Infrastrutture e mobilità Politica

La nuova rete centrale TEN-T e i 9 corridoi delle infrastrutture UE

La nuova rete centrale TEN-T e i 9 corridoi delle infrastrutture UE

Presentata la Carta della nuova politica infrastrutturale dei trasporti dell’Unione europea che ha l’obiettivo finale di fare in modo che progressivamente, entro il 2050, la stragrande maggioranza dei cittadini e delle imprese europei non disti più di 30 minuti di viaggio dalla rete principale, ma è pure lo strumento essenziale per consentire alla politica dei trasporti di raggiungere la meta generale di una riduzione del 60% delle emissioni dei trasporti entro la stessa data.

La Commissione UE ha pubblicato la carta della nuova rete centrale TEN-T (rete transeuropea dei trasporti) e dei 9 corridoi principali che formeranno le arterie dei trasporti nel mercato unico europeo e che dovrebbero rivoluzionare le connessioni tra est e ovest, eliminando le strozzature, ammodernando le infrastrutture e snellendo le operazioni transfrontaliere di trasporto per passeggeri e imprese in tutta l’Unione europea.

Si tratta, secondo l’esecutivo europeo, della riforma più radicale della politica infrastrutturale mai realizzata dai suoi esordi negli anni ’80.
I trasporti sono cruciali per l’economia europea e l’Europa non potrà crescere e prosperare senza buone connessioni – ha dichiarato il Vicepresidente della Commissione europea, Siim Kallas, responsabile dei trasporti – La nostra nuova politica infrastrutturale consentirà di realizzare nei 28 Stati membri una rete europea dei trasporti robusta e capace di promuovere la crescita e la competitività, che collegherà l’est all’ovest e sostituirà il puzzle attuale con una rete autenticamente europea”.

L’obiettivo finale della nuova rete centrale TEN-T è di fare in modo che progressivamente, entro il 2050, la stragrande maggioranza dei cittadini e delle imprese europei non disti più di 30 minuti di viaggio dalla rete principale.
In pratica, si devono affrontare 5 grandi problematiche:
1) i collegamenti mancanti, in particolare nelle tratte transfrontaliere, che costituiscono un ostacolo importante per la libera circolazione delle merci e dei passeggeri all’interno degli Stati membri, fra di essi e con i Paesi confinanti;
2) la notevole disparità sotto il profilo della qualità e della disponibilità di infrastrutture tra e all’interno degli Stati membri (strozzature). In particolare, devono essere migliorati i collegamenti est-ovest, attraverso la creazione di nuove infrastrutture di trasporto e/o la manutenzione, il ripristino o l’aggiornamento delle infrastrutture esistenti;
3) la frammentazione dell’infrastruttura dei trasporti tra i diversi modi di trasporto, sfruttando il potenziale che offre il trasporto multimodale e la sua capacità di eliminare le strozzature delle infrastrutture e realizzare i collegamenti mancanti non viene sufficientemente sfruttato;
4) gli investimenti nelle infrastrutture dei trasporti dovrebbero contribuire a raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra nel settore dei trasporti del 60% entro il 2050;
5) gli Stati membri continuano ad avere norme e requisiti operativi diversi, in particolare in materia di interoperabilità, il che non fa che aggiungere ostacoli e strozzature alle infrastrutture di trasporto.

La nuova rete centrale collegherà:
– 94 grandi porti europei con linee ferroviarie e stradali;
– 38 grandi aeroporti con linee ferroviarie che portano alle città principali;
– 15 000 km di linee ferroviarie convertite ad alta velocità;
– 35 progetti transfrontalieri destinati a ridurre le strozzature.

Un’innovazione di rilievo dei nuovi orientamenti TEN-T è l’introduzione di 9 corridoi da realizzare nella rete centrale, che contribuiscono alla sua costituzione: 2 corridoi nord-sud, 3 corridoi est-ovest e 4 corridoi diagonali.

Ogni corridoio deve includere 3 modi di trasporto3 Stati membri e 2 sezioni transfrontaliere.
Saranno create “piattaforme di corridoio” per coinvolgere tutte le parti interessate e gli Stati membri, quali strutture di governance che elaboreranno e attueranno “piani di sviluppo di corridoio” volti a coordinare efficacemente i lavori svolti lungo il corridoio in Stati membri diversi e in diverse fasi del progetto.

Le piattaforme di corridoio dei corridoi principali della rete centrale saranno presiedute da coordinatori europei.

