rifiuti verso Paesi non appartenenti all’OCSE saranno limitate e autorizzate solo se i Paesi terzi sono disposti a ricevere determinati rifiuti e sono in grado di gestirli in modo sostenibile. Le spedizioni di rifiuti verso i paesi OCSE saranno monitorate e potranno essere sospese se causano gravi problemi ambientali nel Paese di destinazione. In base alla proposta tutte le imprese dell’UE che esportano rifiuti fuori dall’Unione dovranno garantire che gli impianti destinatari siano sottoposti a un audit indipendente da cui risulti che gestiscono i rifiuti in modo ecologicamente corretto. La Commissione propone poi di semplificare ampiamente le procedure in vigore per le spedizioni intra UE, facilitando il rientro dei rifiuti nell’economia circolare senza abbassare il livello di controllo necessario. In tal modo si contribuirà a ridurre la dipendenza dell’Unione dalle materie prime primarie e si sosterranno l’innovazione e la decarbonizzazione dell’industria per conseguire gli obiettivi climatici. Le nuove norme mettono inoltre le spedizioni al passo con l’era digitale introducendo lo scambio elettronico dei documenti.

Nei giorni scorsi ile Associazioni dei riciclatori europei aveva scritto una lettera alla Commissione UE, al Parlamento europeo e alla Presidenza di turno del Consiglio, per chiedere, tra l’altro, che “eventuali restrizioni all’esportazione riguardino solo i flussi di rifiuti “problematici e non trattati”, dal momento che se venissero estese anche ai rifiuti trattati e selezionati, che non costituiscono un problema, ma una risorsa, si verrebbe meno agli stessi obiettivi del Green Deal europeo”.
A quanto pare le loro richieste non sono state esaudite e si apprestano a giocare le proprie carte nelle prossime partite quando il Regolamento passerà al vaglio dei co-legislatori, poiché il testo quale adottato creerebbe “grossi problemi che metteranno a repentaglio le ambizioni di economia circolare dell’Europa”.
“Con solo il 12% delle materie prime che provengono dal riciclaggio utilizzate dall’industria dell’UE – ha dichiarato il Segretario generale di EuRIC, Emmanuel Katrakis nella nota-stampa del 17 novembre 2021 – Sono urgentemente necessari requisiti vincolanti per l’utilizzo di materie prime riciclate nelle catene del valore industriali per garantire l’eccesso di offerta che rimarrebbe vincolato in Europa in base a queste proposte”.
– Infine la Commissione ha presentato anche una nuova Strategia UE per il suolo dal titolo “Raccogliere i benefici di suoli sani per le persone, il cibo, la natura e il clima”, un importante tangibile risultato del Green Deal europeo e della Strategia UE sulla biodiversità al 2030. Un suolo in buona salute è il fondamento del 95 % degli alimenti di cui ci nutriamo, ospita più del 25 % della biodiversità mondiale ed è il più grande serbatoio terrestre di carbonio del pianeta. Tuttavia, il 70 % dei suoli nell’UE non è in buone condizioni. La Strategia definisce un quadro con misure concrete per la protezione, il ripristino e l’uso sostenibile del suolo e propone una serie di misure, sia volontarie che vincolanti, con l’obiettivo di:
– aumentare il carbonio nei terreni agricoli;
– combattere la desertificazione;
– ripristinare i terreni degradati;
– garantire che entro il 2050 tutti gli ecosistemi terrestri siano in buona salute.
La Strategia chiede per il suolo lo stesso livello di protezione che già esiste nell’UE per l’acqua, l’ambiente marino e l’aria. A tal fine, sarà proposto entro il 2023 un atto legislativo, dopo una valutazione d’impatto e un’ampia consultazione con i portatori di interessi e con gli Stati membri. La Strategia mobilita, inoltre, la società, le risorse finanziarie necessarie e le conoscenze comuni, e promuove pratiche di gestione sostenibili e il loro monitoraggio, sostenendo l’ambizione dell’UE per un’azione sul suolo a livello mondiale.

“Se ci aspettiamo dai partner politiche più ambiziose in materia di clima e ambiente, dovremmo smettere di esportare l’inquinamento e di sostenere il disboscamento – ha affermato Virginijus Sinkevičius, Commissario UE per l’Ambiente, gli oceani e la pesca – I regolamenti sul disboscamento e sulle spedizioni di rifiuti che stiamo proponendo sono i tentativi legislativi in assoluto più ambiziosi al mondo per affrontare queste questioni. Con le proposte odierne ci assumiamo le nostre responsabilità e concretizziamo i nostri impegni riducendo l’impatto che produciamo sull’inquinamento e sulla perdita di biodiversità nel Pianeta. Abbiamo inoltre presentato una strategia innovativa dell’UE per il suolo, con una solida agenda politica che mira a garantire al suolo lo stesso livello di protezione delle acque, dell’ambiente marino e dell’aria”.