L’Italia sarà attraversata da 4 corridoi:
– dal corridoio Baltico-Adriatico che collegherà Vienna a Ravenna, mettendo in rete i porti di Trieste, Venezia e Ravenna stessa;
– dal corridoio Mediterraneo che taglierà in orizzontale tutto il Nord Italia, partendo da Torino fino a Trieste, unendo così la Francia e i Balani;
– dal corridoio scandinavo-mediterraneo che è, probabilmente, quello più strategico per lo sviluppo italiano, perché partendo dal Brennero si scende fino a Roma e poi a Napoli da cui si biforca, collegando la città partenopea a Palermo, da una parte, e alla Puglia, d’altra;
– dal corridoio alpino che prevede il collegamento diretto di Genova e Milano con il confine svizzero.

Ecco di seguito i 9 corridoi.

1) Il corridoio Baltico-Adriatico è uno dei più importanti assi stradali e ferroviari transeuropei che collega il Mar Baltico al Mare Adriatico attraversando zone industrializzate che vanno dalla Polonia meridionale (Slesia superiore) a Vienna e Bratislava, alla Regione delle Alpi orientali e all’Italia settentrionale. La sua realizzazione comprende importanti progetti ferroviari come la galleria di base del Semmering, la linea ferroviaria del Koralm in Austria e le sezioni transfrontaliere tra Polonia, Repubblica ceca e Slovacchia.

2) Il corridoio Mare del Nord-Mar Baltico collega i porti della costa orientale del Baltico con i porti del Mare del Nord. Il corridoio collegherà la Finlandia con l’Estonia con navi traghetto e creerà collegamenti stradali e ferroviari moderni tra i tre Stati baltici, da un lato, e la Polonia, la Germania, i Paesi Bassi e il Belgio, dall’altro. Il corridoio comprende anche collegamenti fluviali tra il fiume Oder e i porti di Germania, Paesi Bassi e Belgio, come il “Mittelland-Kanal”. Il progetto più importante è il “Rail Baltic”, una ferrovia europea a scartamento standard tra Tallinn, Riga, Kaunas e la Polonia nordorientale.

3) Il corridoio Mediterraneo collega la Penisola iberica con il confine ungro-ucraino costeggiando il litorale mediterraneo della Spagna e della Francia per poi attraversare le Alpi nell’Italia settentrionale in direzione est, toccando la costa adriatica in Slovenia e Croazia, e proseguire verso l’Ungheria. A parte il fiume Po e qualche altro canale nel Norditalia, il corridoio è essenzialmente stradale e ferroviario. I principali progetti ferroviari lungo questo corridoio sono i collegamenti Lione-Torino e la sezione Venezia-Lubiana.

4) Il corridoio orientale/mediterraneo orientale collega le interfacce marittime del Mare del Nord, Mar Baltico, Mar Nero e Mediterraneo ottimizzando l’uso dei relativi porti e delle rispettive autostrade del mare. Includendo l’Elba come via navigabile interna permetterà di migliorare le connessioni multimodali tra la Germania settentrionale, la Repubblica ceca, la regione della Pannonia e il sudest dell’Europa. Via mare andrà poi dalla Grecia a Cipro.

5) Il corridoio scandinavo-mediterraneo è un asse nord-sud cruciale per l’economia europea. Attraversando il Mar Baltico dalla Finlandia e dalla Svezia e passando attraverso la Germania, le Alpi e l’Italia, collega i principali centri urbani e porti della Scandinavia e della Germania settentrionale ai centri industrializzati di produzione della Germania meridionale, dell’Austria e del Norditalia e quindi ai porti italiani e della Valletta. I progetti più importanti di questo corridoio sono il collegamento fisso del Fehmarnbelt e la Galleria di base del Brennero, con le rispettive vie di accesso. Il corridoio raggiunge quindi via mare Malta passando dall’Italia meridionale e dalla Sicilia.

6) Il corridoio Reno-Alpi costituisce una delle rotte merci più trafficate d’Europa: collega i porti del Mare del Nord di Rotterdam e Anversa con il Mar Mediterraneo a Genova attraversando la Svizzera e passando per alcuni dei principali centri economici della Ruhr renana, le regioni del Reno-Meno-Neckar e l’agglomerazione di Milano. È un corridoio multimodale che include il Reno come via navigabile interna. I principali progetti sono le gallerie di base in Svizzera, in parte già completate, e le loro vie di accesso in Germania e in Italia.

7) Il corridoio atlantico collega la parte occidentale della Penisola iberica e i porti di Le Havre e Rouen a Parigi e quindi a Mannheim/Strasburgo con linee ferroviarie ad alta velocità e linee ferroviarie convenzionali parallele, includendo anche la Senna come via navigabile interna. La dimensione marittima svolge un ruolo cruciale in questo corridoio.

8) Il corridoio Mare del Nord-Mar Mediterraneo va dall’Irlanda e dal nord del Regno Unito fino al Mare Mediterraneo nel sud della Francia attraverso i Paesi Bassi, il Belgio e il Lussemburgo. È un corridoio multimodale che comprende acque navigabili interne nel Benelux e in Francia e intende non solo offrire servizi multimodali migliori tra i porti del Mare del Nord, i bacini fluviali della Mosa, del Reno, della Schelda, della Senna, della Saona e del Rodano e i porti di Fos-sur-Mer e Marsiglia, ma anche un’interconnessione migliore tra le isole britanniche e l’Europa continentale.

9) Il corridoio Reno-Danubio, le cui arterie fluviali principali sono il Meno e il Danubio, collega le regioni centrali intorno a Strasburgo e Francoforte sul Meno attraverso la Germania meridionale a Vienna, Bratislava e Budapest per arrivare infine al Mar Nero, con una sezione importante tra Monaco di Baviera e Praga, Zilina, Kosice e il confine ucraino.

I 9 corridoi segnano un enorme progresso nella pianificazione delle infrastrutture dei trasporti. L’esperienza già acquisita dimostra la notevole difficoltà di realizzare progetti transfrontalieri ed altri progetti di trasporto in modo coordinato in Stati membri diversi. In effetti, è fin troppo facile creare sistemi e connessioni divergenti, generando strozzature ancora più gravi. I progetti devono poi essere sincronizzati al di là e al di qua dei confini per trarre i massimi benefici dagli investimenti complessivi. I piani e le strutture di governance dei nuovi corridoi permetteranno di agevolare notevolmente la realizzazione della nuova rete centrale.

Si stima che gli investimenti necessari per la rete centrale nel periodo 2014-2020 arrivino a 250 miliardi di euro. La Commissione pubblicherà regolarmente inviti a presentare proposte per garantire che beneficino del finanziamento solo i progetti migliori che hanno il più alto valore aggiunto per l’UE. Il Meccanismo per collegare l’Europa triplica i finanziamenti concessi dall’Unione al settore dei trasporti portandoli a 26 miliardi di euro nel periodo dal 2014 al 2020 e nel contempo li concentra su una nuova rete centrale precisamente definita.

Nel complesso il Meccanismo per collegare l’Europa finanzierà le infrastrutture prioritarie dell’UE nei settori dei trasporti, dell’energia e della banda larga e sosterrà le infrastrutture cruciali per il mercato unico. Il Meccanismo disporrà di una dotazione unica di 33,242 miliardi di euro per il periodo 2014-2020, di cui 26,250 miliardi saranno assegnati al settore dei trasporti; di questi ultimi, 11,305 miliardi di euro sono riservati a investimenti in infrastrutture collegate ai trasporti negli Stati membri che rientrano nel Fondo di coesione.

Per raggiungere i 250 miliardi di euro necessari per completare la rete centrale, la Commissione UE pensa che i 31,7 miliardi di euro stanziati per i trasporti nell’ambito del Meccanismo per collegare l’Europa del quadro finanziario pluriennale agiranno in pratica come “capitale di avviamento” per stimolare ulteriori investimenti da parte degli Stati membri, volti a completare collegamenti transfrontalieri difficili, che altrimenti potrebbero non essere realizzati. Inoltre, i finanziamenti TEN-T esercitano un forte effetto leva, come dimostra l’esperienza degli ultimi anni, evidenziando che ogni milione di euro speso a livello europeo genererà 5 milioni dai governi degli Stati membri e 20 milioni dal settore privato. Oltre a questo effetto leva, esiste oggi la possibilità di ottenere nuovi finanziamenti privati mediante strumenti finanziari innovativi, come le obbligazioni di progetto (project bonds). 

Infine, la Commissione UE  sottolinea che TEN-T è uno strumento essenziale per consentire alla politica dei trasporti di raggiungere la meta generale di una riduzione del 60% delle emissioni dei trasporti entro il 2050. Fondamentalmente, la rete TEN-T è una rete multimodale di trasporto che favorisce un trasferimento massiccio del traffico di passeggeri e merci dal modo stradale a quello ferroviario e ad altri modi di trasporto. Tutti i progetti TEN-T sono sottoposti ad una valutazione rigorosa dell’impatto ambientale prima di essere ammessi al finanziamento dell’UE. A tal fine devono soddisfare tutti i requisiti di progettazione e sostenibilità previsti dalla legislazione ambientale dell’UE.

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